Art. 11 della Costituzione

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Articolo 11 L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali;
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Transcript della presentazione:

Art. 11 della Costituzione LA CRISI IRACHENA di Alexandra Auer, Francesca Merlin, Anita Goller, Evamaria Santin Art. 11 della Costituzione L‘Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo. 12/25/2018

La crisi irachena Attacco angloamericano all‘Iraq Giustificazione dell‘intervento Presa di posizione dell‘ONU e dell‘Italia Punto di vista da parte di diversi giuristi e di altri Stati Art. 5 Trattato della NATO 12/25/2018

Attacco angloamericano all‘Iraq L'invasione dell‘Iraq e la cattura di Saddam Husayn da parte delle forze anglo-americane nel 2003 sono state indicate dal Governo degli Stati Uniti come operazioni rientranti nella "guerra al terrorismo", sebbene non siano mai emersi collegamenti diretti tra il regime iracheno e gli attentati dell'11 settembre. In un rapporto del 29 gennaio 2003 gli analisti della CIA conclude-vano che "Saddām Husayn vedeva gli estremisti islamici operanti in Iraq come una minaccia" e che il suo regime aveva ripetuta-mente arrestato e fatto condannare a morte membri appartenenti sia a gruppi Sciiti che a gruppi Sunniti". Inoltre lo stesso rapporto asseriva che "le nostre valutazioni dei legami tra al-Qā'ida e l'Iraq si basano su un insieme frammentato e contraddittorio di rapporti, provenienti da fonti di varia affidabilità". 12/25/2018

Il vice presidente della Commissione Servizi Segreti del Senato USA, il Democratico John Rockfeller, ha commentato la pubblicazione del Rapporto sottolineando come l'11 settembre sia stato preso a pretesto per giustificare la guerra in Iraq usando parole particolarmente dure, denunciando "un flagrante fuorviare gli Stati Uniti, il suo popolo, per prepararlo, allinearlo per - in effetti – renderlo entusiasta o fargli credere che fosse giustificato fare guerra all'Iraq... Ritengo che questo tipo di manipolazione non abbia precedenti nella storia americana". 12/25/2018

Alcuni senatori del Partito Repubblicano, membri della stessa Commissione, per parte loro non condividono tale punto di vista. Il senatore Kit Bond, ad esempio ha dichiarato che sostenere "che l'amministrazione Bush abbia intenzionalmente fuorviato la nazione o manipolato l'intelligence rappresenta un salto logico gigantesco ed è semplicemente non provato". 12/25/2018

Giustificazione dell‘intervento Gli Stati Uniti e i loro alleati hanno elaborato una giustificazione dell‘intervento facendo riferimento a tre risoluzioni del Consiglio di Sicurezza: la prima (678), adottata dopo l‘invasione del Kuwait da parte dell‘Iraq, autorizza un intervento in legittima difesa collettiva, nonché autorizza gli stati membri a usare qualsiasi mezzo necessario per ristabilire la pace e la sicurezza la seconda (687), adottata dopo la liberazione del Kuwait, detta all‘Iraq le condizioni di pace, obbligandolo a perseguire un programma di disarmo la terza (1441) ha infine stabilito che l‘Iraq è responsabile degli obblighi della risoluzione 687 e continua a commettere violazioni sostanziali (ma non autorizza nessun intervento) 12/25/2018

La giustificazione dell‘intervento Gli USA, Gran Bretagna e la Spagna presentano un progetto di risoluzione, sostenendo che l‘Iraq non avesse colto la final opportunity offertagli dalla terza risoluzione dell‘ONU (1441). L‘obbiettivo di questo progetto è di ricevere il consenso da parte del consiglio di Sicurezza per un ricorso alla forza armata. 12/25/2018

Giustificazione dell‘intervento Il progetto non è stato approvato dal Consiglio di Sicurezza 12/25/2018

Presa di posizione dell‘ONU Tra i stati (membri del consiglio di sicurezza) che erano contrari a consentire l’uso della forza armata per punire l’Iraq delle violazioni omesse, c’erano la Francia, la Germania e la Russia. Dopo il fallimento del tentativo d’approvazione del progetto da parte del Consiglio di Sicurezza, gli USA, la Spagna e la Gran Bretagna optano per un proseguimento unilaterale. Segue quindi l’attacco all’Iraq e l’occupazione militare del medesimo. 12/25/2018

Punti di vista Secondo L. Ferrajoli questa guerra sarebbe illegittima per due motivi molto importanti: il primo è che manca il presupposto della minaccia alla pace o, in altre parole la violazione della pace da parte irachena; il secondo motivo, è che il Consiglio di Sicurezza non può deliberare l’uso della forza per servire interessi di parte, ma solo per mantenere la pace. 12/25/2018

Presa di posizione dell‘ONU Dopo l’occupazione, l’ONU regola, attraverso delle risoluzioni (1483, 1511,1546), il regime dell’occupazione, e definisce l’intervento un percorso svolto per assicurare l’indipendenza dell’Iraq. Inoltre autorizza una forza multinazionale ad usare tutti mezzi per garantire il mantenimento della pace e la sicurezza nello stato occupato. 12/25/2018

Presa di posizione dell‘ONU Si esclude però che queste risoluzioni fungano da giustificazione a posteriori dell’intervento militare angloamericano; poiché si afferma che le stesse legittimino l’occupazione e la sua progressiva evoluzione. 12/25/2018

L’Italia non prende parte all’azione militare, ma mette a disposizione strutture militari quali basi di attacco. Un eventuale partecipazione dell’Italia sarebbe stata completamente contraria all’art. 11 della costituzione. 12/25/2018

Presa di posizione dell‘Italia La situazione in Iraq si è nettamente modificata, dopo le risoluzioni (1483, 1511, 1546) dell’ONU. Così sembra ad essere coerente la decisione del Governo e del Parlamento italiano di inviare truppe italiane per svolgere compiti umanitari e di stabilizzazione in Iraq. 12/25/2018

12/25/2018

Art. 78 Art.78: Le Camere deliberano lo stato di guerra e conferis-cono al Governo i poteri necessari Dall'art.78 traspare che la delibera parlamentare risulti necessaria solo a fronte di una guerra in senso tecnico, ciò non vale per l'uso della forza armata che non sia qualificabile come guerra. L'art.78 infatti non è mai stato applicato. L'utilizzo della forza armata, infatti, non sembra aver mai assunto i caratteri della guerra in senso tecnico (tesa ad annientare il nemico), ma è stato giustificato sempre come teso ad azioni di ingerenza umanitaria o al ristabilimento, imposizione o mantenimento delle condizioni di pace ( peace-keeping). 12/25/2018

L'utilizzo della forza armata è giustificato dall'art.11. Si è sempre fatta molta attenzione ad evitare di pronunciare o scrivere la parola“guerra“, preferendosi definizioni come „operazione di polizia internazionale“(Iraq), „intervento umanitario“(Kosovo),“operazione di polizia militare“(Afghanistan). Dall'11 settembre 2001 l'uso della forza armata è stato diretto contro un „nemico“ diverso.Non più uno Stato ma un'entità sfuggente come il terrorismo internazionale. 12/25/2018

La posizione della maggioranza di Governo è chiaramente lesiva del principio di ripudio della guerra: l’Italia non ha infatti ripudiato alcunchè, nei termini previsti dell’art.11, nel momento in cui ha deciso di sostenere un’iniziativa diplomatica, nel Paese come negli organismi internazionale, di aperto sostegno politico ad un intervanto bellico di tipo cosiddetto preventivo, nonchè unilaterale. L’Italia dovrebbe svolgere un ruolo positivo nell’ambito internazionale al fine di assicurare la pace e la giustizia tra le nazioni e viola quindi l’art.11. Il Governo invece ha pensato solo a sostenere le nazioni che hanno iniziato la guerra. 12/25/2018

Repubblica, garante dell‘unità e del rispetto della Costituzione. Trattandosi di una vera e propria guerra, l‘intervento dell‘Italia non poteva essere Deciso dal Governo, ma richiederebbe (art78) una delibera del Presidente della Repubblica, garante dell‘unità e del rispetto della Costituzione. Non è chiaro come il Presidente della Repubblica Ciampi, che non va oltre l‘esternazione dei sentimenti di mero auspicio, difronte ad una situazione che imponeva ed impone chiare assunzioni di responsabilità sia parte degli organi istituzionali posti a tutela della legalità costituzionale. (…esprimendo il fervido auspicio che la guerra in corso in Iraq abbia al più presto …) 12/25/2018

Nemmeno quest‘articolo da copertura alla guerra illegittima. Per la prima volta è stato applicato l‘art.5 della Nato per intervenire a favore del Paese „aggredito“. Nemmeno quest‘articolo da copertura alla guerra illegittima. Art.5 Nato…. 12/25/2018

Art. 11 della Costituzione LA CRISI IRACHENA Art. 11 della Costituzione L‘Italia ripudia la guerra com strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo. 12/25/2018