L’ETÀ DI AUGUSTO
Antonio era contrastato da Gaio Ottavio, pronipote di Cesare, molto giovane (19 anni) ma abile
Cesare aveva lasciato a lui tre quarti dei suoi averi e nel testamento lo aveva proclamato suo figlio adottivo, facendogli assumere il nome di Gaio Giulio Cesare Ottaviano
Ottaviano era sostenuto da: alcuni senatori il popolo (a cui aveva pagato la cifra stabilita da Cesare nel testamento) i veterani di Cesare che arruolò in una specie di esercito personale
Ottaviano si fece eleggere console. Lui e Antonio, però, invece di combattersi si allearono nel SECONDO TRIUMVIRATO (43 a. C.), nel quale fu inserito anche Lepido, altro generale di Cesare
Perché si accordarono? Forse perchè i loro eserciti erano formati tutti da ex soldati di Cesare che non volevano scontrarsi gli uni con gli altri
Qual era la differenza rispetto al primo triumvirato? Il secondo fu una vera e propria magistratura, valida per 5 anni, non un accordo privato
Per prima cosa organizzarono la lotta contro i cesaricidi, dichiarati nemici pubblici e inseriti nelle liste di proscrizione. Bruto e Cassio furono sconfitti a Filippi, in Macedonia, nel 42 a. C.
I triumviri si spartirono il potere a Ottaviano l'Italia e le province occidentali
a Lepido l'Africa, ma da subito fu emarginato a Lepido l'Africa, ma da subito fu emarginato. Abbandonò l'Africa e concluse la sua carriera come pontefice massimo
ad Antonio le province orientali ad Antonio le province orientali. Si legò a Cleopatra, adottando modi di governo simili a quelli dei sovrani orientali, considerando il territorio dello Stato come proprio
Cleopatra: Nota per il suo fascino e doti di seduttrice, ma descritta dagli storici di età augustea come capace di ogni vizio e avida di potere. Già amata da Cesare, con cui ebbe un figlio, poi da Antonio
Ottaviano usò questo a suo favore: Si presentò come difensore dei valori tradizionali attaccando Antonio che aveva dato terre a Cleopatra nel 32 a.C. dichiarò guerra a lei trasformando lo scontro con Antonio in una guerra contro una potenza straniera.
La battaglia definitiva si svolse in mare, ad Azio in Grecia (31 a. C La battaglia definitiva si svolse in mare, ad Azio in Grecia (31 a. C.) e vide la sconfitta di Antonio il quale, insieme a Cleopatra, si rifugiò in Egitto dove, l'anno dopo si tolsero la vita. (immagine p. 6)
Finivano così le guerre civili Ottaviano era ormai capo assoluto di Roma Era finita anche la repubblica
Tuttavia… Ottaviano si era presentato come difensore della repubblica per tutto il periodo in cui detenne il potere non proclamò mai la fine della repubblica, né assunse un titolo regale per non turbare l'opinione pubblica romana
Di fatto, però, diede una struttura monarchica allo Stato romano, togliendo sempre più potere alle istituzioni repubblicane: in apparenza il vecchio ordinamento rimaneva nei fatti iniziava il sistema politico imperiale e Ottaviano accentrò tutte le massime cariche nelle sue mani
Divenne: CONSOLE dal 31 a. C. al 23 a. C. IMPERATOR (comando supremo delle forze armate) PRINCEPS SENATUS dal 28 a. C., (il più ragguardevole dei senatori per meriti e autorità: a lui spettava la direzione del dibattito e della votazione). Nasceva il principato
AUGUSTO dal 27 a. C. (titolo di solito attribuito a Giove, che quindi gli dava la sacralità) IMPERIUM PROCONSOLARE senza limiti di spazio e tempo dal 23 a. C., abbandonata la carica di console (comando militare e governo su tutte le province)
TRIBUNICIA POTESTAS (poteri dei tribuni della plebe: sacro e inviolabile, poteva convocare le assemblee popolari, proporre le leggi e farle approvare senza il consenso del senato, porre il veto a qualsiasi magistrato) PONTEFICE MASSIMO dal 12 a. C. PADRE DELLA PATRIA dal 2 d. C.
Il Senato: Apparentemente rimaneva il centro della politica, continuava a discutere le questioni più importanti di fatto, però, era l'imperatore a decidere su tutto.
Alcuni dei senatori, tuttavia, divennero importanti funzionari di Augusto Augusto diede moltissimi poteri ai cavalieri, dando loro la possibilità di possedere terre
Le province: Furono divise in: senatorie: avevano situazione pacifica che non richiedeva la presenza di forze militari imperiali: pericolose, gestite da legati (rappresentanti) di Augusto
alcune province imperiali furono assegnate a procuratori, scelti tra i cavalieri. Tutti dipendevano comunque direttamente da Augusto. Le condizioni delle province migliorarono perché i nuovi funzionari erano stipendiati dallo Stato e non avevano bisogno di sfruttare il loro incarico
A Roma rimasero queste magistrature: prefetto urbano, che si occupava dell'amministrazione, della giustizia e in parte dell'ordine pubblico prefetto della flotta (cavaliere che aveva il comando delle due flotte permanenti)
prefetto dell'annona che provvedeva all'approvvigionamento alimentare di Roma. Augusto stabilì distribuzioni gratuite di grano alla plebe, oltre a finanziare gare e spettacoli negli anfiteatri (panem et circenses)
vigili, con funzione di polizia urbana e pronto intervento per incendi e inondazioni prefetto del pretorio, cavaliere, che gestiva le guardie del corpo dell'imperatore. I pretoriani erano gli unici soldati di norma presenti in Italia
Alcune riforme Ridusse le legioni e diminuì le spese militari I veterani ebbero terre e fondarono nuove colonie Annullò i debiti dei privati verso lo Stato
Iniziò lavori pubblici dando lavoro ai disoccupati Esaltò il ruolo dei liberti dando loro l’amministrazione del suo patrimonio. Essi col tempo, divennero categoria privilegiata
La propaganda Augusto si servì della cultura e della propaganda per consolidare il suo potere. Non agì con il denaro né con la forza, ma coinvolgendo gli intellettuali in una rete di amicizie e relazioni, rendendoli in apparenza partecipi del suo programma di governo.
Fu aiutato da Mecenate: ricco, colto e raffinato, creò un circolo di intellettuali a cui garantiva una vita indipendente e decorosa, e che sollecitava indirettamente a sostenere la politica di Augusto, per esempio elogiando l'età di pace da lui inaugurata.
Appartengono a questo circolo Orazio, Livio e Virgilio. La propaganda ebbe il ruolo di sostenere Augusto nelle imprese di politica estera, quindi la necessità di nuove conquiste che consolidassero i domini di Roma, rendendo sicuri i confini e garantendo la pace, ma anche sminuire gli eventuali insuccessi, presentandoli nel modo meno sfavorevole possibile.
Fece mettere statue sue, templi e monumenti che lo esaltavano
Alcune imprese Dal 26 a. C. al 19 a. C. pacificò la Spagna, nella quale c'erano ancora ribellioni
Nel 25 a. C. sottomise la Valle d'Aosta per rendere sicuro il passaggio dall'Italia alla Gallia; i suoi figliastri, Tiberio e Druso, sottomisero tra il 16 e il 15 a. C. la Rezia e il Norico
Tra il 14 e il 9 a. C. sottomise la Pannonia (oggi Ungheria) e poi la Mesia (Serbia - Bulgaria)
Fallimenti: Il tentativo di conquista dei territori tra il Reno e l'Elba: i Germani insorsero e l'esercito romano venne sconfitto a Teutoburgo. Lì fu fissato il LIMES (confine). Immagine p. 10 A Roma iniziarono le lamentele e Augusto decise di limitarsi a stabilire con i Germani pacifici rapporti commerciali
Il tentativo di acquisire il controllo indiretto sul Regno dei Parti (Iraq - Iran) ai confini orientali dell'impero romano, imponendo sul trono sovrani amici di Roma. Augsto riuscì solo a riavere le insegne romane strappate a Crasso nel 53 a. C.