L’altra faccia del potere

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Transcript della presentazione:

L’altra faccia del potere Chi per timore di miseria si priva della libertà, più preziosa dell’oro, per ingordigia, perché del poco non si appaga, si porterà un padrone sulle spalle. (Orazio)

Fin dall’origine della vita vi è una spinta potente che muove l’animale ad andare verso le cose: l’attrazione. La prima forma di attrazione è la chemiotassi. La chemiotassi è la capacità delle cellule, dei batteri e degli altri organismi unicellulari di dirigersi verso uno stimolo chimico.

Il bisogno di sopravvivenza, come pure quello della riproduzione passa per l’attrazione. La spinta aumenta con l’aumentare della carenza, in presenza della quale l’attrazione si trasforma in frenesia e la ricerca subisce il rafforzamento motivazionale.

È un po’ la situazione dei predatori. Gli erbivori non devono rincorrere l’erba e le piante, mentre i carnivori devono mettercela tutta per sopravvivere. È evidente quindi che quando vanno a segno divorano in “preda” ad un piacere compensatorio, la cui soddisfazione ha l’effetto di potenziare l’azione.

Inoltre il rafforzamento motivazionale della frenesia va ad inibire la repulsione, (vedi il predatore che si nutre di carogne), ma anche la paura, confermando l’attrazione forte avventandosi sulle prede senza controllo, divorandole con rapidità, magari ringhiando contro gli eventuali competitori.

Ma la volpe o la faina in un pollaio non uccidono una sola preda, ma fanno un macello divorando un po’ qua ed un po’ là, prese dalla frenesia alimentare. La frenesia delle volpi che distruggono il pollaio, può essere vista come il punto di passaggio fra la spinta positiva (= volta solo alla sopravvivenza della specie) e la negativa frenesia.

È però questa spinta positiva la causa prima della frenesia sessuale dei ragni e delle mantidi maschi. E anche se questo comportamento costerà loro inevitabilmente la vita, questa frenesia sessuale è però finalizzata all’omeostasi della specie in quanto, dopo l’accoppiamento, la femmina rifiuterà di accoppiarsi con altri maschi.

Oltretutto, questo maschio è funzionale alla stessa omeostasi della femmina risultando essere un partner che le fornisce sia spermatozoi sia sostanze nutritive, e quindi, permettendo alla femmina di ridurre i rischi connessi alla ricerca delle prede, il maschio avrà maggiori probabilità di perpetuare i suoi cromosomi.

La frenesia della mantide maschio, che si lascia mangiare dalla mantide femmina durante l’accoppiamento, è identica a quella del leone e di tutti gli altri animali che difendono  il proprio harem. L’unica differenza è che la mantide maschio, per possedere in esclusiva una femmina, “trova conveniente” l’essere mangiato dalla femmina (e questo perché le mantidi possono accoppiarsi una sola volta nel corso della loro vita).

Nel caso dei leoni, che possono accoppiarsi più volte nel corso della loro vita, la selezione naturale ha trovato più conveniente che il maschio possa rischiare la vita per difendere il proprio harem. È solo per perpetuare i propri cromosomi che il leone passa molto del suo tempo a segnare con l’urina il proprio territorio e rischia continuamente la propria vita contro gli altri leoni per conservare il proprio harem.

Il discorso per l’uomo si fa molto più serio e tragico, perché la frenesia si generalizza a tutto il suo stile di vita, quindi all’alimentazione, al possesso, al sesso, al dominio e alle idee.

La frenesia alimentare è diventata la causa delle più diffuse malattie nelle società più avanzate. La frenesia sessuale di tipo prestazionale è il disastro di molte relazioni affettive. La frenesia da possesso e successo è il viatico di tante depressioni. La frenesia da dominio è il pericolo più subdolo di ogni democrazia.

E poiché la frenesia è una modalità arcaica di tipo omeostatico, essa influenza e caratterizza ogni comportamento in modo inconscio. Il politico affetto da frenesia di potere, è facilmente corrompibile, perché è frenetico anche nel possesso. Ma si dà il caso che lo sia anche nei suoi comportamenti sessuali.

Variabili attivanti 1) Il dato carenziale (la frenesia è direttamente proporzionale alla carenza, cioè alla quantità di bisogno) 2) Il dato di disponibilità ambientale (la frenesia è direttamente proporzionale alla quantità di stimoli ambientali) 3) Il dato culturale (la frenesia è direttamente proporzionale al consenso culturale e all’atteggiamento individuale)

carenza Il patimento della carenza ha un forte potere mnestico, perché collegato alla sopravvivenza. Ogni frenesia ha la sua origine sia nella storia individuale, come nella storia della specie o del gruppo di appartenenza. Rimane scritta nella memoria individuale, in quella genetica ed anche in quella collettiva.

Esistono tre tipi di carenza. Carenza primaria: riguarda i bisogni di sopravvivenza e riproduzione. Carenza secondaria: riguarda i bisogni di affettivi, sociali e di appartenenza. Carenza culturale: riguarda i bisogni di conoscenza, significato e finalità, cioè senso, valore e futuro.

Le carenza primaria scatena prevedibilmente la frenesia alimentare, del possesso e del sesso. Le carenze secondarie scatenano invece le frenesie compensatorie del successo, quelle del controllo e del potere. Le carenze di terzo tipo spingono verso le frenesie ideologiche, le visioni del mondo totalizzanti e le dipendenze dai leader religiosi o politici.

disponibilità ambientale Ovviamente la volpe diventa frenetica nel pollaio, il ladro in oreficeria, il goloso in pasticceria, il prepotente in ambiente illegale ed il demagogo sguazza nell’ignoranza. Sono i presidi della legalità, dei diritti e della democrazia a tener a bada le frenesie distruttive individuali.

le povertà La povertà non è solo la penuria del sostentamento. Esistono anche le povertà sociali con le disparità delle opportunità (meritocrazia); le povertà culturali, che generano l’umiliazione delle libertà e dei diritti, le dipendenze d’ogni tipo e le vittime delle manipolazioni politiche e culturali.

Molti arricchimenti hanno origine in frenesie non inibite: vedi corruzione, evasione e prepotenze. Sprechi, cattiva distribuzione e sfruttamenti stanno scritti storicamente nelle potenzialità frenetiche dell’animale Homo sapiens sapiens. Solo l’impegno individuale, la cittadinanza consapevole e la legalità hanno il potere di porvi rimedio, prima che le volpi e le faine facciano carneficina d’ogni dignità.

Dei peccati dei ricchi fanno penitenza i poveri! ARRIVEDERCI