Sociologia della pubblica amministrazione

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Transcript della presentazione:

Sociologia della pubblica amministrazione Università degli Studi di Cagliari Corso di Laurea Magistrale in Scienze dell’Amministrazione - A.A. 2018/2019 Sociologia della pubblica amministrazione Lezione 10. Anomalie e cambiamenti possibili Sabrina Perra mperra@unica.it

Riferimenti bibliografici Sul tema del mutamento potete usare: 1. Cerase F.P., Pubblica Amministrazione, Carocci, Roma, 1998, cap. 10. 2. FPA, Burocrazia difensiva. Come ne usciamo? Una ricerca FPA, Maggio 2017. FPA - Collana Ricerche, 2017

Una condizione imprescindibile Un cambiamento ha luogo solo se vi sono degli attori interessati a produrlo F. P. Cerase, 1998

Anomalie e potenzialità di cambiamento di una riforma Le potenzialità di cambiamento di una riforma finiscono il più delle volte per essere neutralizzate, imbrigliate, intrappolate, se non del tutto vanificate, dalle anomalie che bloccano la pubblica amministrazione italiana. La nozione di blocco rinvia non ad una situazione di immobilità ma all’incapacità di ottenere i risultati attesi

Il disordine nel disegno delle strutture La struttura organizzativa della pubblica amministrazione italiana si contraddistingue per: una moltiplicazione di organi, uffici, ruoli; una crescente frantumazione della struttura organizzativa complessiva; una esasperata frammentazione delle funzioni Nel tempo tale situazione si è aggravata

Pervasività di un’organizzazione del lavoro di tipo burocratico La pubblica amministrazione italiana mostra una strutturazione organizzativa sostanzialmente omogenea che si ispira al modello ministeriale. Ad esso si associa un’organizzazione burocratica con una forte accentuazione gerarchico-funzionale e un’organizzazione del lavoro improntata ad una marcata suddivisione e parcellizzazione dei compiti ed una gerarchizzazione che sancisce più l’esercizio di una funzione autoritativa e di controllo del lavoro svolto, che una diversa qualificazione del lavoro F. P. Cerase, 1998

Incidenza dell’azione sindacale L’azione sindacale si è contraddistinta per un divario profondo tra enunciazioni di principio, linee di condotta e l’azione concreta dentro la pubblica amministrazione Con le ultime riforme, l’azione sindacale ha ridotto la sua influenza. Anche se continua ad essere parte degli organi di controllo soprattutto nel livello nazionale delle amministrazioni, la contrattazione nelle sedi locali delle stesse ha ridotto la sua importanza

Uscire dal blocco= produrre cambiamento Che cosa cambiare: regole, comportamenti, attese Perché cambiare: direzione e logica del processo

Cos’è la burocrazia difensiva “chiamiamo burocrazia difensiva quell’atteggiamento, comunissimo tra i dipendenti pubblici (soprattutto dirigenti, ma non solo), per cui è solo non facendo che si evitano rischi. È burocrazia difensiva pretendere un doppio canale digitale, ma anche cartaceo per i documenti, perché “non si sa mai”. È burocrazia difensiva chiedere cento pareri prima di prendere una decisione e poi comunque rimandarla al proprio superiore diretto o alla politica e non far nulla se non si ricevono esplicite direttive. È burocrazia difensiva non interfacciare le basi di dati, ma chiedere ai cittadini informazioni che l’amministrazione ha già. È burocrazia difensiva allungare i tempi dell’entrata in vigore di una riforma perché è meglio non essere i primi. È burocrazia difensiva non rischiare, non scegliere, non usare gli strumenti, pur esistenti, della discrezionalità, lasciar fare agli automatismi, cercare neutrali algoritmi, non valutare per non essere valutati”.

PA e mutamento: la burocrazia difensiva/1 Abbiamo lanciato questa inchiesta perché, dopo 28 anni di studio e di osservazione delle amministrazioni, continuiamo a trovarci di fronte una PA ferma, bloccata, in balia di una confusione legislativa, di una bulimia regolatoria, di una coazione a ripetere tale per cui si egifica dieci volte la stessa cosa, ma sempre con piccole differenze. In questo caos, ci raccontano i dipendenti pubblici (e lo stato dei servizi), l’unica salvezza percepita è quella di restare fermi, di aspettare che passi il vento dell’innovazione (che tanto dura al massimo il tempo di un Governo, poi tutto cambia) o di pretendere, prima di applicarle, che le novità diventino obbligatorie e ne sia sanzionata veramente la negligenza e che qualche deus ex machina burocratico o normativo ci liberi dalla paura dei moderni bau-bau della PA: la Corte dei Conti e l’ANAC (Fonte: FPA, C. Mochi Sismondi, 2017)

PA e mutamento: la burocrazia difensiva/2 “Ma esiste o non esiste questa burocrazia difensiva?” abbiamo chiesto al nostro panel.Esiste ed è cresciuta negli ultimi 5 anni ci risponde il 62% del nostro campione. La causa principale del rallentamento dell’azione amministrativa sembra essere l’eccessiva produzione di norme che genera confusione a chi le deve applicare. Si tratta di norme che tendono a sovrapporsi senza chiarire come quella successiva si integri con la precedente. Non è quindi il timore di controlli, rappresentato anche dal possibile intervento della Corte dei Conti, quanto piuttosto questo pasticcio logico generato dallo strumento principale di orientamento dell’azione pubblica: le norme.

Fig. 1 - Cause ed effetti della burocrazia difensiva nelle opinioni del Panel del FPA, 2017

Strumenti contro la burocrazia difensiva riferimento alla necessità di avere una dirigenza che abbia solide competenze, che sia valutata per i risultati e gli effetti che è in grado di produrre, che non sia legata alla politica sia dal punto di vista degli interessi personali, sia dal punto di vista del gioco di ruolo e del balletto delle responsabilità all’interno dei processi decisionali. Altre due misure anti-burocrazia sono lo snellimento delle regole e il completamento della digitalizzazione di servizi e procedure. Insomma le misure antiburocrazia paiono essere, rispetto al contesto di riferimento, due vere e proprie rivoluzioni.