Stalin e il suo totalitarismo Salsano Fabiola
Dall'Unione delle Repubbliche Socialiste sovietiche, alla morte di Lenin e Stalin con il suo potere 1922: nacque l'URSS, cioè Unione delle Repubbliche socialiste sovietiche Lenin morì nel 1924. Gli succedette Josif Dzugasvili, detto Stalin (acciaio). Potere centrato nel Comitato centrale del Partito Comunista Divenne uno Stato totalitario. Dittatura del proletariato
Il volto dittatoriale dell'URSS Stalin, all'interno dell'URSS, doveva avere il completo controllo dell'economia. Nelle campagne fu imposta la collettivizzazione delle terre: lo Stato requisì le proprietà agricole e i contadini furono costretti a entrare in aziende comuni. I contadini proprietari della terra (kulaki) iniziarono a macellare il bestiame= carestia, crisi per il Paese. Le reazioni di Stalin nei loro confronti fu tremenda: furono arrestati, deportati nei gulag, uccisi o condannati ai lavori forzati.
La "nomenklatura" e la repressione di ogni dissenso Stalin creò un sistema dittatoriale fondato su un potere personale e tirannico. Si andarono a eliminare fisicamente i "nemici", come Lev Trotskij e altri migliaia di ufficiali. La Russia di Stalin vide condanne a morte di milioni di cittadini. Il periodo compreso tra il 1935 e il 1938 prende il nome di periodo delle purghe staliniane. Qualsiasi forma di opposizione venne eliminata attraverso i gulag, campi di lavoro forzati.
L'industrializzazione L'URSS portava la sua produzione industriale pesante a livelli tali da diventare il secondo Paese del mondo. Ciò era stato realizzato con metodi dittatoriali, con grandi sacrifici delle popolazioni. Importante personaggio fu Aleksej G. Stachanov, da cui deriva la parola stachanovismo, che era divenuto un esempio per il suo alto livello di produttività nell'estrazione del carbone. Sviluppo di città industriali, strade e ferrovia.