-Tesoro nascosto tra leggende e incantesimi- L’origine della scoperta della grotta di Calafarina, a Marzamemi, è legata a vicende storiche antichissime. Questa grotta fa parte del ‘Parco Archeologico Dei Cugni Di Pachino
La Grotta di Calafarina è situata in provincia di Siracusa tra la piccola frazione marinara di Marzamemi e il Paese di Portopalo di Capo Passero, estrema punta meridionale della Sicilia. La sua storia si perde nella notte dei tempi. Abitata fin dal periodo Mesolitico, all’interno della stessa sono state ritrovate testimonianze archeologiche del periodo: Neolitico, Greco, Romano e Bizantino. La caverna è caratterizzata da un’apertura nella roccia calcarea cui segue una galleria profonda 100 metri , nella quale si snodano altri cunicoli più piccoli. Secondo alcuni scienziati, avrebbe ospitato più di una famiglia, visto il consistente numero di reperti trovati, tra cui: -utensili in pietra, -osso e metallo, -resti di punte in osso e ossidiana , -asce in pietra, - anfore in ceramica Neolitiche, Greche e Romane , -resti di focolai, -scheletri umani perfettamente intatti. La cavità della grotta, termina con una sorta di stanzone, che ospita una colonia di pipistrelli.
In seguito alla conquista Normanna della Sicilia, una leggenda popolare infine vuole che dentro le pareti di questa grotta vi sia sepolto un ricco tesoro saraceno nascosto dagli Arabi, che occuparono la Val Di Noto in questa caverna. Era il 1086 quando Ben Avert, emiro arabo di Noto era caduto in combattimento contro i Normanni. Caduta la città la vedova ed il figlio dell’emiro con una carovana di 30 persone e cento muli carichi di tesori si avviarono verso Marzamemi per imbarcarsi alla volta dell’Egitto. Prima di salpare, però, la principessa, per paura che il tesoro le venisse rubato lo fece nascondere dentro la grotta di Calafarina. Gli schiavi che lo interrarono furono sgozzati. Con un rito magico le anime degli schiavi uccisi furono legate a guardia del tesoro che fino ad oggi nessuno è riuscito a trovare. Nelle notti di tempesta si sentono ancora le grida degli sventurati che invocano il nome di colui che saprà togliere l’incantesimo e li libererà.