L’AGRICOLTURA DOPO L’UNITÀ D’ITALIA

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L’AGRICOLTURA DOPO L’UNITÀ D’ITALIA Immagine con sfondo rimosso (livello intermedio) Per riprodurre gli effetti immagine in questa diapositiva, eseguire le operazioni seguenti: Nel gruppo Diapositive della scheda Home fare clic su Layout e quindi su Vuota. Nel gruppo Immagini della scheda Inserisci fare clic su Immagine. Nella finestra di dialogo Inserisci immagine selezionare un'immagine e quindi fare clic su Inserisci. Selezionare l'immagine. In Strumenti immagine, nel gruppo Dimensioni della scheda Formato, fare clic sul pulsante di visualizzazione della finestra di dialogo Dimensioni e posizione. Nella finestra di dialogo Formato immagine ridimensionare o ritagliare l'immagine per ottenere un'altezza di 19,05 cm e una larghezza di 25,4 cm. Per ritagliare l'immagine, fare clic su Ritaglia nel riquadro sinistro e nel riquadro destro in Posizione ritaglio, immettere i valori nelle caselle Altezza, Larghezza, A sinistra e In alto. Per ridimensionare l'immagine, fare clic su Dimensioni nel riquadro sinistro e nel riquadro destro, in Dimensioni e rotazione, immettere i valori nelle caselle Altezza e Larghezza. Sempre in Strumenti immagine, nel gruppo Regola della scheda Formato fare clic su Colore e in Ricolorazione fare clic su Gradazioni di grigio. Ancora nel gruppo Regola fare clic su Correzioni e in Luminosità e contrasto fare clic su Luminosità: -40% Contrasto: +20%. Nel gruppo Appunti della scheda Home fare clic sulla freccia a destra di Copia e quindi fare clic su Duplica. Selezionare la seconda immagine. Nel gruppo Disegno della scheda Home fare clic su Disponi, fare clic su Allinea e quindi eseguire le operazioni seguenti: Fare clic su Allinea rispetto alla diapositiva. Fare clic su Allinea al centro verticalmente. Fare clic su Allinea al centro orizzontalmente. In Strumenti immagine, nel gruppo Regola della scheda Formato fare clic su Reimposta immagine. In Strumenti immagine, nel gruppo Dimensioni della scheda Formato fare clic sul pulsante di visualizzazione della finestra di dialogo Dimensioni e posizione. Nella finestra di dialogo Formato immagine ridimensionare o ritagliare l'immagine per mettere in risalto l'oggetto principale nell'immagine. (Per l'immagine di esempio sono impostate un'altezza di 8,99 cm e una larghezza di 8,22 cm). Per ritagliare l'immagine, fare clic su Ritaglia nel riquadro sinistro e nel riquadro destro, in Posizione ritaglio, immettere i valori nelle caselle Altezza, Larghezza, A sinistra e In alto. Per ridimensionare l'immagine, fare clic su Dimensioni nel riquadro sinistro e nel riquadro destro, in Dimensioni e rotazione, immettere i valori nelle caselle Altezza e Larghezza. In Strumenti immagine, nel gruppo Regola della scheda Formato fare clic su Rimuovi sfondo e quindi eseguire le operazioni seguenti: Per rimuovere ulteriori aree di sfondo dall'immagine, nel gruppo Perfeziona della scheda Rimuovi sfondo fare clic su Segna aree da rimuovere. Selezionare tutte le aree da rimuovere Per mantenere aree dell'immagine rimosse, nel gruppo Perfeziona della scheda Rimuovi sfondo fare clic su Segna aree da mantenere. Selezionare tutte le aree da mantenere. Fare clic su Mantieni modifiche nel gruppo Chiudi al termine. Per riprodurre gli effetti della forma in questa diapositiva, eseguire le operazioni seguenti: Nel gruppo Disegno della scheda Home selezionare Rettangolo. Trascinare il mouse sulla diapositiva per disegnare un rettangolo. Selezionare il rettangolo. Nel gruppo Disegno della scheda Home fare clic sul pulsante di visualizzazione della finestra di dialogo Formato forma. Nella finestra di dialogo Formato, nella scheda Dimensioni immettere 19 cm nella casella Altezza e 10 cm nella casella Larghezza. Ancora nella finestra di dialogo Formato, nella scheda Riempimento selezionare Riempimento sfumato e quindi eseguire le operazioni seguenti: Nell'elenco Tipo selezionare Lineare. Nella casella Angolo immettere 90°. In Interruzioni sfumatura fare clic su Aggiungi interruzione sfumatura o Rimuovi interruzione sfumatura fino a visualizzare tre interruzioni sul dispositivo di scorrimento. In Interruzioni sfumatura personalizzare le interruzioni sfumatura come indicato di seguito: Selezionare la prima interruzione da sinistra nel dispositivo di scorrimento e quindi eseguire le operazioni seguenti: Nella casella Posizione immettere 0%. Fare clic sul pulsante accanto a Colore e quindi in Colori tema fare clic su Nero, Testo 1 (prima riga, seconda opzione da sinistra). Nella casella Trasparenza immettere 100%. Selezionare la seconda interruzione da sinistra nel dispositivo di scorrimento e quindi eseguire le operazioni seguenti: Nella casella Posizione immettere 40%. Fare clic sul pulsante accanto a Colore, fare clic su Altri colori e quindi nella scheda Personalizzati della scheda Colori immettere i valori Rosso: 47, Verde: 91 e Blu: 77. Nella casella Trasparenza immettere 0%. Selezionare la terza interruzione da sinistra nel dispositivo di scorrimento e quindi eseguire le operazioni seguenti: Nella casella Posizione immettere 100%. Nella casella Trasparenza immettere 90%. Nella finestra di dialogo Formato selezionare Nessuna linea nella scheda Colore linea. Selezionare la seconda immagine. Nel gruppo Disegno della scheda Home fare clic su Disponi e quindi fare clic su Porta avanti. Per riprodurre gli effetti di testo in questa diapositiva, eseguire le operazioni seguenti: Nel gruppo Testo della scheda Inserisci fare clic su Casella di testo e quindi trascinare il mouse sulla diapositiva per disegnare la casella di testo. Immettere il testo nella casella di testo e selezionarlo. Nel gruppo Carattere della scheda Home eseguire le operazioni seguenti: Nell'elenco Tipo di carattere fare clic su Calisto MT. Nell'elenco Dimensione carattere fare clic su 36 pt. Fare clic su Colore carattere e quindi in Colori tema fare clic su Bianco, Sfondo 1 (prima riga, prima opzione da sinistra). Posizionare il testo sulla parte meno trasparente della sfumatura.

I PROBLEMI DA AFFRONTARE FATTA L’UNITÀ D’ITALIA ITALIA UNITA UNIFICARE I CATASTI REALIZZARE LE INFRASTRUTTURE NECESSARIE LEGGE SULLE ESPROPRIAZIONI PER PUBBLICA UTILITA’ UNIFICARE I MERCATI FARE LA RIFORMA AGRARIA FORMA DI CONDUZIONE DEI TERRENI AGRICOLI LEGGE SULLE SUCCESSIONI EREDITARIE

I PROBLEMI DA AFFRONTARE FATTA L’UNITÀ D’ITALIA ITALIA UNITA RISOLVERE IL PROBLEMA DELLA MALARIA FARE LE BONIFICHE FARE LA RIFORMA AGRARIA

LE ESPROPRIAZIONI PER PUBBLICA UTILITA’ La possibilità che la proprietà privata possa essere espropriata è contemplata dall’art. 42 della Costituzione della Repubblica Italiana: La proprietà privata può essere, nei casi previsti dalla legge, e salvo indennizzo, espropriata per motivi d’interesse generale...”. Il concetto è ripreso anche dal codice civile che, all’art. 834, recita: “Nessuno può essere privato in tutto o in parte dei beni di sua proprietà, se non per causa di pubblico interesse, legalmente dichiarata, e contro il pagamento di una giusta indennità. Le norme relative all’espropriazione per pubblico interesse sono determinate da leggi speciali”.

LE ESPROPRIAZIONI PER PUBBLICA UTILITA’ La prima Legge speciale in materia di espropri è la: L. 25.06.1865, n. 2359 detta “Legge fondamentale”; di questa è importante citare il contenuto dell’art. 40, che è stato mantenuto anche nell’attuale normativa: “Nel caso di espropriazione parziale, l’indennità si deve determinare per differenza fra il probabile prezzo di mercato che avrebbe avuto l’immobile prima dell’esproprio ed il probabile prezzo che potrà avere la residua parte di esso dopo l’esproprio”. Successivamente, sono state promulgate numerose leggi: L. 15.01.1885, n. 2892, per il risanamento della città di Napoli. Negli anni più recenti abbiamo normative rivolte soprattutto alle espropriazioni da parte dei Comuni, per l’attuazione dei programmi di edilizia residenziale: L. 22/10/1971 n. 865 che, all’art. 16 introduce, come criterio per il calcolo dell’indennità di espropriazione dei suoli agricoli, il Valore agricolo medio (VAM).

LE ESPROPRIAZIONI PER PUBBLICA UTILITA’ La legge attuale è il Testo unico sugli espropri L. n. 327/2001, coordinata con le modifiche introdotte dal decreto n. 302/2002, disciplina l’espropriazione, anche a favore di privati, di beni immobili o di diritti relativi ad immobili, relativi all’esecuzione di opere pubbliche o di pubblica utilità. Modifiche successive alla legge: Sentenza Corte Cost. n. 348 del 22.10.2007 illegittimità costituzionale dell’art. 5 bis, L. n. 359/1992 (art. 37 T.U. Espropri): 1. L'indennità di espropriazione di un'area edificabile è determinata nella misura pari al valore venale del bene. Quando l'espropriazione è finalizzata ad attuare interventi di riforma economico-sociale, l'indennità è ridotta del 25 per cento. Sentenza Corte Cost. 10 giugno 2011 n.181 (sintesi). dichiara l’illegittimità costituzionale dell’art. 5-bis, comma 4, legge 8 agosto 1992, n. 359, in combinato disposto con gli articoli 15, primo comma, secondo periodo, e 16, commi quinto e sesto, della legge 22 ottobre 1971, n. 865, come sostituiti dall’art. 14 della legge 28 gennaio 1977, n. 10 L’indennità per i suoli agricoli va calcolata in base al Valore Venale e non in base ai VAM.

LE ESPROPRIAZIONI PER PUBBLICA UTILITA’ Le fasi dell’espropriazione. Costituzione del «Vincolo preordinato all’esproprio» Piani Urbanistici (PRG comunale o intercomunale); Conferenza di servizi, accordo di programma o altro atto che comporti variazione di Piano Urbanistico (esempio opere pubbliche) Dichiarazione di pubblica utilità Ad esempio attraverso l’approvazione di un Piano o di un progetto. Determinazione, provvisoria o definitiva, dell'indennizzo: Criterio generale per il calcolo è quello del «Valore di mercato» Decreto d'esproprio.

LE ESPROPRIAZIONI PER PUBBLICA UTILITA’ Calcolo dell’indennizzo Fabbricati: Valore di mercato del fabbricato Per i fabbricati che non hanno mercato, come quelli agricoli, si calcola il valore di costo di ricostruzione deprezzato del fabbricato + il valore del terreno di pertinenza.

LE ESPROPRIAZIONI PER PUBBLICA UTILITA’ Calcolo dell’indennizzo Suoli agricoli Valore di mercato, Se il proprietario è anche coltivatore diretto si aggiunge un VAM (valore agricolo medio); Se il terreno è dato in affitto o in usufrutto il proprietario prende il valore di mercato mentre l’affittuario o l’usufruttuario prendono un VAM.

LE ESPROPRIAZIONI PER PUBBLICA UTILITÀ VAM 2017

LE ESPROPRIAZIONI PER PUBBLICA UTILITA’ Calcolo dell’indennizzo Suoli edificabili Valore di mercato con riduzioni se l’espropriazione è per interventi di di riforma economico-sociale (- 25%) con premio se c’è la cessione volontaria (+ 10%).

LE ESPROPRIAZIONI PER PUBBLICA UTILITA’ Indennità provvisoria indennità definitiva Accettazione dell’indennità provvisoria = cessione volontaria (è come una compravendita), nel caso dei terreni edificabili c’è anche un premio. Accettazione della determinazione da parte di un collegio peritale (con nomina di un perito di parte), il collegio è composto da tre periti: uno nominato dall’Ente espropriante, uno nominato dall’espropriato, uno nominato dal giudice competente

LE ESPROPRIAZIONI PER PUBBLICA UTILITA’ Indennità provvisoria indennità definitiva Non c’è l’accettazione della determinazione da parte di un collegio peritale (nessuna nomina di un perito di parte) oppure c’è il silenzio. La determinazione dell’indennità viene fatta dalla Commissione provinciale espropri. L’indennità definitiva viene rifiutata (sia come risultato della terna arbitrale, sia come risultato della Commissione provinciale espropri), l’indennità viene determinata da un CTU nominato dal giudice competente.

LE BONIFICHE AGRARIE IN ITALIA L’ESIGENZA DI ATTUARE GLI INTERVENTI DI BONIFICA NELLE DIVERSE AREE PALUDOSE PRESENTI LUNGO LA PENISOLA ITALIANA NACQUE A CAUSA DEI SEGUENTI FATTORI: LA PRESENZA DELLA MALARIA, IL FATTO CHE LA MALARIA OSTACOLASSE PESANTEMENTE I LAVORI DI REALIZZAZIONE DELLA RETE FERROVIARIA, LA NECESSITÀ AUMENTARE LE SUPERFICI COLTIVABILI E DI RENDERELE DISPONIBILI A MOLTE FAMIGLIE COLTIVATRICI, CONSIDERATE LE DIFFICOLTÀ DI AVVIARE, NEL CENTRO SUD, UNA COERENTE RIFORMA AGRARIA

LE BONIFICHE AGRARIE IN ITALIA LE PRIME BONIFICHE IMPORTANTI FURONO QUELLE NELLA PIANURA PADANA E IN PARTICOLARE NEL FERRARESE, DOVE VENNERO CONDOTTE DA UNA S.P.A. DENOMINATA «GRANDE BONIFICA FERRARESE» DAL1872; NELLA PIANURA PADANA PREVALEVANO INTERVENTI DI BOINIFICA CONSORTILI, CIOÈ CONDOTTI DA AGRICOLTORI CONSORZIATI. NEL CENTRO SUD NON SI CREARONO CONSORZI (A CAUSA DELLA PREVALENZA DEL LATIFONDO) E COSÌ LO STATO INTERVENNE CON UN PROGETTO DI BONIFICA INTEGRALE DELL’»AGRO ROMANO», CHE PERÒ FU REALIZZATO SOLO 46 ANNI DOPO.

LE BONIFICHE AGRARIE IN ITALIA LA LEGGE CHE AVVIÒ LA STAGIONE DELLE BONIFICHE FU QUELLA DEL SERPIERI DEL 1924 «Legge Sulle trasformazioni fondiarie di pubblico interesse» LE DIFFICOLTÀ OPERATIVE, L’OPPOSIZIONE DEI LATIFONDISTI E LA CRISI DEL 1929 RALLENTARONO I LAVORI DI ATTUAZIONE; NEL 1933 SERPIERI, ASSIEME AL MINISTO DELL’AGRICOLTURA, VARÒ IL «Testo unico sulla bonifica integrale» NELL’ART. 1 SI LEGGE: «Alla bonifica integrale si provvede per scopi di pubblico interesse, mediante opere di bonifica e di miglioramento fondiario» NEL SECONDO DOPOGUERRA VENNERO EFFETTUATI I SOLO GLI INTERVENTI DI RIPRISTINO IN SEGUITO AI DANNI CAUSATI DALLA GUERRA.

LA RIFORMA AGRARIA LA POLITICA AGRICOLA FASCISTA Con la conquista del potere da parte del fascismo venne intrapresa una nuova politica agricola, basata sui concetti di indipendenza e sovranità nazionale nei confronti dei mercati stranieri, dai quali venivano importati, al tempo, ingenti quantità di cereali, pari ad un terzo dell'intero fabbisogno nazionale. Le principali metodologie e campagne d'intervento furono: La sbracciantizzazione; la bonifica integrale; l'espropriazione dei grandi latifondi; l'autosufficienza cerealicola, attraverso la Battaglia del grano.

LA RIFORMA AGRARIA LA POLITICA AGRICOLA FASCISTA La sbracciantizzazione apportò la tendenza di eliminare il lavoro "a giornata", soppiantandolo con contratti di lavoro e con l'incentivo alla piccola proprietà sia dei braccianti che dei mezzadri, a sfavore dei grandi latifondi. Parallelamente alle operazioni di bonifica, il fascismo portò avanti quelle di espropriazione dei terreni di latifondisti e grandi proprietari, possessori di migliaia di ettari di terra perlopiù lasciata incolta ed improduttiva, coltivata a grano o lasciata a pascolo dando luogo a sole rendite parassitarie. buoni risultati nel centro Italia ed in Puglia, minor successo nei confronti della Sicilia, in cui le operazioni di esproprio dell'enorme estensione dei latifondi (500mila ettari), avvennero troppo in prossimità della guerra per essere portate positivamente a compimento

LA RIFORMA AGRARIA LA POLITICA AGRICOLA FASCISTA La politica agraria fascista, una volta terminati i lavori di bonifica e "ristrutturazione" del territorio, dette il via alla colonizzazione delle terre vergini e incolte, con la creazione dei borghi rurali (e anche di città, come Latina e Carbonia). La battaglia del grano fu invece una campagna (proclamata il 20 giugno 1925, inserita all'interno dell'autarchia nazionale) volta a perseguire l'autosufficienza produttiva di frumento. Questa azione comportò una serie di conseguenze importanti per l’ammodernamento dell’agricoltura italiana: infatti si intervenne sulla selezione dei semi, sulla concimazione, sui perfezionamenti tecnici e il sui prezzi. Ci furono così una serie di provvedimenti di legge volti a modernizzare le tecniche agricole (fertilizzanti naturali e chimici, meccanizzazione dell'agricoltura, ecc), proteggere il lavoro nazionale dalla concorrenza esterna e sviluppare le strutture dello Stato (ad esempio le cattedre ambulanti di agricoltura ed i Consorzi agrari)

LA RIFORMA AGRARIA LA POLITICA AGRICOLA NEL SECONDO DOPOGUERRA La Riforma agraria avviata nel 1950 riguarda esclusivamente il Molise, la Puglia, la Basilicata, la Calabria, la Sicilia, la Sardegna e alcune province di altre regioni: il Delta padano, la Maremma e il Fucino. Vengono espropriate le proprietà superiori ai 300 ettari. Sono indennizzati 2.800 proprietari. I 700 mila ettari espropriati costituiscono la massa delle terre assegnate poi in poderi ai contadini. Al tempo stesso si creano gli Enti di riforma, destinati non solo a governare la redistribuzione delle terre, ma anche a fornire assistenza tecnica e finanziaria ai contadini assegnatari, tenuti peraltro al pagamento delle rispettive rate per il fondo ottenuto. Si calcola che fra il 1950 e il 1960, quando già il grosso delle operazioni di assegnazione è esaurito, oltre 417 mila ettari di terra siano passati in mano a contadini e braccianti poveri. Un trasferimento di beni fondiari di notevole ampiezza deciso e governato direttamente dall’autorità pubblica. Ad esso va aggiunto un moto spontaneo di accesso alla terra favorito dalla Cassa per la proprietà contadina e dalle agevolazioni fiscali poste in essere dallo Stato. In virtù di tali misure – tra il 1948 e il 1968 – passano nelle mani dei contadini un altro milione e 600 mila ettari. Quindi, in un paio di decenni, la proprietà coltivatrice si allarga su altri due milioni di ettari. Con la riforma agraria nel 1950 si approva anche la legge che istituisce la Cassa del Mezzogiorno. Il territorio compreso nella sua sfera di influenza sono tutte le regioni meridionali e alcune aree delle regioni Lazio, Marche e Toscana. La dotazione iniziale della Cassa ammonta a mille miliardi, da utilizzare nell’arco di dieci anni. La sua funzione è essenzialmente quella di costruire opere pubbliche. Con gli interventi della Cassa viene completata la bonifica ed estesa l’irrigazione su oltre 500 mila ettari. Si costruiscono nuovi acquedotti e si migliora ovunque la viabilità.

LA RIFORMA AGRARIA LA POLITICA AGRICOLA NEL SECONDO DOPOGUERRA Si calcola che fra il 1950 e il 1960, quando già il grosso delle operazioni di assegnazione è esaurito, oltre 417 mila ettari di terra siano passati in mano a contadini e braccianti poveri. Un trasferimento di beni fondiari di notevole ampiezza deciso e governato direttamente dall’autorità pubblica. Ad esso va aggiunto un moto spontaneo di accesso alla terra favorito dalla Cassa per la proprietà contadina e dalle agevolazioni fiscali poste in essere dallo Stato. In virtù di tali misure – tra il 1948 e il 1968 – passano nelle mani dei contadini un altro milione e 600 mila ettari. Quindi, in un paio di decenni, la proprietà coltivatrice si allarga su altri due milioni di ettari. Con la riforma agraria nel 1950 si approva anche la legge che istituisce la Cassa del Mezzogiorno. Il territorio compreso nella sua sfera di influenza sono tutte le regioni meridionali e alcune aree delle regioni Lazio, Marche e Toscana. La dotazione iniziale della Cassa ammonta a mille miliardi, da utilizzare nell’arco di dieci anni. La sua funzione è essenzialmente quella di costruire opere pubbliche. Con gli interventi della Cassa viene completata la bonifica ed estesa l’irrigazione su oltre 500 mila ettari. Si costruiscono nuovi acquedotti e si migliora ovunque la viabilità.

LA RIFORMA AGRARIA LA POLITICA AGRICOLA NEL SECONDO DOPOGUERRA Con la riforma agraria nel 1950 si approva anche la legge che istituisce la Cassa del Mezzogiorno. Il territorio compreso nella sua sfera di influenza sono tutte le regioni meridionali e alcune aree delle regioni Lazio, Marche e Toscana. La dotazione iniziale della Cassa ammonta a mille miliardi, da utilizzare nell’arco di dieci anni. La sua funzione è essenzialmente quella di costruire opere pubbliche. Con gli interventi della Cassa viene completata la bonifica ed estesa l’irrigazione su oltre 500 mila ettari. Si costruiscono nuovi acquedotti e si migliora ovunque la viabilità.