Stima spesa standard (Ferraresi e Rizzo, 2012) Variabili di costo geo-morfologiche (altitudine, superficie, densità, n. frazioni). Costruire una strada in un comune montano costa di più che farlo in pianura; demografiche (popolazione, densità e sua dinamica). La densità di popolazione determina ad esempio i costi dei sevizi offerti dalla polizia municipale. Non tener conto della crescita differenziata della popolazione tra le varie realtà locali può generare forti iniquità nella distribuzione dei trasferimenti
Stima spesa standard Variabili di fabbisogno Le variabili socio-demografiche (quota di bambini, giovani, anziani e nuclei familiari) sono proxy delle preferenze dei cittadini nei confronti delle politiche pubbliche: un comune con molti anziani e pochi bambini preferisce avere più centri ricreativi per anziani che asili nido. Le variabili economiche e finanziarie sono indicative dello stato di salute economico dell’ente locale e quindi del fabbisogno di spesa pubblica attivato. Ad esempio un numero elevato di addetti al settore privato e/o unità locali di esercizi commerciali è un segnale della presenza di un sistema economico molto attivo, che quindi richiede servizi pubblici in quantità superiore rispetto ad un comune con un più basso valore per tali variabili. Lo stesso ruolo giocano la base imponibile IRPEF e la ricchezza immobiliare. Anche l’IMU e i proventi sono assimilati a variabili di fabbisogno;
Riparto fabbisogno/costo La spesa standard può quindi essere utilizzata ai fini del riparto in accordo a due criteri [Bradbury et al. , National Tax,1984] : Fabbisogno Costo
Riparto fabbisogno/costo Criterio del fabbisogno: la spesa standard si ottiene moltiplicando i coefficienti delle variabili di fabbisogno per il corrispondente valore che la variabile assume nell’ente locale in esame; si sommano tali prodotti e si aggiungono poi i prodotti tra i coefficienti delle variabili di costo e il rispettivo valore medio. La spesa così determinata, permette di individuare il fabbisogno standard del singolo comune per un dato livello di costo medio. Se la differenza fra spesa effettiva (storica) e standard è positiva, significa che il comune in questione ha un fabbisogno di spesa superiore rispetto al fabbisogno standard: la spesa standard, calcolata a parità di determinanti di costo. Tale differenza è espressione di necessità superiori alle necessità medie espresse da comuni simili per caratteristiche socio-demografiche ed economico-finanziarie. Questo differenziale di fabbisogno dovrebbe non essere riconosciuto in un eventuale riparto basato sul criterio del fabbisogno.
Riparto fabbisogno/costo Una procedura simmetrica è applicata per il criterio del costo Al fine di evitare repentine variazioni di spesa nei comuni dovute al passaggio dalla spesa storica alla spesa standard abbiamo ipotizzato la seguente formula di riparto: Riparto = * Spesa storica + (1- ) * [ * Ssta_costo + (1- ) * Ssta_fabb] Ove: 0≤≤1 e 0≤ ≤1.