I cavalieri.

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Transcript della presentazione:

I cavalieri

I cavalieri, figura simbolo del Medioevo. Durante i secoli del Feudalesimo nasce una nuova figura sociale, i cavalieri. I cavalieri erano uomini addestrati nel mestiere delle armi, si mettevano al servizio del proprio signore e lo seguivano nelle spedizioni Militari. Molte volte i cavalieri erano i figli Cadetti delle famiglie aristocratiche; diventavano cavalieri quando non erano avviati alla vita ecclesiastica. Il problema dei Cadetti era molto risentito in una società dove il feudo poteva passare in eredità solo al primo genito, così che, la cavalleria mosse una soluzione al problema, offrendo ai cadetti una collocazione nella società. Un cavaliere se era fortunato, rispetto agli altri, poteva anche ricevere un feudo, gli altri, invece, dovevano adattarsi a vivere nei castelli dei loro signori; altri ancora, vagavano da un luogo all’altro, si dedicavano al brigantaggio e al saccheggio dei villaggi e alle violenze contro la popolazione.

Cavalleria del Medioevo.

La chiesa impone ai cavalieri regole di comportamento. Per porre un freno alle prepotenze dei cavalieri, a partire dal X secolo, vescovi e abati imposero agli stessi un giuramento, nel quale si impegnavano a non compiere violenze contro le persone inermi, i contadini e i religiosi. Queste regole vennero nominate, dapprima « pace di Dio » e dopo « tregua di Dio », in base alla quale i cavalieri dovevano astenersi dai combattimenti. La figura del cavaliere divenne simbolo dell’età medievale, protagonista di imprese eroiche scritte nei poemi e nei romanzi cavallereschi.

La cerimonia dell’investitura. La cerimonia dell’investitura comprendeva diversi riti, tra cui pure quello religioso. Con questa cerimonia il cavaliere faceva il suo ingresso nell’ordine e si impegnava a rispettare alcuni comportamenti morali. Il cavaliere più anziano, in primis, consegnava all’aspirante cavaliere le armi, in particolare la spada e successivamente, assestava un forte colpo sulla guancia o sulla nuca dello stesso. Da queste gesta, deriva il nome della cerimonia di investitura, cioè , «addobbamento» (parola di origine germanica con il significato di «colpire»). L’aspirante cavaliere, deponeva la spada sull’altare e pronunciava un giuramento, che consisteva nell’impegnarsi a difendere la chiesa contro i pagani, per proteggere gli orfani, le vedove, i poveri e bisognosi.

L’addobbamento di un cavaliere, in una miniatura del XVI secolo.

Vita da cavaliere Dopo aver ricevuto armi e armatura, il cavaliere, balzava a cavallo e correva al galoppo, verso un fantoccio mobile per colpirlo con la lancia. Il cavaliere, una volta ricevuta l’investitura, si poneva alle dipendenze del proprio signore, il quale, provvedeva, in cambio del servizio prestato, al suo mantenimento, oppure gli assegnava un terreno per consentirgli di ricavare il necessario per vivere. La carriera del cavaliere, iniziava in tenera età, in particolare 7 o 8 anni, quando il ragazzo proveniente da famiglia nobile, veniva inviato al servizio di un signore in qualità di paggio, per iniziare a cavalcare e ad utilizzare le armi. In età adolescenziale, il ragazzo diventava scudiero e veniva assegnato al servizio di un cavaliere, in particolare, per portargli le armi sul campo di battaglia oppure scortarlo nelle battute di caccia. All’età di 15/18 anni, il ragazzo era considerato pronto per l’investitura a cavaliere, previa una cerimonia solenne, denominata addobbamento o vestizione.

Grazie per la visione Luigi Palluotto Ia C