Per Irma da un racconto di Renata Viganò cantano gli Swingle Singers.

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Transcript della presentazione:

Per Irma da un racconto di Renata Viganò cantano gli Swingle Singers

Quando Irma venne alla luce, il suo babbo partiva per la guerra. E la mamma piangeva perché rimaneva sola, con due bambini piccoli, e l’ultima appena nata. Nel suo dolore si compiaceva, povera mamma, che Irma fosse una bambina. «Tu almeno non andrai in guerra» diceva guardandola …

Invece Irma Bandiera è andata in guerra… è morta in guerra … Ma questo, certo, sua madre nel 1915, quando la guerra era soltanto una cosa da uomini, non poteva saperlo. La pace e il babbo vennero a casa insieme.

Irma Bandiera viveva la sua vita di bimba, di adolescente, giocava e studiava come tutte le altre della sua età. Era allegra e rideva. A quindici, a diciotto, a vent’anni si è allegri e si ride. Finché non intervengono i turbamenti, i dubbi, le delusioni della giovinezza.

Irma Bandiera continuò ad essere allegra e calma. … La mamma e il babbo la guardavano vivere, e ne traevano coraggio…..

E così la famiglia percorse gli anni fra una guerra e l’altra, con il ricordo della prima che aveva tenuto lontano per cinque anni il capo di casa, e la sicurezza che un’altra non avrebbe dovuto esserci…. Invece la guerra si ripeté; e nel modo più crudele e impensato. Questa volta non fu di soldati.

La fecero tutti, uomini, donne, vecchi e bambini. Si può dire che la fecero più dura quelli che stavano a casa, che oltre il pensiero del fronte, del deserto, delle steppe asiatiche dove erano stati scaraventati i loro uomini …. avevano tante altre minacce. Gli aereoplani in alto, che buttavano giù bombe come la pioggia e i fascisti e i tedeschi che spargevano il terrore dovunque passavano.

L’Irma … apparteneva ad una famiglia benestante …. Non c’era proprio niente che la legasse alla lotta clandestina… Sarebbe stata come tante altre ragazze che non hanno fatto niente … Invece…la sua vita entrò nella battaglia e lei, la piccola Irma, bella sorridente, giovane, diventò un soldato.

Essere della 7° GAP, a Bologna, in quel tempo, voleva dire lasciare indietro tutte le paure, abituarsi ai pericoli immediati … Lei lo sapeva…

Non è più Irma, si chiama Mimma, è una delle più brave, delle più svelte staffette. La mamma e il babbo non sanno niente, non immaginano che ogni volta che la vedono uscire di casa può essere l’ultima volta.

Un giorno ci casca, nelle unghie dei fascisti. Un giorno, il 7 agosto 1944…..

«Non si trova più la Mimma». La mia mano, che scendeva per battere sulla piccola portatile si fermò in alto. Mi fermai di scatto: «Come non si trova più !» Il commissario politico della 7° brigata GAP, Alceste Giovannini (Cestino) veniva spesso a trovarmi dove io lavoravo a preparare la stampa clandestina… Ripeté «Non si trova più, doveva andare ad un appuntamento e non è arrivata e questo vuol dire che l’hanno presa …» Cara Mimma … era veramente molto importante. Mimma, non solo era una brava staffetta, cosciente, volenterosa, coraggiosa, instancabile, ma, lei della brigata conosceva tante cose e soprattutto le basi dove si trovavano i gappisti, i suoi «ragazzi», come lei li definiva affettuosamente. Novella Corazza, partigiana