Governance e politiche dell’Unione Europea

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Transcript della presentazione:

Governance e politiche dell’Unione Europea Occupazione, affari sociali ed inclusione

Obiettivi da perseguire: Rintracciare la genesi della politica Individuare le procedure, gli strumenti e le finalità che si perseguono Conoscere gli attori principali e gli interessi che li riguardano Analizzare i risultati ottenuti Evidenziare i punti di forza e di debolezza

Breve cenno sulla nascita dell’UE La Comunità Europea venne istituita a seguito del Trattato di Roma del 1957. Si basa su quattro libertà fondamentali: Libera circolazione delle persone Libera circolazione dei servizi Libera circolazione delle merci Libera circolazione dei capitali Breve cenno sulla nascita dell’UE

Genesi della politica Obiettivo dell’UE è stato, e continua ad essere tutt’oggi, quello della promozione del progresso sociale e del miglioramento delle condizioni di vita e lavoro della popolazione europea Progressi tecnologici, globalizzazione, evoluzione demografica incidono sul modo in cui gli europei vivono e lavorano La politica europea per l’occupazione, gli affari sociali e le pari opportunità mira a migliorare le condizioni di vita favorendo l’occupazione, la crescita sostenibile ed una più ampia coesione sociale

Cos’è il DIRITTO DEL LAVORO? È l’insieme dei diritti e doveri facenti capo ai lavoratori e ai datori di lavoro. A livello UE, la legislazione disciplina due grandi settori: Le condizioni di lavoro Informazione e consultazione dei lavorati Cos’è il DIRITTO DEL LAVORO?

Il LAVORO nei documenti fondamentali UE Dal 1957, la politica europea in materia di occupazione vede un reale evolversi, sia nei trattati istitutivi che in documenti «secondari». Secondo il Trattato di Amsterdam, la suddetta politica è considerata una politica pubblica di sicurezza sociale, diritti sul posto di lavoro, formazione, competenze e imprenditorialità nel rispetto dei principi garantiti dall’odierno pilastro europeo dei diritti sociali.

Pilastro europeo dei diritti sociali Costruire un’Unione europea più inclusiva ed equa

Junker, 17 novembre 2017 «Oggi ci impegniamo per realizzare 20 principi e diritti che spaziano dal diritto ad un’equa retribuzione al diritto all’assistenza sanitaria; dall’apprendimento permanente e una migliore conciliazione tra vita professionale e vita privata alla parità di genere e reddito minimo: con il pilastro europeo dei diritti sociali, l’UE si batte per i diritti dei cittadini in un mondo in rapido cambiamento» Il pilastro europeo dei diritti sociali mira a definire nuovi e più efficaci diritti, racchiusi in 20 punti peculiari, racchiusi in tre categorie principali:

Pari opportunità e accesso al mercato del lavoro Istruzione Formazione e apprendimento permanente Parità di genere Pari opportunità Sostegno attivo all’occupazione

Condizioni di lavoro eque Occupazione flessibile e sicura Retribuzioni Informazioni sulle condizioni di lavoro e sulla protezione in caso di licenziamento Dialogo sociale e coinvolgimento dei lavoratori Equilibrio tra attività professionale e vita familiare Ambiente di lavoro sano, sicuro e adeguato Protezione dei dati

Protezione sociale ed inclusione Assistenza all’infanzia e sostegno ai minori Protezione sociale Prestazioni di disoccupazione Reddito minimo Reddito e pensioni di vecchiaia Assistenza sanitaria Inclusione delle persone con disabilità Assistenza a lungo termine Alloggi e assistenza per i senza tetto Accesso ai servizi essenziali

Art.145 TFUE Al giorno d’oggi è l’art.145 TFUE a decretare le basi per i diritti dei lavoratori. Le norme europee stabiliscono limiti all’orario di lavoro, combattono le discriminazioni sul lavoro, prevedono condizioni di lavoro più sicure e garantiscono indennizzi in caso di infortunio sul lavoro. Gli Stati membri e l’Unione, in base al presente titolo, si adoperano per sviluppare una strategia coordinata a favore dell’occupazione, e in particolare a favore della promozione di una forza lavoro competente, qualificata, adattabile ai mercati del lavoro in grado di rispondere ai mutamenti economici, al fine di realizzare gli obiettivi di cui all’art.3 del Trattato sull’Unione europea. (art.145)

La strategia Europa 2020 La strategia Europa 2020 è il programma dell’UE per la crescita e l’occupazione per il decennio in corso Mette l’accento su una crescita intelligente, sostenibile ed inclusiva Strumento per superare le carenze strutturali dell’economia europea Migliora la competitività e la produttività Favorisce l’affermarsi di un’economia di mercato sociale sostenibile

Obiettivi da perseguire Tasso di occupazione del 75% fra la popolazione in età lavorativa compresa tra 20-64 anni Tasso di abbandono scolastico inferiore al 10% Partecipazione del 40% dei giovani a programmi di istruzione superiore o formazione professionale equivalente 20 milioni di persone in meno a rischio o in situazione di povertà ed emarginazione sociale

Caratteristiche degli obiettivi Danno un’idea generale di quali debbano essere i parametri chiave dell’UE nel 2020 Sono tradotti in obiettivi nazionali in modo da consentire a ciascuno paese UE di verificare i propri progressi rispetto ai singoli obiettivi Nessuna ripartizione dei compiti, si tratta di obiettivi comuni a tutti i paesi membri Interconnessione e reciproca utilità

Come viene attuata la strategia? Viene utilizzato un quadro di riferimento per le attività a livello UE, nazionale e regionale I governi hanno fissato obiettivi nazionali per contribuire al conseguimento degli obiettivi generali UE L’Eurostat, pubblica periodicamente relazioni sui progressi compiuti per il raggiungimento degli obiettivi globali

L’Eurostat pubblica periodicamente relazioni sui progressi compiuti per il raggiungimento degli obiettivi globali Nel 2014-2015, la Commissione ha effettuato una revisione intermedia della strategia Europa 2020. Viene tutt’ora considerata una strumento adeguato per promuovere l’occupazione e la crescita La Commissione ha deciso di continuare a portare avanti la strategia verificandola e attuandola

Chi sono gli attori principali? Commissione Europea Stati membri Nel settore dell’occupazione, degli affari sociali e dell’inclusione, la responsabilità è ripartita tra questi due soggetti

Commissione Europea Coordina e monitora le politiche nazionali Promuove la condivisione di buone pratiche in campi quali l’occupazione, la povertà, l’esclusione sociale e le pensioni Adotta disposizioni legislative e ne verifica l’applicazione in settori quali i diritti sul posto di lavoro e il coordinamento dei regimi di sicurezza nazionale

Commissione Europea & Organizzazioni internazionali e Paesi extra UE Promuovere lo sviluppo sociale al di là dei confini UE Promuovere una globalizzazione equa che massimizzi i vantaggi e riduca al minimo i costi per tutti Promuovere politiche efficaci per far sì che il progresso economico e quello sociale vadano di pari passo Scambiare buone pratiche Aiutare i paesi candidati e potenziali candidati a prepararsi in vista di un’adesione all’UE

Finanziamenti politica Fondo sociale europeo (FSE) Programma UE per l’occupazione e l’innovazione sociale (EaSI) Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione (FEG) Fondo di aiuti europei agli indigenti (FEAD)

Fondo sociale europeo Sostiene l’occupazione e aiuta i cittadini a trovare posti di lavoro migliori e opportunità più eque Prova ad attenuare gli effetti causati dalla crisi economica Promuove l’adattabilità dei lavoratori e delle imprese Formazione professionale e apprendimento permanente Fornisce sostegno personale su misura Concorre alla creazione di una cultura della diversità sul luogo di lavoro

Programma UE per l’occupazione e l’innovazione sociale Promuove un elevato livello di occupazione sostenibile e di qualità Garantisce una protezione sociale adeguata Combatte emarginazione e povertà Migliora le condizioni di lavoro Attenzione particolare per le categorie vulnerabili (giovani) Parità di genere

Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione Sostegno a coloro i quali hanno perso il lavoro (es. delocalizzazione) Assistenza nella ricerca di un impiego Orientamento professionale Istruzione, formazione, riqualificazione Guida e tutoraggio Imprenditorialità e creazione di nuove aziende

Fondo di aiuti europei agli indigenti Assistenza materiale agli indigenti (generi alimentari, abiti, ecc.) Integrazione sociale Assistenza non-materiale

Istruzione e formazione professionale Punto focale nelle politiche per l’occupazione è l’interesse per istruzione e formazione. I paesi UE sono responsabili dei propri sistemi educativi e formativi. Da menzionare il Processo di Copenaghen con il quale i sindacati e i datori di lavoro collaborano per migliorare la formazione professionale e didattica; ed il Processo di Bologna, che è uno sforzo collettivo di amministrazioni pubbliche, università, insegnanti e studenti, associazioni di categoria, datori di lavoro, organizzazioni internazionali e Commissione Europea che mira a perseguire un’armonizzazione tra i diversi sistemi di istruzione, rendere gli istituti e atenei europei più competitivi e attraenti per il resto del mondo, mediante la modernizzazione dei sistemi di istruzione e formazione. Istruzione e formazione professionale

Sicurezza sociale Libera circolazione dei lavoratori principio fondamentale ex art.45 TFUE Cercare lavoro in un altro paese UE Lavorare in tale paese senza bisogno di permesso Restare in tale paese anche se l’attività di lavoro è conclusa Parità di trattamento rispetto ai cittadini nazionali

Integrazione ed inclusione L’UE promuove la sicurezza sociale e l’integrazione, erogando e coordinando finanziamenti per aiutare i paesi membri ad investire nelle persone, in settori quali: Assistenza all’infanzia Assistenza sanitaria Formazione Accessibilità delle infrastrutture Orientamento nella ricerca del lavoro Integrazione ed inclusione

Italia e Unione Europea

Occupazione e affari sociali: cosa avviene nella pratica? In tema di occupazione e affari sociali, l'Italia sostiene la creazione di posti di lavoro dotando i lavoratori delle competenze necessarie per promuovere il rendimento, l'innovazione e la competitività. In quest'ottica, si adopera per creare vincoli più saldi tra imprese, università e laureati. Il Fondo sociale europeo favorisce inoltre l'inserimento professionale delle donne e delle persone appartenenti a gruppi svantaggiati. Il Fondo sociale europeo (FSE) sostiene l'innovazione e la produttività tra i lavoratori italiani e nelle numerose piccole e medie imprese (PMI) di successo del Bel Paese. Una migliore istruzione e nuove competenze sono la chiave per dotare le aziende di dipendenti in grado di progettare e realizzare prodotti e servizi migliori e innovativi ed esportarli in tutto il mondo. I progetti FSE rafforzano pertanto i legami tra università e imprese sostenendo gli studi post-laurea e il settore di ricerca e sviluppo industriale. A giovani imprenditori e laureati nel campo delle tecnologie è offerta la possibilità di partecipare a tirocini all'estero (nella Silicon Valley e in tutta Europa) per apprendere competenze preziose che porteranno con sé al rientro. Sono anche in atto tante altre iniziative di sostegno e formazione, ad esempio per le aziende nel settore dell'energia rinnovabile. Molti progetti FSE sono incentrati sulla tutela dei posti di lavoro e sul reinserimento lavorativo dei disoccupati: dal 2007, vi hanno preso parte circa 2 milioni di persone.

Esempi concreti Il Fondo sociale europeo è utilizzato per il raggiungimento di due obiettivi fissati a livello comunitario: Convergenza, per la promozione dell’occupazione e la creazione di nuovi posti di lavoro nelle regioni in ritardo di sviluppo. (Riguarda tutte le regioni dell’Unione Europea con un prodotto interno lordo (PIL) pro capite inferiore al 75% della media comunitaria. In Italia rientrano in questo obiettivo le Regioni Basilicata a titolo transitorio, Calabria, Campania, Puglia e Sicilia) Competitività regionale e occupazione, per favorire la dinamicità del tessuto economico. (Riguarda tutte le regioni dell’Unione Europea che non ​rientrano nell'obiettivo di convergenza. In Italia rientrano in questo obiettivo le Regioni Abruzzo, Emilia-Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Molise, Piemonte, Toscana, Umbria, Valle d’Aosta, Veneto e Sardegna e le Province autonome di Bolzano e Trento)

A cura di Luigi Rende N° matricola: 206351 Corso di Laura: LM Scienze Politiche Corso di studi: Governance e politiche dell’Unione Europea