Raccontare storie PP. 152-159.

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Transcript della presentazione:

Raccontare storie PP. 152-159

Nell’uomo è presente da sempre un innato bisogno di raccontare storie… Fin dai tempi più antichi gli uomini hanno affidato a forme diverse le loro storie: La favola La fiaba La novella Il racconto Il romanzo Nell’uomo è presente da sempre un innato bisogno di raccontare storie…

1. Gli ingredienti della favola Le origini non sono note (forse nasce in Oriente) ma sono certamente popolari: la favola nasce cioè presso i ceti sociali più umili che, non potendo esprimere le proprie convinzioni, le affidano a un mondo parallelo di esseri zoomorfi. È una forma di narrazione breve molto antica, presente nella cultura di molti popoli, scritta perlopiù in versi. Trasmette un insegnamento, una morale ( che può esser esplicita, sotto forma di proverbio o di massima; implicita, ricavabile dalla lettura) I protagonisti sono animali o esseri inanimati che incarnano vizi e virtù umane. Si ispira al mondo reale e quotidiano, popolato da persone comuni con difetti e debolezze. La struttura narrativa è fissa: presentazione personaggi + svolgimento + sintetica conclusione

Gli inventori delle favole Dall’Oriente giunge in Grecia grazie ad Esopo Francia XVII secolo LA FONTAINE Rappresenta i vizi e le virtù della società del suo tempo Roma I d.C FEDRO (20 a.C-50 d.C) Origine servile, si ispira a Esopo Francia XX secolo SAINT-EXUPÈRY Il Piccolo Principe Italia XX secolo GIANNI RODARI Letteratura per l’infanzia Filastrocche in cielo e in terra (1960), le Favole al telefono (1962) Grecia VI a.C ESOPO Ex schiavo che fissa i caratteri del genere

Chi era Esopo?

2. La fiaba È una delle più antiche forme di narrazione popolare e ha attraversato una lunga fase di tradizione orale prima di conoscere la forma scritta (proprio come il mito). È il regno del meraviglioso, dove si verificano prodigi e magie. I protagonisti sono personaggi comuni che si imbattono in divinità, maghi, orchi, streghe, luoghi incantati ( a differenza del mito). Percorso di formazione del protagonista che impara la lezione Lo scopo della fiaba: intrattenere + fornire un modello di comportamento e dare una conclusione lieta ( i cattivi vengono condannati e i buoni ricompensati)

Le funzioni della fiaba secondo Vladimir Propp Morfologia della fiaba (1928) : ha analizzato un vasto repertorio di fiabe e ha individuato un struttura narrativa: Situazione iniziale Esordio Svolgimento Scioglimento Funzioni dei personaggi: soggetto (protagonista) – oggetto del desiderio – antagonista – intermediari ( aiutanti/oppositori)

La fiaba attraverso i secoli La fiaba, così come il mito, si ritrova in popoli molto diversi e distanti fra loro, nei quali si condividevano storie simili per temi e intrecci: nasce per rappresentare valori, riti, modelli di comportamento ma anche sogni e paure universali da sempre insiti nell’uomo. Settecento e Ottocento I fratelli Grimm Andersen Tolstoj Afanas’ev In Oriente Le mille e una notte (X secolo) In Occidente Apuleio (II a.C) narra la leggenda l’amore di Amore e Psiche (le Metamorfosi) Cinquecento Le prime raccolte scritte di fiabe (Basile e Perrault) Calvino e la raccolta di Fiabe italiane (1956)

Chi erano i fratelli Grimm?

3. La novella / il racconto Fino all’Ottocento prevale il termine «novella», gradualmente agli inizi del Novecento viene sostituito dalla parola «racconto»; La storia ruota attorno a pochi personaggi, anzi spesso è uno solo e racconta i fatti dal suo punto di vista; la trama è incentrata sullo sviluppo di un solo tema; il tempo e lo spazio sono ben definiti e i personaggi sono caratterizzati in modo realistico in base alla classe sociale di appartenenza, cui essi rappresentano mentalità e vizi fisici; La novella ha origini antichissime (come il mito e la fiaba) è una narrazione breve, legata alla realtà il cui scopo è quello di raccontare fatti curiosi; Si propone di intrattenere e dilettare ma non si esclude la finalità educativa dato che gli elementi di fantasia sono sempre verosimili il lettore può trarre un insegnamento sui limiti che non è opportuno oltrepassare;

Il genere si consolida nell’area toscana durante il Basso Medioevo in contesto cittadino: vivacità imprenditoriale ed emergente classe borghese. Questa forma narrativa celebrava i valori dei ceti mercantili: l’astuzia e l’intelligenza, la capacità di tirarsi fuori dagli impicci grazie all’uso della parola e di far fronte ai colpi della sorte con scaltrezza. Con Giovanni Boccaccio si codifica il genere, grazie al suo Decameron (1349-1351): raccolta di 100 novelle inserite all’interno di una cornice narrativa, ovvero un racconto più ampio. L’opera è un affresco della vivace società mercantile tra Duecento e Trecento. Chaucer, I Racconti di Canterbury; Sacchetti, Trecentonovelle; La raccolta italiana più antica risale alla fine del Duecento e si intitola il Novellino (anonimo autore fiorentino)

Dalla novella al racconto moderno Nei secoli successivi la novella si evolve sperimentando una maggiore varietà: stilistica, tematica e strutturale (scompare la cornice). Il termine racconto va allora a sostituire definitivamente quello di novella. Inizi ‘900 la forma narrativa si diffonde a tutte le classi sociali, grazie ad alcune importanti trasformazioni culturali ed economico sociali: alfabetizzazione, la rivoluzione industriale e lo sviluppo del mercato editoriale fanno sì che la cultura diventi accessibile ai molti. Il racconto come forma ideale per narrare la realtà, i sogni e le paure dell’uomo moderno + elementi fantastici o irreali. Molti autori usano questa forma narrativa: E. Allan Poe, Kafka, Verga e Pirandello.

Chi è Boccaccio?

4. Il Romanzo Cos’è il romanzo? È un testo eterogeneo per forma e contenuti; È lungo: estensione maggiore rispetto ad un racconto o una fiaba; Suddiviso in capitoli: ci sono archi temporali più estesi; I personaggi: analisi psicologica e introspezione; Cura dell’elemento spazio: le ambientazioni sono studiate e dettagliate; Attraverso il romanzo lo scrittore offre una personale visione del mondo e una chiave di lettura per interpretarlo. «Opere mondo»: Manzoni, I promessi sposi; Goethe, Faust; Marquez, Cent’anni di solitudine.

Le origini e lo sviluppo: NEL MONDO GRECO-LATINO Nasce il termine «romanzo»: indicava quelle narrazioni in versi scritte in lingua romanza (=derivata dal latino) in particolare in lingua d’oil ( francese antico parlato in Francia settentrionale); Erano diffuse lunghe narrazioni in prosa destinate ad intrattenere il pubblico Romanzi definiti anche «cortesi»: si riferisce al contesto medievale dell’ambiente di corte, dove si sviluppò il genere; Le trame erano semplici e stereotipate Temi: storie d’amore e d’avventura + elemento fantastico Temi: storie dell’antichità (Chanson de geste – si rifà all’epica classica) e avventure e amori dei cavalieri ( Tristano e Lancillotto o i Cavalieri della tavola rotonda oppure il ciclo Bretone di re Artù e la ricerca del Sacro Graal) NEL MEDIOEVO (XII-XIII secolo)

IL ROMANZO MODERNO Nell’800: Il romanzo diventa la forma narrativa più diffusa Uomo VS società Nel ‘600: L’inserimento dei personaggi comuni: operai, contadini, minatori e pescatori Analisi psicologica dei personaggi Manzoni, I promessi sposi (1823-1827- 1840) Sfondo accurato e realistico Cervantes, Don Chisciotte (1605-1615) Nel ‘900: Tra ‘700- ‘800: Nascita della psicoanalisi Ascesa della classe borghese Necessità di rappresentare fedelmente la realtà Rivoluzione industriale: mutamenti sociali ed economici Indagine dell’interiorità dell’uomo Il romanzo come mezzo per rappresentare la complessità della realtà e dare voce alla emergente classe borghese Pirandello e Svevo Defoe, Robinson Crusoe (1719)