Scienza Politica (M-Z) A.A

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Transcript della presentazione:

Scienza Politica (M-Z) A.A. 2016-2017 Filippo Tronconi Autocrazie, democrazie, democratizzazioni

Due definizioni di democrazia (Schumpeter 1942) Strumento istituzionale per giungere a decisioni politiche, in base alle quali singoli individui ottengono il potere di decidere attraverso una competizione che ha per oggetto il voto popolare Strumento istituzionale per giungere a decisioni politiche che realizzino il bene comune affidando al popolo stesso il potere, attraverso l’elezione di individui che si riuniscono per realizzare la volontà popolare

Elementi di una definizione estesa Una pluralità di leader e gruppi politici competono liberamente per conquistare, attraverso il consenso degli elettori, ruoli di governo Le elezioni (libere, corrette, ricorrenti) sono decisive: da esse dipende la scelta e sostituzione dei governanti A tutti i cittadini sono garantiti diritti politici (elettorato attivo e passivo) e diritti civili (libertà di opinione, associazione, accesso a una pluralità di fonti di informazione) L’esercizio del potere è limitato: i governanti sono sottoposti alle leggi (rule of law) e non possono comprimere diritti politici e libertà civili

La democrazia secondo R. Dahl Se si realizzano queste condizioni (tutte queste condizioni), allora la democrazia è un «regime politico caratterizzato dalla continua capacità di risposta (responsiveness) del governo alle preferenze dei suoi cittadini, considerati politicamente uguali». Le elite in competizione per il governo sono spinte a ricercare una consonanza fra le proprie proposte (e decisioni) e le preferenze dei cittadini-elettori, perché temono la sanzione elettorale

Le democrazie elettorali Le democrazie liberali sono caratterizzate da 1) competizione per i ruoli di governo e 2) tutela dei diritti civili e politici Nelle democrazie elettorali (o illiberali) è presente solo il primo aspetto: I governanti sono selezionati tramite elezioni (almeno formalmente) competitive a suffragio universale Ma le libertà civili (di associazione, di opinione, di dissenso verso il governo in carica) sono limitate o assenti Le «regole del gioco» sono talvolta alterate per favorire la conferma dei governanti in carica

Tre ondate di democratizzazione S. Huntington itre «ondate» di democratizzazione, due «riflussi» In ciascuna ondata gli stati che da non democratici diventano democratici sono molti di più di quelli che effettuano il percorso inverso; nei riflussi accade il contrario Prima ondata: 1828-1926: Regno Unito, Stati Uniti, Svezia, Svizzera, Italia, Spagna, Francia, … Primo riflusso: 1922-1942: Italia, Francia, Spagna, … Seconda Ondata: 1943-1962: Italia, Francia, Spagna, Germania, Brasile, Argentina, Nigeria, Ghana, … Secondo riflusso: 1958-1975: Brasile, Argentina, Nigeria, Ghana, … Terza ondata: 1974-1993: Spagna, Brasile, Argentina, Europa orientale, Sud Africa, …

Come spiegare le tre ondate? (I) La prima ondata: modernizzazione economica nascita della borghesia e suo affrancamento dall’aristocrazia: limiti al potere del sovrano ed estensione del suffragio Ma non sempre borghesia industriale e aristocrazia terriera sono disposte ad accettare le rivendicazioni di operai e contadini: dove questo non avviene alle iniziali democratizzazioni seguono contro-rivoluzioni conservatrici La seconda ondata: fattori internazionali Influenza degli Stati Uniti in Europa occidentale e Giappone (ma sostegno ai regimi anticomunisti in America latina); decolonizzazione

Come spiegare le tre ondate? (II) Manca una spiegazione unitaria della terza ondata: Crescita economica degli anni ‘50 e ’60 Crisi di legittimazione e di efficacia dei sistemi autoritari (crisi petrolifera metà anni ‘70) Cambiamenti nella dottrina e nelle posizioni pubbliche della Chiesa cattolica (Concilio Vaticano II) Ruolo degli attori internazionali e cambiamento del loro orientamento (in particolare Usa e Comunità Europea) Effetti di dimostrazione diffusi attraverso i mezzi di comunicazione di massa

Regimi non democratici Regimi militari e regimi civili Regimi civili: a partito unico e dittature personali (a volte evoluzione dal primo al secondo) Regimi autoritari vs. totalitari vs. sultanistici (si tratta, naturalmente, di tipi ideali) Dove collochiamo le democrazie elettorali? Talvolta in una categoria intermedia fra democrazia e autocrazia, talvolta è evidente la torsione verso la dittatura personale (Russia, Turchia, Egitto)

Regimi autoritari (Spagna, Cile) Pluralismo limitato Poche organizzazioni sono ammesse ad influenzare il potere politico, dietro autorizzazione del leader Basso grado di mobilitazione Dissuasione della partecipazione; strutture di mobilitazione paraistituzionali ridotte Valori e «mentalità» Nazione, patria, ordine, rispetto delle autorità (ma non c’è un’ideologia coerente) Limiti mal definiti ma prevedibili Personalizzazione del potere; repressione poliziesca del dissenso soprattutto nella fase di instaurazione

Regimi totalitari (Germania nazista, Urss) Assenza di pluralismo Partito unico, con al vertice un leader e un piccolo gruppo Alta mobilitazione Resa continuativa dal partito e dalle organizzazioni collaterali (le «adunate oceaniche») Una ideologia ben strutturata Che ha per fine una trasformazione radicale della società Limiti non prevedibili al potere Tutto è giustificato dalla necessità di «sradicare il nemico assoluto». Personalizzazione del potere bilanciata dal peso del partito

Regimi sultanistici (Cuba pre-1958, Romania) Assenza di pluralismo Potere gestito personalmente dal leader e dal suo clan; assenza di confini definiti fra Stato e patrimonio del leader Nessuna mobilitazione Repressione dei dissidenti tramite gruppi parastatali Arbitraria manipolazione di tradizioni e simboli identitari al fine di glorificare il leader; culto della personalità Limiti non prevedibili al potere Gestione privatistica e clientelare del potere e della repressione, totale arbitrio

Transizioni democratiche Le caratteristiche della transizione democratica e il consolidamento della democrazia sono (anche) conseguenza del regime preesistente I regimi autoritari, grazie all’esistenza di limitate forme di pluralismo e di limiti (sia pure incerti) al potere del dittatore, hanno migliori prospettive di consolidamento rispetto ai totalitarismi e ai r. sultanistici Anche i regimi militari sono più facilmente sostituibili delle dittature civili

Le transizioni secondo Dahl (I) Oligarchie competitive Poliarchie (Democrazie di massa) III Competizione- liberalizzazione I II II Egemonie chiuse Egemonie includenti Partecipazione- inclusione

Le transizioni secondo Dahl (II) Il percorso più probabile per il consolidamento della democrazia è il primo (creazione delle istituzioni rappresentative avviene prima dell’estensione del suffragio) Svezia, Regno Unito, ma anche Sud Africa post-apartheid Il secondo e il terzo percorso più spesso soggetti a reazioni antidemocratiche Francia 1848, Germania fine 800