LO SFRUTTAMENTO MINORILE CITTADINANZA E COSTITUZIONE

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Transcript della presentazione:

LO SFRUTTAMENTO MINORILE CITTADINANZA E COSTITUZIONE

LAVORO MINORILE Nel mondo sono 250 milioni i bambini ,di età compresa fra i 5 e i 14 anni, costretti a lavorare numerose ore al giorno. La maggior parte di essi vive in Asia ,dove si verificano le forme peggiori di sfruttamento minorile. Qui , infatti, sono impiegati nelle piantagioni, nelle concerie, nelle cave, nelle miniere, nei laboratori tessili e di giocattoli, nel lavoro domestico e nella sezione dei rifiuti. Più di 80 milioni vivono in Africa, dove vengono usati soprattutto nel settore agricolo. La parte restante vive in America latina e lavora nelle imprese agricole, familiari, nelle piantagioni, ma anche nelle miniere e le fabbriche di abbigliamento. In ogni caso , il 70% dei baby-lavoratori è impiegato in attività pericolose.

PERCHE’ IL LAVORO MINORILE Il lavoro infantile è considerato illegale in tutti i Paesi del mondo. Questo ,però, è diffuso anche negli Stati Uniti, in cui si calcola che lavori il 28% dei ragazzi con meno di 15 anni, in Europa e, in particolare, in Italia, in Gran Bretagna e nel Portogallo. Il lavoro minorile è molto vantaggioso per i datori di lavoro, poiché permette di abbassare i costi di produzione-i bambini vengono pagati molto meno degli adulti-e di contare su manodopera che non si ribella e non si organizza per rivendicare un trattamento migliore.

Inoltre, i bambini, per la loro agilità e la loro struttura fisica, rendono meglio degli adulti in determinate mansioni. I bambini, anche quando non lavorano direttamente alle dipendenze delle aziende, sono comunque costretti ad aiutare i propri genitori ad arrotondare il magro bilancio familiare. E’ , infatti, la povertà la causa del lavoro minorile: in condizioni di vita più dignitose, i genitori non sarebbero costretti a far lavorare i figli e potrebbero restituirli ai giochi, alla scuola e agli amici.

L’INFANZIA VIOLATA I rapporti che l’UNICEF redige ci informano sulla situazione dell’infanzia nelle varie parti del pianeta. I dati non sono affatto confortanti. Ogni anno nel mondo muoiono10 milioni di bambini per malattie che si potrebbero evitare. L’AIDS rende orfani 15 milioni di minori e almeno 100 milioni sono quelli che vivono per strada. C’è poi una cifra che lascia interdetti: i 50 milioni di bambini che non vengono registrati alla nascita e, di conseguenza, non hanno un nome, un’identità e una nazionalità. Una persona che non risulta all’anagrafe è come se non esistesse: non può essere curata in un ospedale, non è ammessa a scuola, non ha diritti da vantare né tutele da rivendicare, non può essere adottato legalmente, ma può essere facile preda di trafficanti di esseri umani.

L’UNICEF La più importante organizzazione internazionale a tutela dell’infanzia è l’UNICEF, un’Agenzia delle Nazioni Unite fondata nel 1946 per aiutare le piccole vittime della seconda guerra mondiale.

I BAMBINI-SOLDATO Tra il 1985 e il 1995, secondo le stime dell’UNICEF, oltre 2 milioni di bambini sono stati uccisi in conflitti armati, 6 milioni feriti in modo grave o resi invalidi, 12 milioni rimasti senza casa,10 milioni hanno riportato gravi traumi psicologici. Le guerre, inoltre, annientano i sistemi sanitari e di assistenza sociale, esponendo i bambini al rischio di malattie e contagi mortali. Attualmente nel mondo sono più di trenta i Paesi in guerra, in cui sono impegnati 300.000 bambini e bambine di età inferiore a 18 anni.

Si arruolano in genere bambini poveri, separati dalle loro famiglie e, spesso senza alternative per sopravvivere. Grazie all’impegno incessante di un raggruppamento di associazioni, riunite sotto la denominazione Stop all’uso dei bambini-soldato, è proibito per i Paesi che hanno aderito alla Convenzione sui diritti dei bambini, di utilizzarli al di sotto dei 18 anni nei combattimenti e arruolare nelle forze armate minori di 16.

AI BAMBINI_SOLDATO Bambino- soldato

VIOLENZA E DISCRIMINAZIONI Violenze e discriminazioni di genere La violenza contro i bambini e le bambine è una delle violazioni dei diritti dell’infanzia più diffusa e si esprime sotto varie forme, come l’abuso fisico, sessuale e/o psicologico, l’abbandono, il maltrattamento e lo sfruttamento commerciale. Il lavoro minorile è una forma di violenza così come quella di genere perpetrata dentro e fuori le mura scolastiche che può essere di tipo fisico, sessuale o psicologico: stupri, violenze fisiche, bullismo limitano il rendimento e aumentano i tassi di abbandono e l’insuccesso scolastico, oltre a essere una violazione al diritto all'istruzione.  

Le cause La violenza viene da cause che trovano le loro radici nella povertà, nella disuguaglianza e nella discriminazione, a volte con “giustificazioni” di tipo morale, culturale o religioso, ma in realtà riflettono pregiudizi e credenze discriminatorie verso le bambine e i bambini. Purtroppo la maggior parte di questi atti di violenza, che si verificano a casa, a scuola o sul lavoro, non fanno parte delle statistiche ufficiali e si celano sotto forma di abitudini o pratiche di routine.  

Le conseguenze Gli effetti della violenza sui minori colpiscono lo sviluppo fisico, emotivo e sociale, si possono avere danni cerebrali e al sistema immunitario, disordini cognitivi, psicologici e sociali. A livello di società le forme di violenza minano lo sviluppo economico a causa delle conseguenze negative a lungo termine sulla salute fisica e mentale, l'istruzione, l'occupazione e la pace sociale. La violenza nelle scuole ha effetti profondi sullo sviluppo fisico, psicologico delle bambine e sulla loro educazione scolastica, determinando un basso rendimento scolastico che blocca lo sviluppo economico e perpetua cicli di violenza tra le generazioni.

IQBAL MASISH Era nato nel 1983 Iqbal Masish e aveva 4 anni quando suo padre decise di venderlo come schiavo a un fabbricante di tappeti, per 12 dollari. E’ l’inizio di una schiavitù senza fine: gli interessi del lavoro del bambino non faranno che accrescere il debito. Picchiato, sgridato e incatenato al suo telaio, Iqbal inizia a lavorare per più di 12 ore al giorno. E’ uno dei tanti bambini che tessono tappeti in Pakistan; le loro piccole mani sono abili e veloci, i loro salari ridicoli, e poi i bambini non protestano e possono essere puniti più facilmente. Un giorno del 1992 Iqbal e altri bambini escono di nascosto dalla fabbrica di tappeti per assistere alla celebrazione della giornata della libertà organizzata dal Fronte di Liberazione dal Lavoro Schiavizzato. Forse per la prima volta Iqbal sente parlare di diritti e dei bambini che vivono in condizione di schiavitù, proprio come lui. Spontaneamente decide di raccontare la sua storia: il suo improvviso discorso fa scalpore e nei giorni successivi viene pubblicato dai giornali locali.

Iqbal decide anche che non vuole tornare a lavorare in fabbrica e un avvocato lo aiuta a preparare una lettera di «dimissioni» da presentare al suo ex padrone. Durante la manifestazione Iqbal conosce un sindacalista che rappresenterà la sua guida verso una nuova vita in difesa dei diritti dei bambini. Così Iqbal comincia a raccontare la sua storia sui teleschermi di tutto il mondo, diventa simbolo e portavoce del dramma dei bambini lavoratori nei convegni: «Da grande voglio diventare avvocato e lottare perché i bambini non lavorino troppo». Iqbal ricomincia a studiare senza interrompere il suo impegno di piccolo sindacalista. Ma la storia della sua libertà è breve: gli sparano mentre corre in bicicletta, un complotto della mafia dei tappeti. Prima di morire Iqbal voleva far costruire una scuola dove i bambini schiavi potessero ricominciare a studiare.

LAVORO-MINORILE Il lavoro minorile o infantile o sfruttamento minorile è un fenomeno che coinvolge i minori fino all'età di 18 anni, salvo diversa legislazione locale. I paesi principalmente interessati dal lavoro minorile sono i Paesi in via di sviluppo quali: Asia, Europa dell'Est, Africa e America del Sud, ma soprattutto Colombia, Pakistan e Brasile. Non sono però esclusi dal fenomeno Stati Uniti ed Europa. Pur essendo presente in tutto il mondo, soprattutto nei Paesi in via di sviluppo si presentano determinate condizioni che favoriscono questo fenomeno. Il lavoro infantile si presenta dunque anche in regioni ricche di risorse e con un'economia florida, in cui però il reddito pro capite è molto basso e vi è un numero consistente di persone in stato di sottosviluppo e di Paesi dove, ad esempio nel settore dell'agricoltura, solo un élite controlla buona parte dei fondi. http://www.raiscuola.rai.it/articoli/bambini-e-lavoro/4890/default.aspx https://www.youtube.com/watch?v=uQWX0iRUEZc

DICIAMO BASTA A TUTTO QUESTO! g

j LOTTIAMO PER UN MONDO DOVE REGNI LA PACE, LA FRATELLANZA, LA SOLIDARIETA’, L’AMORE PER IL PROSSIMO, SOPRATTUTTO LA LEGALITA’ E DOVE TUTTI I BAMBINI POSSANO SORRIDERE.

CLASSE 2 A-ANNO SCOLASTICO 2016-2017 Hanno collaborato gli alunni: Maria Armentano Amine Ben El Khadra Nadia Ben El Khadra Anastasia Cavallini Pamela Cosenza Davide Diurno Flavia Filomena Cristiano Grisolia Desirée Montuori Marco Paolino Carmine Papa Annamaria Perrone Ylenia Perrone Antonio Rao Kevin Rinaldi Nicole Sola Docente: Antonietta Cimmino

La nostra classe