ALCUNE CHIESE NEL TERRITORIO DI SAVIGNONE

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ALCUNE CHIESE NEL TERRITORIO DI SAVIGNONE Il territorio comunale di Savignone è situato in gran parte sul versante destro dello Scrivia; sul versante sinistro per quasi tutto il tratto interessato dal comune, è collinare e si alza fino a raggiungere il versante spartiacque Appenninico. Savignone è attraversato dal fiume Scrivia, che nasce poco prima di Montoggio e prosegue nel territorio piemontese e lombardo, sfociando poi nel grande fiume padano. Nel comune di Savignone le zone pianeggianti sono poche e preziose (meno del 10%) e presenti nei pochi punti del fondovalle in cui lo Scrivia si allarga.

Chiesa di San Pietro La Chiesa di S. Pietro, da non confondere con l’antica abbazia ,esisteva già nel 1224. Nel 1253 era priore un certo Lanfranco. Bruciò ben tre volte e venne ricostruita. La Chiesa del XVIIsec. venne abbellita da Don Ernesto Mezzadra e contiene alcune statue di grande valore come quella in legno del Maragliano e il dipinto «L’apparizione del Cristo portacroce a S. Caterina da Genova» di G. B. Carlone. Situata in fondo alla piazza, in stile barocco, è dotata di un campanile di notevole altezza, la cui copertura venne rifatta nel 1751,e vanta la presenza di tre sepolcri, di cui l’ultimo porta la data 1736. La chiesa di San Pietro presenta architettonicamente una pianta rettangolare a fondo absidato. Il pavimento, invece, tra il XVIII ed il XIX secolo doveva essere di mattoni rossi. Oggi il pavimento si presenta a grandi rombi di marmo bianco bordati da listelli rettangolari di marmo nero a cui fanno da congiunzione quattro piccoli rombi di marmo rossi.

Madonna del Maragliano Interno

SANTUARIO DI NOSTRA SIGNORA DELLA VITTORIA Il santuario di Nostra Signora della Vittoria è sorto dopo il 1625. È stato costruito in ringraziamento per la vittoria di Genova e degli abitanti dell’alta Valpolcevera sui franco-savoiardi del duca Carlo Emanuele I di Savoia, che tentavano di invadere l’alta Valpolcevera. Nella chiesa Tardobarocca, creata dopo l’incendio appiccato dagli Austriaci in ritirata da Genova nel 1747, sono conservate importanti opere d’arte fra cui i dipinti di Luca Cambiaso provenienti dalla Chiesa di San Bartolomeo e due grandi tele della scuola di Pietro da Cortona. Nostra Signora della Vittoria Ex-voto che rappresenta il Santuario

LA CHIESA DI SAN BARTOLOMERO di VALLE CALDA La chiesa è circondata da alberi, è più aperta verso la campagna a monte, sembra un’isola e lì passa la strada principale. Nella Chiesa, che è originaria del XII sec., si possono ammirare importanti dipinti, tra i quali l’Assunzione della Vergine del 1567 e l’artistica «pala di Sant’Agostino ed altri Santi» di Luca Cambiaso, e due dipinti di argomento bibblico. Tra le decorazioni interne si può inoltre osservare lo splendido organo ricevuto in dono dal convento dei Frati di San Nicolò di Borzoli. Attualmente, secondo gli studi più recenti, sembra che alla chiesa fosse annesso un ospedale, inteso come centro di accoglienza e ricovero per i pellegrini. Sia la chiesa che l’ospedale probabilmente dovevano essere alle dipendenze del monastero di Precipiano a Vignole Borbera. Successivamente la parrocchia fu sotto la Pieve di Santo Stefano di Casella (1523). Nella seconda metà del XVI passò sotto la giurisdizione dell’Arcivescovo di Genova. Fin dall’origine la Chiesa venne dedicata a San Bartolomeo Apostolo, ma fu grande la devozione per San Biagio che fu scelto come Patrono della parrocchia. Sembrò il Patrono indicato dal Cielo a difendere le famiglie dalla terribile malattia della difterite, perché aveva guarito da una insidia alla gola un bambino che la madre teneva in braccio moribondo. Ancora oggi a San Bartolomeo il 3 febbraio si festeggia San Biagio con una cerimonia a cui partecipano tanti bambini; durante la cerimonia il sacerdote incrocia due candele sulla gola, benedicendola. In questa occasione, viene donato un sacchettino di grano benedetto in ricordo del secondo miracolo.

Il 24 agosto 1747 arrivò a San Bartolomeo Don Benedetto Repetto che trovò miseria e distruzione. Dandosi subito da fare, restaurò la canonica e aggiustò il campanile, che venne più tardi demolito e ricostruito nel 1828. Un fatto interessante è quello legato alle campane. Nel 1746 alcuni abitanti di Pedemonte rubarono le due campane. La più piccola venne restituita, mentre per l’altra la popolazione dovette pagare £.178. Nel 1769 tutta la popolazione partecipò alla costruzione della nuova Chiesa, a questo proposito il priore Grosso Bartolomeo nelle memorie dell’oratorio scrisse: “Di giorno si lavorava in campagna, di notte per la Chiesa, sembrava che Dio benedicesse il raccolto in proporzione al lavoro svolto”. La Chiesa venne inaugurata nel 1777. L’organo della Chiesa giunse dai Frati di San Niccolò di Borzoli su richiesta del Card. Giuseppe Spina. Storie di Giacobbe