L’assiuolo di Giovanni Pascoli

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Transcript della presentazione:

L’assiuolo di Giovanni Pascoli percorso di analisi del testo poetico

Prima indagine formale Livello metrico e ritmico - il verso · individuazione del numero di sillabe   - la strofa e la rima:  · individuazione struttura strofica (classica / libera) · individuazione delle rime: tipo (alternata, baciata, …; ricca, equivoca, …) e ricorrenza

L’assiuolo Dov’era la luna? ché il cielo notava in un’alba di perla, ed ergersi il mandorlo e il melo parevano a meglio vederla. Venivano soffi di lampi da un nero di nubi laggiù; veniva una voce dai campi: chiù ... Le stelle lucevano rare tra mezzo alla nebbia di latte: sentivo il cullare del mare, sentivo un fru fru tra le fratte; sentivo nel cuore un sussulto, com’eco d’un grido che fu. Sonava lontano il singulto: chiù... Su tutte le lucide vette tremava un sospiro di vento: squassavano le cavallette finissimi sistri d’argento (tintinni a invisibili porte che forse non s’aprono più?...); e c’era quel pianto di morte... chiù... Doppie quartine di novenari a rima alternata (ABAB-CXCx; ecc); l’ultimo verso di ciascuna strofa, che riproduce il richiamo dell’assiuolo, è ternario

Seconda indagine formale Livello fonico: -  sillabe ricorrenti -  vocali aperte / vocali chiuse -  suoni aspri / suoni dolci -  paronomasia -  consonanze / assonanze ricorrenti allitterazioni   onomatopee

L’assiuolo Dov’era la luna? ché il cielo notava in un’alba di perla, ed ergersi il mandorlo e il melo parevano a meglio vederla. Venivano soffi di lampi da un nero di nubi laggiù; veniva una voce dai campi: chiù ... Le stelle lucevano rare tra mezzo alla nebbia di latte: sentivo il cullare del mare, sentivo un fru fru tra le fratte; sentivo nel cuore un sussulto, com’eco d’un grido che fu. Sonava lontano il singulto: chiù... Su tutte le lucide vette tremava un sospiro di vento: squassavano le cavallette finissimi sistri d’argento (tintinni a invisibili porte che forse non s’aprono più?...); e c’era quel pianto di morte... chiù... 1^ Strofa presenta l’allitterazione della “r”, le vocali tematiche sono la “e” e la “a”: i suoni sono piuttosto aperti, l’idea generale non è però gioiosa. A fine verso compare per la prima volta l’onomatopea “chiù” che si ripeterà per tutta la poesia. 2^  Strofa contiene l’allitterazione di “s”, la vocale tematica è la “u”; si ha infatti una sonorità piuttosto cupa. Troviamo rime al mezzo al verso 11 e si ha armonia imitativa al verso 12 dove risalta forte la “f”. Importante a livello fonico anche il “fu” del verso 14 in quanto, essendo l’unico verbo al passato remoto, catalizza l’attenzione. 3^ Strofa è caratterizzata dall’allitterazione della “s” ed “l”, le vocali tematiche sono la “e” e la “i”. La sonorità quella è tipica delle strofe riflessive: ogni parola è volta a definire un quadro piuttosto cupo ma non drammatico

Terza indagine (sempre formale, ma che comincia ad avvicinarci ai contenuti) Livello lessicale: -  parole poetiche, parole appartenenti a lessici specialistici e/o tecnici; -   aggettivi frequenti / aggettivi rari -   lunghezza / brevità delle parole -   pronomi personali -   sostantivi

Tanti sostantivi, non molti aggettivi, poche congiunzioni La presenza di molti sostantivi e di pochi aggettivi è di per sé significativa. L'aggettivo viene usato per conferire ad un sostantivo un colore, un attributo, un valore che lo stemperino o lo rafforzino, che lo modifichino, insomma; il sostantivo da solo definisce e puntualizza, ritrae l'oggetto così com'è. Ne “L’assiuolo” la relativa abbondanza dei sostantivi è funzionale ad una descrizione referenziale del paesaggio. L'insieme deve dare il risultato di un bozzetto, di uno schizzo in cui le immagini appaiono come a flash ma rimangono impresse nell’immaginazione. Viene ben descritto il paesaggio naturale ma non appare figura umana.

CONGIUNZIONI: Partiamo dalle congiunzioni: la prime sono “ed – e” del v.3 della prima strofa; si tratta di semplici coordinative copulative che legano insieme due sostantivi, costituendo un’enumerazione    Più importante è, forse, l’ “e” del penultimo verso della poesia: la lirica è caratterizzata da un abbondante uso della punteggiatura che spesso sostituisce le congiunzioni creando pause brevi e lunghe , ma in questo verso la congiunzione copulativa, nella forte posizione d’apertura, crea uno stacco netto rispetto a quanto detto in precedenza (dal punto di vista fonico) e lascia una forte impressione di turbamento. L’assiuolo Dov’era la luna? ché il cielo notava in un’alba di perla, ed ergersi il mandorlo e il melo parevano a meglio vederla. Venivano soffi di lampi da un nero di nubi laggiù; veniva una voce dai campi: chiù ... Le stelle lucevano rare tra mezzo alla nebbia di latte: sentivo il cullare del mare, sentivo un fru fru tra le fratte; sentivo nel cuore un sussulto, com’eco d’un grido che fu. Sonava lontano il singulto: chiù... Su tutte le lucide vette tremava un sospiro di vento: squassavano le cavallette finissimi sistri d’argento (tintinni a invisibili porte che forse non s’aprono più?...); e c’era quel pianto di morte... chiù...

L’assiuolo Dov’era la luna? ché il cielo notava in un’alba di perla, ed ergersi il mandorlo e il melo parevano a meglio vederla. Venivano soffi di lampi da un nero di nubi laggiù; veniva una voce dai campi: chiù ... Le stelle lucevano rare tra mezzo alla nebbia di latte: sentivo il cullare del mare, sentivo un fru fru tra le fratte; sentivo nel cuore un sussulto, com’eco d’un grido che fu. Sonava lontano il singulto: chiù... Su tutte le lucide vette tremava un sospiro di vento: squassavano le cavallette finissimi sistri d’argento (tintinni a invisibili porte che forse non s’aprono più?...); e c’era quel pianto di morte... chiù... AGGETTIVI: Gli aggettivi hanno tutti senso translato: sono tutti studiati per conferire un aspetto caratteristico al sostantivo a cui si riferiscono

L’assiuolo Dov’era la luna? ché il cielo notava in un’alba di perla, ed ergersi il mandorlo e il melo parevano a meglio vederla. Venivano soffi di lampi da un nero di nubi laggiù; veniva una voce dai campi: chiù ... Le stelle lucevano rare tra mezzo alla nebbia di latte: sentivo il cullare del mare, sentivo un fru fru tra le fratte; sentivo nel cuore un sussulto, com’eco d’un grido che fu. Sonava lontano il singulto: chiù... Su tutte le lucide vette tremava un sospiro di vento: squassavano le cavallette finissimi sistri d’argento (tintinni a invisibili porte che forse non s’aprono più?...); e c’era quel pianto di morte... chiù... Descrizione impressionista: Come già accennato in precedenza la natura è un elemento di forte rilievo in questa lirica ma non viene descritta in modo preciso, nei dettagli; si ha bensì l’impressione di scorgere le immagini per un attimo, illuminate dal tocco descrittivo del poeta, che poi subito le riavvolge nell’oscurità: il primo piano è spesso ben definito, ma rimane oscuro lo sfondo. Troviamo elementi che definiscono l’impossibilità di scorgere nitidamente quanto si sta descrivendo.

L’assiuolo Dov’era la luna? ché il cielo notava in un’alba di perla, ed ergersi il mandorlo e il melo parevano a meglio vederla. Venivano soffi di lampi da un nero di nubi laggiù; veniva una voce dai campi: chiù ... Le stelle lucevano rare tra mezzo alla nebbia di latte: sentivo il cullare del mare, sentivo un fru fru tra le fratte; sentivo nel cuore un sussulto, com’eco d’un grido che fu. Sonava lontano il singulto: chiù... Su tutte le lucide vette tremava un sospiro di vento: squassavano le cavallette finissimi sistri d’argento (tintinni a invisibili porte che forse non s’aprono più?...); e c’era quel pianto di morte... chiù... Il registro linguistico denota la scelta di termini per lo più di medio livello; del resto, anche nei contenuti, poche sono le espressioni (che poi vedremo essere per lo più figure retoriche) che esulano dall’immaginario comune

Percezioni sensoriali in Pascoli Il paesaggio descritto LA MAPPA DEI SENSI proviamo adesso a compilare una mappa delle percezioni sensoriali a cui rimanda la poesia L’assiuolo Vista Il paesaggio descritto Udito Rumore del vento; Voce dai campi; Richiamo dell’assiuolo; Suono del mare; Sussulto; Grido Olfatto Vento; Nebbia; Mare NOTTE Gusto

Quarta indagine formale Livello morfologico e sintattico: -  tempi e modi dei verbi (loro dislocazione all’interno del componimento) -  sintassi piana / mossa; nominale; franta -  ipotassi / paratassi -  la sintassi coincide / non coincide con la metrica: § fine verso = fine periodo ? § pausa interna al verso = punto fermo ? § enjambement?

L’assiuolo Dov’era la luna? ché il cielo notava in un’alba di perla, ed ergersi il mandorlo e il melo parevano a meglio vederla. Venivano soffi di lampi da un nero di nubi laggiù; veniva una voce dai campi: chiù ... Le stelle lucevano rare tra mezzo alla nebbia di latte: sentivo il cullare del mare, sentivo un fru fru tra le fratte; sentivo nel cuore un sussulto, com’eco d’un grido che fu. Sonava lontano il singulto: chiù... Su tutte le lucide vette tremava un sospiro di vento: squassavano le cavallette finissimi sistri d’argento (tintinni a invisibili porte che forse non s’aprono più?...); e c’era quel pianto di morte... chiù... La presenza così massiccia di voci verbali è assai significativa nella lirica. Il modo più importante è infatti quello dell'indicativo e il solo tempo usato è quello dell’imperfetto con due uniche eccezioni, già citate nell’analisi fonica (v.14 e 22). Il tutto appare però come imprigionato dal passato, più lontano di quanto il tempo verbale lasci trasparire.

L’assiuolo Dov’era la luna? ché il cielo notava in un’alba di perla, ed ergersi il mandorlo e il melo parevano a meglio vederla. Venivano soffi di lampi da un nero di nubi laggiù; veniva una voce dai campi: chiù ... Le stelle lucevano rare tra mezzo alla nebbia di latte: sentivo il cullare del mare, sentivo un fru fru tra le fratte; sentivo nel cuore un sussulto, com’eco d’un grido che fu. Sonava lontano il singulto: chiù... Su tutte le lucide vette tremava un sospiro di vento: squassavano le cavallette finissimi sistri d’argento (tintinni a invisibili porte che forse non s’aprono più?...); e c’era quel pianto di morte... chiù... La struttura sintattica coincide generalmente con quella metrica: si ha quindi una certa linearità.

Quinta indagine formale L’assiuolo Dov’era la luna? ché il cielo notava in un’alba di perla, ed ergersi il mandorlo e il melo parevano a meglio vederla. Venivano soffi di lampi da un nero di nubi laggiù; veniva una voce dai campi: chiù ... Le stelle lucevano rare tra mezzo alla nebbia di latte: sentivo il cullare del mare, sentivo un fru fru tra le fratte; sentivo nel cuore un sussulto, com’eco d’un grido che fu. Sonava lontano il singulto: chiù... Su tutte le lucide vette tremava un sospiro di vento: squassavano le cavallette finissimi sistri d’argento (tintinni a invisibili porte che forse non s’aprono più?...); e c’era quel pianto di morte... chiù... Quinta indagine formale Metafora Figure retoriche di ordine e di significato. Sinestesia Personificazione Metafora Anafora Metafora Anafora Personificazione

L'analisi può ora procedere tornando ad analizzare il piano dei contenuti Parafrasi (espressione in prosa del contenuto denotativo)   Mi domando dove fosse la luna, visto che il cielo aveva un colore chiaro e il mandorlo e il melo sembravano sollevarsi per vederla meglio. Da nuvole nere in lontananza venivano dei lampi mentre una voce nei campi ripeteva: chiù. Solo poche stelle brillavano nella nebbia bianca. Sentivo il rumore delle onde del mare, sentivo un rumore tra i cespugli, sentivo un’agitazione nel cuore al ricordo di una voce che evocava un dolore antico. Si sentiva un singhiozzo lontano: chiù. Sulle vette dei monti illuminate dalla luna, soffia un vento leggero mentre il canto delle cavallette sembra il suono dei sistri funebri che bussano alle porte della morte che forse non si aprono più?… e continua insistentemente un pianto funebre … chiù…

Le sequenze Nella prima strofa troviamo uno scorcio d’alba, ci sono infatti elementi che richiamano a questo momento particolare del giorno: la luna che comincia a svanire, le nubi che ancora non abbandonano il cielo e gli alberi che contornano il paesaggio. Nella seconda strofa, invece, seguiamo il poeta in un viaggio verso l’interiorità umana: la descrizione del paesaggio cominica ad essere abbinata a sensazioni personali. Questa seconda doppia quartina sprigiona un forte senso di tristezza malinconica. L’ultima strofa, è fortemente allusiva, tende alla disperazione e lascia un delicato senso di morte, non drammatico ma ben percettibile.

Gli spazi Descrizione di una zona esterna Zoom: Il poeta può essere immaginato come un regista che una per ogni strofa del suo componimento un’inquadratura differente: Dov’era la luna? ché il cielo notava in un’alba di perla, ed ergersi il mandorlo e il melo parevano a meglio vederla. Venivano soffi di lampi da un nero di nubi laggiù; veniva una voce dai campi: chiù ... Le stelle lucevano rare tra mezzo alla nebbia di latte: sentivo il cullare del mare, sentivo un fru fru tra le fratte; sentivo nel cuore un sussulto, com’eco d’un grido che fu. Sonava lontano il singulto: chiù... Su tutte le lucide vette tremava un sospiro di vento: squassavano le cavallette finissimi sistri d’argento (tintinni a invisibili porte che forse non s’aprono più?...); e c’era quel pianto di morte... chiù...                                     Descrizione di una zona esterna Zoom: Progressiva interiorizzazione del paesaggio Ritorno alla descrizione dell’esterno

In generale è necessario capire tutte le parole ed identificare i nuclei tematici fondamentali della poesia; nel caso di poesie lunghe, si deve prima dividere in sequenze l’intero componimento, poi si individueranno i nuclei tematici, quindi riassumere in poche righe il contenuto si deve puntare ad individuare prima possibile le parole-chiave e le aree semantiche presenti nella poesia; se si è fatta un’analisi testuale precisa, sarà molto semplice, perché spesso la metrica. la punteggiatura e la sintassi aiutano il lettore ad individuarle (sono per lo più in ‘posizioni forti’, cioè all’inizio o alla fine del verso o della strofe)

Conclusione Come ultimo stadio dell’analisi si deve passare alla contestualizzazione del brano. Con l’aiuto del docente o del libro si deve confrontare il brano da analizzare con altre poesie del medesimo autore, per comprendere somiglianze / dissomiglianze a livello di forma e di contenuto. In una seconda fase si potrà anche confrontarle con altre opere di genere diverso, che appartengono allo stesso periodo e allo stesso contesto. Ulteriore operazione sarà confrontarla con altri brani tematicamente legati, ma appartenenti a momenti e luoghi diversi della letteratura mondiale (individuazione di topoi).

fine