Scienza Politica (M-Z) A.A. 2016-2017 Filippo Tronconi Sistemi elettorali
I sistemi elettorali Come trasformare i voti in seggi? Due logiche: Sistemi maggioritari: i seggi sono attribuiti a chi ottiene più voti, a prescindere dalla quota di voti ricevuti (first past the post) Sistemi proporzionali: i seggi sono distribuiti fra i gruppi in concorrenza in proporzione alla quota di voti ottenuti Ma molte varianti all’interno delle due famiglie; sistemi elettorali misti
La classificazione di Lijphart Formule maggioritarie Formule semiproporzionali Rappresentanza proporzionale Maggioranza semplice (plurality) Maggioranza assoluta (majority) Voto alternativo Voto limitato Voto singolo non trasferibile Parallelo plurality-proporzionale Voto di lista Formula misto-proporzionale Voto singolo trasferibile
I sistemi maggioritari Normalmente associati a collegi uninominali Plurality (maggioranza relativa): chi prende più voti conquista il seggio Majority (maggioranza assoluta): serve il 50%+1 per conquistare il seggio Se nessuno conquista il seggio al primo turno, chi accede al secondo turno? I due più votati, tutti quelli al di sopra di una soglia, tutti i candidati
Un sistema maggioritario particolare Il voto alternativo (Australia): due turni in un turno solo Collegi uninominali Gli elettori dispongono i candidati in ordine di preferenza (voto ordinale) Se nessuno ottiene il 50%+1 si “elimina” l'ultimo candidato ridistribuendo le sue seconde preferenze; si ripete il procedimento finché un candidato ottiene la maggioranza assoluta
I sistemi proporzionali: voto di lista (I) Dimensioni di variazione: Formula elettorale Quoziente e resti più alti (più proporzionale) Quoziente naturale Medie più alte (meno proporzionale) D'Hondt
I sistemi proporzionali: voto di lista (II) Dimensione delle circoscrizioni: quanti eletti in ciascuna circoscrizione (NON quanti elettori) Circ piccole → maggiore dis-proporzionalità (Spagna); collegio unico nazionale → minore dis-proporzionalità (Olanda, Israele) N. complessivo di eletti. Più grande l'assemblea → maggiore proporzionalità Ma questa variabile perde importanza per assemblee grandi (oltre 200 seggi circa)
I sistemi proporzionali: voto di lista (III) Soglia di esclusione (esplicita): Quanto alta? Di solito fra il 3 e il 5%, ma Russia 7%, Turchia 10% La grandezza della circoscrizione si riflette in una soglia implicita (quanti voti prende il più piccolo partito rappresentato?) Una specialità solo italiana (o quasi): il premio di maggioranza tecnicamente è un sistema misto la logica è maggioritaria Un unico grande collegio elettorale in cui si assegna il premio
L’indice di disproporzionalità Una misura complessiva della non-proporzionalità dei sistemi elettorali: l’indice di Gallagher G=√½Σ(vi-si)2 Quanta differenza fra la distribuzione di seggi effettiva e quella che si avrebbe in caso di perfetta proporzionalità?
Disproporzionalità e sistemi partitici
La disproporzionalità in Italia 2006: «Porcellum» 1994: «Mattarellum»
Gli effetti dei sistemi elettorali Le «leggi» di Duverger (1951): Il sistema maggioritario a turno unico tende al bipartitismo Il sistema a rappresentanza proporzionale tende al multipartitismo
Gli effetti dei sistemi elettorali Effetti a livello locale / nazionale Effetti meccanici / psicologici Gli effetti meccanici hanno luogo nella trasformazione di voti in seggi (soglie di sbarramento, grandezza delle circoscrizioni, formula elettorale, premi di maggioranza…) Gli effetti psicologici (o coordinamento strategico) hanno luogo a monte del voto: i sistemi elettorali hanno il potere di orientare le decisioni di voto degli elettori e le strategie di partiti e candidati
Il voto strategico Nei sistemi elettorali disproporzionali (sistemi maggioritari e sistemi proporzionali impuri) gli elettori dei partiti/candidati minori rischiano di “sprecare” il voto Si pone dunque il dilemma fra voto sincero e voto strategico I sistemi elettorali disproporzionali penalizzano tendenzialmente i partiti estremi se gli elettori: Hanno informazioni sufficienti sulla forza relativa dei partiti/candidati Hanno alternative praticabili (non troppo distanti ideologicamente)
Il versate dell’offerta Anche i partiti piccoli, anticipando il comportamento strategico degli elettori, hanno l’incentivo a fondersi/allearsi I piccoli partiti non disposti ad allearsi diventano irrilevanti (tendenzialmente!) Viceversa, aumentano i costi per l’ingresso di nuovi partiti sulla scena elettorale
Dal livello locale al livello nazionale Le leggi di Duverger non tengono sufficientemente in considerazione il passaggio dal livello locale al livello nazionale Cosa succede se in un sistema uninominale maggioritario vince un partito diverso in ogni circoscrizione?
La riformulazione di Sartori Sartori (1986): dobbiamo tenere presente la struttura del sistema partitico Quindi: Data la strutturazione sistemica e la dispersione attraverso le circoscrizioni, i sistemi plurality producono un sistema bipartitico Le formule proporzionali facilitano il multipartitismo e sono, al contrario, poco propizie verso il bipartitismo
Come funziona l’Italicum Con una (discussa) sentenza del 2014, la Corte Costituzionale «abolisce» il premio di maggioranza e ripristina le preferenze Legge 6 maggio 2015, n. 52, a valere dal luglio 2016 I cambiamenti più importanti: Premio al partito maggioritario (non alla coalizione) Ballottaggio fra le due liste più votate, se nessuna supera il 40% dei voti al primo turno Soglia nazionale al 3% Reintroduzione della (doppia) preferenza
La ripartizione dei seggi fra partiti La legge vale (ovviamente) solo per la Camera dei deputati 618 deputati + 12 eletti all’estero TAA e VdA votano in collegi uninominali 340 deputati assegnati alla lista più votata a livello nazionale (se supera il 40%, altrimenti ballottaggio) I rimanenti seggi 278 assegnati proporzionalmente alle altre liste al di sopra del 3% Come si selezionano gli eletti, una volta assegnati i seggi ai partiti?
L’assegnazione dei seggi ai candidati 100 collegi di dimensioni variabili (3-9 eletti) In ogni collegio, un capolista e un numero variabile di altri candidati. I capolista possono presentarsi in 10 diversi collegi Gli elettori esprimono una o due preferenze Se il partito ottiene un solo seggio nel collegio, questo va al capolista. Se ottiene più seggi, dopo il capolista si va in ordine di preferenze Risultato: il partito vincente elegge 340 seggi, di cui fra 10 e 100 capolista e fra 240 e 330 attraverso le preferenze. Per gli altri partiti, dipende dalle dimensioni Prevedibilmente, circa il 45-60% degli eletti attraverso le preferenze
La nuova scheda elettorale
Che sistema partitico ci aspettiamo? Elezioni sicuramente decisive (majority assuring) Piccolissimi partiti esclusi dalla soglia del 3% Gli altri ammessi al parlamento, ma senza potere di veto (eliminate le coalizioni) Tendenzialmente, verso un sistema bipartitico (un grande «collegio unico nazionale» in cui si gioca la partita per il premio) Troppo potere ad un solo partito? Troppo facile cambiare la Costituzione? Coalizioni sotto mentite spoglie (i «listoni»)? Troppi «nominati»?