Scienza Politica (M-Z) A.A. 2016-2017 Filippo Tronconi Costituzioni Banche centrali
Revisioni costituzionali Quanto è facile modificare la Costituzione? O meglio, quanto questo potere è a portata della maggioranza parlamentare semplice? La prima distinzione è fra costituzioni scritte e consuetudinarie; quindi nel grado di rigidità delle costituzioni scritte Nelle 36 democrazie, solo UK, Nuova Zelanda e Israele non hanno una costituzione scritta In questi casi la maggioranza parlamentare è libera (teoricamente) di modificare qualunque aspetto dell’ordinamento
Le costituzioni scritte sono anche quasi sempre rigide Unica eccezione la Francia fra il 1958 e il 1974 Ma quanto rigide? Quanto è «più complicato» modificare la Costituzione rispetto al procedimento legislativo ordinario? Bicameralismo paritario Maggioranze qualificate (quanto?) Coinvolgimento delle regioni / enti locali Referendum …
La classificazione di Lijphart Dalla democrazia più consensuale alla più maggioritaria: Maggioranze superiori a 2/3 (Arg, Aus, USA, Svi) Maggioranze di 2/3 o equivalenti (Bel, India, Spa) Maggioranze fra ordinaria e 2/3 (Ita, Fra) Maggioranze ordinarie (incuse le costituzioni consuetudinarie) (Isr, UK, NZ, Urug, Isl)
Casi particolari Le maggioranze non sono tutte uguali… il caso dei parlamenti eletti con sistema plurality Alcuni paesi prevedono procedure diverse per parti diverse della Costituzione (ad es. India) La Germania: 2/3 ma Bundestag e Bundesrat sono molto diversi fra loro I Paesi Bassi: proposta di emendamento con il 50%, ma successivo scioglimento della camera e nuova deliberazione con maggioranza di 2/3
Controllo di costituzionalità Chi valuta la costituzionalità delle leggi? Il parlamento (=la maggioranza parlamentare) Le corti ordinarie Uno specifico organo accentrato (Corte Costituzionale) Esistenza formale di un controllo giurisdizionale di costituzionalità, non equivale ad efficacia reale Quanto sono attive le corti (o la Corte Costituzionale) nell’esercitare il loro potere? Controllo giurisdizionale forte, medio, debole, inesistente
Le Banche centrali Cosa fa la Banca centrale? Regola l’offerta di moneta Regola i tassi di interesse Attraverso questi strumenti persegue la stabilità dei prezzi, a volte persegue statutariamente anche l’obiettivo della piena occupazione e/o della crescita economica Alcune Banche centrali contribuiscono al finanziamento del debito pubblico e alla vigilanza sugli istituti di credito
L’indipendenza delle Banche centrali Cukierman e colleghi analizzano l’indipendenza formale delle Banche centrali attraverso quattro famiglie di indicatori Durata in carica del Governatore (maggiore durata, maggiore indipendenza) Strumenti di politica monetaria (responsabilità esclusiva? Ruolo nel processo di bilancio?) Obiettivi (stabilità dei prezzi unico obiettivo? Se sì, maggiore indipendenza) Possibilità di emettere prestiti (solo al governo centrale? Chi definisce il limite massimo?)
Sviluppi internazionali e indipendenza Due processi negli anni novanta: globalizzazione finanziaria e integrazione europea La globalizzazione rende necessario per molti paesi adottare misure che rassicurino i mercati sull’affidabilità dei paesi come debitori Banca centrale indipendente facilita il controllo dell’inflazione e il contenimento del debito pubblico
La BCE La creazione di una Banca Centrale Europea uniforma questa variabile per 13 paesi inclusi nell’analisi di Lijphart Già prima (1992, trattato di Maastricht), convergenza verso maggiore indipendenza Italia e Spagna, ad esempio, assumono valori superiori alla Germania fin dal 1994 La BCE è una banca molto indipendente (sul modello della Bundesbank tedesca): lunga durata del governatore; unico obiettivo la stabilità dei prezzi) Lo “strappo” di Draghi con il quantitative easing