Sociologia del Territorio A.A. 2018/19 Lezione 4 Il contributo di Simmel e la sua influenza sulla scuola di Chicago
Le metropoli e la vita dello spirito (1903) L’individuo pretende di preservare se stesso di fronte alle “forze preponderanti della società, dell’eredità storica, della cultura esteriore, della tecnica” In che modo l’individuo si adegua alla vita nelle metropoli moderne?
Fenomeni tipici della metropoli Intensificazione della vita nervosa Dominio dell’oggettività monetaria Dominio degli orologi L’incapacità a reagire a nuovi stimoli: l’essere blasé Atteggiamenti prevalenti: riservatezza, tacita avversione, antipatia, odio e aggressione Libertà personale
Sviluppo dell’individualità nella vita metropolitana Evoluzione sociale: cerchie ristrette =˃ cerchie più ampie Due conseguenze: 1. Rottura solidarietà interna 2. L’individuo guadagna libertà di movimento Contropartita: la solitudine dell’uomo metropolitano
Grandezza funzionale della metropoli “la quantità della vita si traduce immediatamente in qualità e carattere” Cosmopolitismo Influenza della vita interiore della metropoli al di fuori di essa
Libertà come inconfondibilità Grande sviluppo della divisione del lavoro Specializzazione del commercio, ovvero la lotta per l’uomo: l’offerente deve suscitare bisogni sempre nuovi e specifici nelle persone a cui si rivolge Eccentricità, stravaganze, ricercatezze per apparire diversi Brevità e rarità degli incontri
Perché tutta questa spinta all’individualismo nella metropoli? Nella cultura moderna lo spirito oggettivo è preponderante rispetto allo spirito soggettivo Effetto della divisione del lavoro che riduce l’uomo a un granello di sabbia di fronte a un’organizzazione immensa di cose e di forze che gli sottraggono tutti i progressi, le spiritualità e i valori Le metropoli sono i veri palcoscenici di questa cultura che eccede e sovrasta ogni elemento personale Così l’elemento personale deve esagerare per farsi sentire, anche da se stesso.
Le due forme di indivdualismo Individualismo dell’uguaglianza Individualismo della differenza “la funzione della metropoli è di fornire uno spazio per il contrasto e per i tentativi di conciliazione di queste due tendenze”
Fashion and the City
Il saggio sulla moda di G. Simmel Die Mode (1895) è considerato tra le prove più alte del metodo sociologico di Simmel per la straordinaria ricchezza dei rilievi analitici e per l’attualità dei riferimenti all’organizzazione del lavoro e dell’economia. La moda è indagata come manifestazione collettiva di imitazione, nella quale si esprime il bisogno di approvazione sociale, e come spinta incessante alla differenziazione individuale e al cambiamento. La moda è un fenomeno tipicamente urbano. Grande attenzione ai comportamenti dettati dalla moda, specie dei comportamenti femminili, e al funzionamento dei meccanismi di mercato.
Imitazione come “il trasferimento della vita di gruppo nella vita individuale […] Nell’imitare non solo trasferiamo da noi agli altri l’esigenza di energia produttiva, ma anche la responsabilità dell’azione compiuta. L’individuo si libera dal tormento della scelta e la fa apparire come un prodotto del gruppo, come un recipiente di contenuti sociali”. [Simmel, trad. it. 1985, pp. 11-2]
“La moda è imitazione di un modello dato e appaga il bisogno di un appoggio sociale, conduce il singolo sulla via che tutti percorrono, dà un universale che fa del comportamento di ogni singolo un puro esempio. Nondimeno appaga il bisogno di diversità, la tendenza alla differenziazione, al cambiamento, al distinguersi.” [idem, p. 13]
“il cambiamento della moda indica la misura dell’ottundimento della sensibilità agli stimoli nervosi: quanto più nervosa è un’epoca, tanto più rapidamente cambieranno le sue mode, perché il bisogno di stimoli diversi, uno dei fattori essenziali di ogni moda, va di pari passo con l’indebolimento delle energie nervose. Già per questo motivo le classi più elevate sono la sede della moda” [p. 23]
“L’essenza della moda consiste nell’appartenere soltanto a una parte del gruppo mentre tutto il gruppo è già avviato verso di essa. Non appena cioè tutti fanno ciò che originariamente facevano solo alcuni, come avviene per alcuni elementi del vestito e per alcune forme di convenienza sociale, questa non viene più indicata come moda. Ogni crescita la conduce alla morte perché elimina la diversità. La moda appartiene a quel tipo di fenomeni che tendono a un’estensione illimitata e a una realizzazione perfetta, ma che con il conseguimento di questa meta assoluta si contraddicono distruggendosi da sé” [pp. 25-6]
“Il caratteristico tempo «impaziente» della vita moderna significa non soltanto il desiderio di un rapido cambiamento dei contenuti della vita ma anche la potenza del fascino formale del confine, dell’inizio e della fine, del venire e dell’andare […] la moda è contemporaneamente essere e non essere, si trova sempre sullo spartiacque fra passato e futuro e ci dà, finché è fiorente, un senso del presente così forte da superare in questo senso ogni altro fenomeno” [pp. 27-8]
Simmel e la scuola di Chicago Resistenza del soggetto a venir livellato e dissolto dentro un meccanismo tecnico-sociale Riserbo e indifferenza come presupposti necessari del far parte di cerchie più ampie: la libertà della metropoli non è necessariamente una condizione di felicità Individualizzazione come reazione alla preponderanza schiacciante dello “spirito oggettivo” Individualismo dell’uguaglianza e della differenza
La scuola sociologica di Chicago
Caratteristiche della scuola Ruolo culturale della città di Chicago, dove sopravvive lo spirito dei pionieri e la tradizione di conquista dell’ambiente geografico. Centro culturale vivo e originale, privo dell’ingombro dei modelli culturali europei. Cultura liberale e progressista. La città come gigantesco laboratorio sociologico per la scuola, che si dedica alla realizzazione di una gran numero di ricerche sul campo secondo un piano di studio sistematico di ogni aspetto della vita sociale della città (in particolare: disuguaglianze e minoranze). Orientamento politico progressista. Principali esponenti: Robert E. Park, Ernest W. Burgess, L. Wirth, R. McKenzie, N. Anderson. Contributo alla nascita di un pensiero progressista e una cultura della tolleranza attraverso la constatazione diretta delle condizioni di vita dei vari gruppi sociali.
L’approccio ecologico Il problema pratico che l'individuo affronta nel costruirsi un'organizzazione di vita presenta una somiglianza con il problema del controllo biologico dell'ambiente naturale dell'essere vivente Di primaria importanza risultava dunque il concetto di competizione, inteso come competizione per lo spazio. Gli abitanti più forti di un contesto urbano tendono a occupare le posizioni più vantaggiose, mentre gli altri si adattano. Col tempo i primi potrebbero espandersi, obbligando gli altri a una nuova sistemazione (E. W. BURGESS in R. RAUTY 1995). l'impostazione teorica della ecologia sociale della scuola di Chicago trova le sue radici nella cultura del Middle West. Una tradizione in cui, benché la frontiera avesse già ceduto il passo a un'economia metropolitana, sopravvivevano tuttavia lo spirito dei pionieri e la tradizione di conquista dell'ambiente geografico..
Lo sviluppo della città e le aree di transizione