COESIVI E CONNETTIVI.

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Transcript della presentazione:

COESIVI E CONNETTIVI

IL TESTO Testo < TEXTUM, ovvero “tessuto”, derivato dal verbo latino TEXĔRE, “tessere”

La parola è in sé metaforica e indica il fatto che un testo scritto, per esser tale, deve essere coeso come una stoffa, che è formata da un intreccio di trama e ordito. Del resto, altri termini che riguardano i testi alludono a questa stessa metafora: fabula vs intreccio trama

Dante, Paradiso III 91 ss. (Dante si rivolge a Piccarda Donati) Ma sì com’elli avvien, s’un cibo sazia e d’un altro rimane ancor la gola, che quel si chere e di quel si ringrazia, 93 così fec’io con atto e con parola, per apprender da lei qual fu la tela onde non trasse infino a co la spola. 

Ad esempio, questo non è un testo

Non lo è neppure questo (si definisce “testo misto”)

Quali sono i fondamentali principi costitutivi di un testo? 1 Gli studenti sta facendo il compito in classe. Dov’è l’errore? Un testo deve avere COESIONE grammaticale e sintattica

2 Il cibo era ancora surgelato, quindi lo servii agli ospiti oppure Il cibo era ancora surgelato, quindi la luna tramontò Dov’è l’errore? Un testo deve avere COERENZA logica

Inoltre, un testo deve anche rispondere ai seguenti principi regolativi EFFICIENZA (un testo è scritto per uno scopo; per raggiungere tale scopo, non deve esserci un eccessivo dispendio di energie: non si usano cento parole, quando de ne possono usare la metà o anche meno). EFFICACIA (un testo è tale quando centra perfettamente il suo scopo). APPROPRIATEZZA (un testo è tale quando è adatto, appropriato, pertinente al contenuto che deve comunicare. Ad esempio, per un saggio breve lo stile colloquiale non è adatto).

Insomma, il testo è un oggetto unitario, che riesce ad essere tale perché è costituito da un’unità superficiale (linguistico - grammaticale) ed un’unità profonda (di senso e di significato).

UNITÀ SUPERFICIALE COESIONE GRAMMATICALE Reggenze e concordanze (soggetto e verbo, aggettivo e sostantivo, articolo e sostantivo, singolari e plurali, eccetera). Un tipico errore: l’accordo a senso Un milione di persone pensano La maggior parte di voi credono Il 25% degli intervistati rispondono

COESIONE PRONOMINALE I sostituenti (pronomi personali, possessivi, dimostrativi, relativi, indefiniti. I deittici). Marco aveva afferrato lo zaino di Marco, era uscito dalla casa di Marco e aveva preso la bici di Marco. Marco era preoccupato, perché Marco sarebbe stato interrogato e a Marco sembrava di non avere studiato abbastanza. Marco aveva afferrato il suo zaino, era uscito da/di casa e aveva preso la sua bici. Egli era preoccupato, perché sarebbe stato interrogato e gli sembrava di non avere studiato abbastanza.

I collegamenti forici sono di due tipi: I pronomi con cui abbiamo sostituito il nome “Marco” costituiscono una catena forica. I collegamenti forici sono di due tipi: anafora (attenzione: non si tratta della figura retorica!). Nella catena anaforica i sostituenti rimandano all’indietro, verso un sostantivo pieno già citato. Nel nostro caso, tutti i pronomi rimandano indietro al nome pieno “Marco”. Catafora. Nella catena cataforica i sostituenti rimandano in avanti, verso un sostantivo pieno che verrà citato in seguito. Esempio: Guardali: come sono felici gli sposi!

COESIONE LESSICALE Ogni testo ben scritto è caratterizzato da una rete semantica scelta con precisione e appropriatezza. È importante saper usare il lessico, ovvero le parole semanticamente piene. Parole semanticamente piene: sono quelle che rimandano ad un’immagine definita (ciliegia, libro, bosco, pentola sono piene; lì, qua, una, gli sono vuote).

Quali possibilità ho di giocare con le parole semanticamente piene? Ripetizione (soprattutto nel caso del lessico tecnico, non si può evitare) Sinonimia Riformulazione (la sinonimia, ma riferita a persone. Carla Fracci era al Duse: è nota la passione della ballerina per il teatro)

Iponimia (parole con significato più ristretto rispetto a quello di riferimento; gatto è iponimo di felino) Iperonimia (parole con significato più ampio rispetto a quello di riferimento; utensile è iperonimo di martello) Termini generici (cosa, fatto, bello, grande, avere, fare, eccetera. Vanno usati poco) Ellissi (a volte il coesivo può essere sottinteso, perché deducibile dal contesto. Ad esempio: I due artisti erano arrivati. Misero a posto gli strumenti ed iniziarono a suonare).

COESIONE LOGICA Come sottolineo gli snodi principali del discorso? Come chiarisco le relazioni di senso? Attraverso i connettivi.

Tipo di relazione Principali connettivi Tempo Prima, durante, dopo Luogo Qui, là, in alto, in basso Causa - effetto Poiché, quindi, di conseguenza Ordine Innanzitutto, in secondo luogo, per concludere Simmetria o opposizione Da una parte…dall’altra; sia…sia; invece, al contrario Argomentazione o dimostrazione Infatti, in realtà, effettivamente Valutazione Purtroppo, per fortuna. Meglio evitare secondo me, a mio giudizio Struttura Come è già stato scritto; come si leggerà in seguito

L’uso dei connettivi è fondamentale, perché garantisce che il testo corrisponda allo scopo comunicativo di chi scrive. L’errore più comune, invece, è quello di affidare alla punteggiatura la funzione dei connettivi, col risultato di avere una prosa frammentaria.

UNITÀ PROFONDA Perché un testo “regga” occorre avere le idee chiare su quel che si vuole dire. Un pensiero coerente aiuta a produrre un testo coerente.

L’unità profonda è data dall’insieme dei seguenti aspetti: UNITÀ REFERENZIALE (si realizza quando in ogni enunciato ci sono riferimenti ad elementi presenti in altri enunciati del testo) UNITÀ TEMATICA (si realizza quando le parole semanticamente piene sono relative al medesimo argomento)

UNITÀ LOGICA (si realizza quando il testo non è in contraddizione con quanto sappiamo del mondo o quando non c’è contraddizione interna, nel testo stesso) UNITÀ FUNZIONALE (si realizza quando è chiaro lo scopo comunicativo del testo) UNITÀ STRUTTURALE-FORMALE (si realizza quando la struttura del testo è chiaramente divisibile in sequenze, quando il testo rispetta gli schemi stilistici e formali noti – paradigmaticità- ed ha una sua individuabilità, ossia un chiaro inizio ed una chiara conclusione)