Verso il laboratorio dell’economia sociale e solidale di Bergamo Sabato 26 gennaio AUDITORIUM ERMANNO OLMI
Verso il laboratorio dell’economia sociale e solidale del territorio bergamasco DA DOVE VENIAMO? Ciascuno di noi è dentro una propria storia nella quale abbiamo provato a costruire un’alternativa. Da T.I.N.A. in poi… A BERGAMO NEGLI ULTIMI ANNI…
CONDIVISIONE DI ALCUNI PRINCIPI DI RIFERIMENTO L’Economia sociale e solidale si propone di ri-orientare le politiche pubbliche, il commercio, la produzione, la distribuzione, il consumo, gli investimenti, il denaro, la finanza e le diverse forme di proprietà al servizio del benessere delle persone e dell’ambiente. Quel che contraddistingue il movimento dell’economia solidale è l’approccio pluralista, evitando modelli rigidi e ideologici con un’unica direzione giusta. L’Economia sociale e solidale dà valore e si costruisce a partire dalle pratiche concrete. CONDIVISIONE DI ALCUNI PRINCIPI DI RIFERIMENTO
CONVINZIONE DELLA NECESSITA’ DI UN NUOVO PARADIGMA «…scomodando la teoria sociologica del dono, saremmo tentati di rovesciare il paradigma tutto economico che solo dalla crescita discende la possibilità di includere, sostenendo invece che solo se fai comunità di cura costruisci comunità operose. Se fai il sociale alimenti il capitale sociale e solo così produci capitale, non viceversa. Un bel rovesciamento di paradigma soprattutto di questi tempi di crisi del welfare state e forbice sempre più divaricata tra ricchi e poveri, tempi interroganti sul come con-crescere nella coesione sociale.» (Aldo Bonomi – Microcosmo 8 Gennaio – Il Sole 24 ore) CONVINZIONE DELLA NECESSITA’ DI UN NUOVO PARADIGMA
ConsapevolEZZA DELLA NOSTRA FORZA Le molteplici crisi ormai “permanenti” (finanziaria, economica, ambientale e sociale) che stanno causando danni crescenti per le popolazioni e gravi squilibri per il pianeta, stanno generando in tutto il mondo forme di resistenza, sempre più diffuse e multiformi, che provano a proporre a livello locale modelli alternativi di produzione, distribuzione, consumo e risparmio. Oggi, l'Economia Sociale e Solidale (ESS) è un'alternativa reale di produzione, distribuzione e consumo. Un fenomeno che si sta diffondendo che rappresenta oltre il 10% di tutte le imprese dell'Unione Europea, coinvolgendo più di 13,6 milioni di persone - circa il 6,3% dei lavoratori dell’UE, 82 milioni di volontari. (Ricerca Europea Rete Ripess) ConsapevolEZZA DELLA NOSTRA FORZA
MA ANCHE DEI RISCHI E Delle fragilita’ Nel Libro «Postcapitalismo» Paul Mason parla del nuovo sentiero dell’economia sociale e solidale e della produzione collaborativa sottolineando tre tendenze che rischiano di essere rischiose: - vivere i nostri progetti solo come un «rifugio» dal mondo liberista - non credere alle potenzialità della rete tecnologica - non fare i conti con le istituzioni e la politica MA ANCHE DEI RISCHI E Delle fragilita’ Nella ricerca di Aaster commissionata dalla Provincia sullo «smart land» del territorio bergamasco si legge che: «Dopo 10 anni di crisi e transizione il nostro territorio sta esprimendo, per quanto in modo ancora debole e confuso, fenomeni e processi di innovazione diffusa. Sono segnali che necessitano però di essere accompagnati e sostenuti perché caratterizzati da debolezza strutturale e nel rapporto con la sfera del mercato. C’è un vitalismo progettuale nei territori che rappresenta una nuova modalità di affrontare le questioni sociali. Attraverso meccanismi di cooperazione e economie di collaborazione e partenariati pubblico-privato in cui spesso la componente più attiva è il giovane imprenditore agricolo, l’associazione di recupero di antiche colture, la cooperativa sociale e via dicendo. Sono soggetti privati che realizzano funzioni pubbliche e che producono beni pubblici come la cura del paesaggio, la qualità dei prodotti, la tutela di saperi e delle culture radicate, reti e relazioni di scambio e cooperazione. Lungo questa direzione, anche le istituzioni hanno il dovere di fare la loro parte. Emerge una esigenza di coordinamento, di sintesi delle reti, di visione generale su quale possa essere una nuova direzione dello sviluppo. Viene sottolineata una debolezza organizzativa e strutturale delle esperienze: dai giovani piccoli agricoltori biologici delle vallate passando per le reti progettuali dei Comuni fino alle reti di cittadinanza attiva che cercano di fare da tessuto connettivo tra produttori del territorio e mercati nella città, gli innovatori diffusi vivono un problema di crescita organizzativa, di saperi, di produzione, di capacità di accesso al mercato»
LUNGO QUESTA STRADA OGGI PROPONIAMO: -COMINCIARE UN PERCORSO DI DIALOGO SUL TERRITORIO PER LA COSTRUZIONE DEL BANDO A SOSTEGNO DELLE “NUOVE ECONOMIE DI COMUNITA’” -INSERIRCI IN UNA DIBATTITO CHE VA OLTRE IL NOSTRO TERRITORIO PER UNA MAGGIORE CONSAPEVOLEZZA POLITICA - PROSEGUIRE IL PERCORSO SULLA LEGGE REGIONALE DI INIZIATIVA POPOLARE PER LA ESS PER CHIEDERE AI LIVELLI ISTITUZIONALI RICONOSCIMENTO E SOSTEGNO
ISTITUTI EDUCATIVI IL BANDO SULLE NUOVE ECONOMIE DI COMUNITA’ FINALITA’ AMBITI PERCORSO Sostenere progetti e soggetti che operano per promuovere lo sviluppo di un sistema economico locale solidale e sostenibile a partire dalla valorizzazione delle prassi già diffuse sul territorio 1. Economia sociale e solidale 2. Economia agroalimentare 3. Economia di comunità 4. Formazione Ascolto di tutti i soggetti interessati nei mesi di febbraio, marzo, aprile Pubblicazione del bando nel mese di maggio Produzione di una ricerca sui progetti svolti
1.Economia sociale e solidale Promozione di interventi volti diffondere e potenziare le esperienze dell’economia sociale e solidale nei seguenti settori: commercio equo e solidale, consumo critico e gruppi di acquisto solidale, finanza etica, mobilità sostenibile, economia circolare, sistemi di scambio locale, riuso e riciclo dei beni, rapporto cibo-democrazia. 1.Economia sociale e solidale
2.Economia agroalimentare -Promozione di processi di produzione agroalimentare volti alla salvaguardia e alla valorizzazione delle risorse ambientali, all’educazione ambientale e alla diffusione di buone pratiche di sostenibilità. -Tutela e valorizzazione del comparto agroalimentare locale, della filiera corta e dei principi dell’economia sociale e solidale. -Produzione agricola e agroalimentare mirata al biologico. -Sostegno all’agricoltura multifunzionale. -Sostegno ai progetti che operano per la salvaguardia della biodiversità. 2.Economia agroalimentare
Sostegno a progetti di comunità resilienti e “smart land” Sostegno a progetti di comunità resilienti e “smart land”. Iniziative in ambito turistico e culturale che prevedano la partecipazione delle comunità locali, la diffusione di un turismo sostenibile e la valorizzazione dei beni comuni. Iniziative per la diffusione di una cultura dell’integrazione (migranti e soggetti fragili) e della sicurezza integrata. Welfare di comunità e collaborativo, inteso come l'insieme delle azioni che fanno dell’aiuto tra pari, dello scambio, della reciprocità il loro perno. Progetti educativi e didattici e innovativi con particolare attenzione alla dimensione ambientale 3. Economia di comunità
Coinvolgimento del mondo giovanile e scolastico per il riconoscimento di «borse di studio» intitolate a “Ermanno Olmi” per progetti, idee e percorsi rientranti nelle aree precedenti e collaborazione col progetto Erasmus sulla ESS nel mondo della formazione professionale 4. Formazione