La dissoluzione del potere
Incastellamento L’incastellamento come rimedio ai nemici esterni e ai mali christiani Castelli “spontanei” - distinti da quelli autorizzati dal potere regio - come “piena proprietà” di laici, ecclesiastici o “consorzi” (IX-X sec.) I castelli dei funzionari pubblici sono affidati a custodi che tendono a radicarsi e a patrimonializzare la carica come tutti i funzionari pubblici
Carattere dell’incastellamento Possedere un castello, anche a titolo privato, significa possedere un potere pubblico L’incastellamento accentua, a livello locale, il “processo dissociativo” dei regni postcarolingi L’incastellamento ha carattere instabile e mutevole L’incastellamento continua anche quando cessa il pericolo delle incursioni
Il dominatus loci o signoria di banno Potere spontaneo a carattere pubblico e tendenzialmente territoriale Potere incentrato su una fortezza costruita in prossimità dei possessi fondiari Potere esercitato anche su servi e coloni di altri signori e su liberi homines • Potere che si confonde e si interseca con altre sfere di potere
Tipologia dei domini loci Dinasti territoriali: ufficiali pubblici (conti, marchesi, duchi) e custodi di castelli: l’origine del potere è pubblica Episcòpi e abbazie: l’origine del potere è l’immunità Signori laici: il potere non ha origine pubblica, ma assume carattere pubblico
castelli strumenti di predominio Su chi esercita il potere ↓ coloni e servi che coltivano le sue terre allodieri = proprietari liberi contadini che lavorano le terre di altri signori
Nuove forme di autonomia Città vescovile ↓ origine romana centro ecclesiastico e amministrativo (diocesi) ampliamento dei poteri dei vescovi
Poteri dei vescovi Funzioni civili costruzione o restauro delle mura cittadine poteri comitali di districtus (comando e coercizione) concessi dall’imperatore collaborazione con le famiglie eminenti
Il movimento comunale
Comune italiano Il Comune è un “signore collettivo”, che nasce nel periodo della crescita dei poteri signorili e che utilizza gli stessi strumenti per sottomettere il territorio • I milites sono tra i protagonisti 1080-1120 Prime attestazioni dei Comuni consolari in Italia centro-settentrionale
La città medievale XI-XIII crescita generalizzata delle collettività urbane (demograficamente differenti) • Il dibattito sulle origini del Comune: eterogeneità degli sviluppi comunali • Omogeneità del regime giuridico cittadino («L’aria della città rende liberi») • Dinamismo delle forze cittadine: mercanti, milites, uomini di legge
crescita dell’autonomia Le cittadinanze ottengono potere politico, con magistrature collegiali elettive con rotazione degli incarichi Ciò avviene con modalità e esiti diversi in tutt’Europa tra XI e XIII secolo Sono esclusi dalla cittadinanza schiavi, domestici, lavoratori giornalieri, immigrati poveri, girovaghi, prostitute, ebrei e musulmani Il potere cittadino è monopolizzato da ceti egemoni: borghesi e ministeriali in Europa, anche milites in Italia
Caratteristiche del movimento comunale in Italia Il ceto mercantile non è il solo protagonista, come fuori d’Italia. Quasi sempre è presente un ceto di milites (possesso fondiario, domini signorili nelle campagne) I Comuni sono quasi “città-stato”, di fatto indipendenti dai poteri sovrani Il Comune sottomette il contado in vari modi (conquista, cittadinatico, vincolo vassallatico, affrancazione dei servi) = nascono stati cittadini Il potere è gestito da organi collegiali elettivi (consoli, arengo) e regolamentato da esperti di diritto