Il mercato del lavoro e le rigidità salariali

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Il mercato del lavoro e le rigidità salariali Economia Il mercato del lavoro e le rigidità salariali La disoccupazione (forza lavoro non occupata) ha diverse definizioni: involontaria: squilibrio tra domanda ed offerta di lavoro (eccesso di offerta) volontaria: di chi sarebbe disposto a lavorare, ma ad un salario superiore a quello di mercato frizionale:è temporanea e fisiologica, dipende dai tempi di ricerca di un lavoro keynesiana (o congiunturale): è ciclica ed è causata da un livello di domanda aggregata insufficiente tecnologica: è causata da innovazioni tecnologiche (il progresso tecnico, già in Ricardo e Marx) tali da ridurre il lavoro (sostituendo K a L, ad es, con nuovi macchinari, con l’informatica) strutturale: persistente e non eliminabile, dipende da mancanze di omogeneità (territoriale, professionale, ecc.) Il tasso naturale di disoccupazione comprende sia la disoccupazione frizionale che quella strutturale. La presenza di rigidità dei salari nel mercato del lavoro ha avuto diverse spiegazioni, essendo un mercato particolare (un’istituzione), che ha norme di comportamento diverse da quelle che regolano i mercati dei beni. I salari di efficienza spiegano come il livello di salario abbia influenza positiva sulla produttività del lavoro: le imprese pagano salari più elevati e stabili (rigidità verso il basso) per mantenere buone relazioni con i propri dipendenti e disincentivare scioperi, assenze, conflitti, abbandoni dell’impresa per altre occupazioni: così si aumenta la produttività del lavoro. La remunerazione maggiore dà motivazioni ai lavoratori contro la possibilità di impegnarsi poco nello svolgere il proprio lavoro e di sottrarsi agli obblighi assunti contrattualmente (shirking). L’impresa risparmia sui costi di sorveglianza. I contratti impliciti sono offerti dalle imprese ai lavoratori per ridurre il rischio di disoccupazione e la variabilità del salario. In cambio di un salario più basso e stabile (rigidità verso l’alto) c’è la garanzia di non licenziamento nei momenti sfavorevoli per il mercato e per l’impresa. Non tutte le clausole sono esplicitamente indicate nel contratto di lavoro. Gli interessi degli insiders (gli occupati, dentro le imprese) sono in contrasto con quelli degli outsiders (i disoccupati, fuori dalle imprese): gli insiders, che hanno maggior forza contrattuale, si oppongono all’assunzione di outsiders con salari più bassi, minacciando conflitti e non collaborazione: pertanto il salario non si abbassa. La search theory spiega come chi domanda e chi offre lavoro non riesce a trovare istantaneamente un partner e deve prima cercarlo. E’ la disoccupazione frizionale di chi cerca potenziali opportunità, sapendo che è costoso differire la scelta tra diverse opzioni, ed il risultato ‘ottimo’ della ricerca di un individuo considera i ‘costi’ della ricerca di lavoro (mancanza di mobilità, costi di trasporto, scomodità, livello salariale). La matching theory spiega come si formano nel tempo relazioni stabili con benefici reciproci, in mercati dove le ‘frizioni’ impediscono aggiustamenti istantanei: illustra l’offerta di nuove occupazioni, ed i risultati delle interazioni di più soggetti che operano con la search theory.