Dal lavoro all’inclusione: è tempo di proposte

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Transcript della presentazione:

Dal lavoro all’inclusione: è tempo di proposte Taranto, 18 maggio 2019

Giugno 2018 A Bologna i promotori esaminano e commentano la prima redazione anche con l’aiuto di esperti esterni Il percorso Fase 1. CONDIVIDERE UN’ANALISI Novembre 2017 Primo incontro a Firenze tra i tre promotori Aprile 2018 Prima redazione del documento Luglio 2018 Seconda versione del documento approvata dai promotori e pubblicazione sul sito www.inserimentolavorativo.net Fase 4. PROMUOVERE LE PROPOSTE OPERATIVE 2020 Febbraio 2019 Incontro di Milano Fase 2. INDIVIDUARE LE DIREZIONI Maggio 2019 Alla Biennale della Prossimità di Taranto Fase 3. DEFINIRE PROPOSTE OPERATIVE Fino a dicembre 2018 Divulgazione del documento e sottoscrizione da parte di enti e persone fisiche Autunno 2019 Terzo incontro

… per riuscire ad andare oltre Non si tratta di continuare a ripetere quanto facciamo, magari migliorandolo un po’ Bisogna essere in grado di costruire con uno sguardo lungimirante, immaginando anche scenari che oggi non esistono Quanto fatto sino ad ora è un patrimonio importante, va valorizzato, rafforzato e raccontato. Ma con un occhio a quello che ancora non siamo «Disturbare e sognare… per non accartocciarsi»

Cooperazione di inserimento lavorativo: i punti di forza Fonte 2008 - 2017: aumentano giro d’affari e occupati mentre diminuiscono nelle altre imprese Ricorso a forme precarie non superiore al resto del sistema economico Doppia resilienza di fronte alla crisi 73 mila lavoratori in crescita del 25% tra il 2008 e il 2017 solo il 4% di parasubordinati che decrescono rispetto al totale dei lavoratori «In difesa»: intaccano gli utili, ma non licenziano durante la crisi i propri lavoratori svantaggiati e non «In attacco»: aumento degli investimenti

Ma anche le criticità… neet Famiglie in povertà Il modo in cui l’esclusione dal lavoro è avvertito dai cittadini riguarda principalmente circostanze e persone diverse da quelle di cui si occupa la cooperazione sociale (o comunque dal modo in cui la narriamo) Famiglie in povertà Minore legittimazione Media ostili, enfasi sugli scandali Ricerca esasperata di risparmi da parte di clienti pubblici e privati Perdita di centralità nelle politiche del lavoro Perdita di senso per il lavoro che si sta svolgendo da parte di chi lo ha scelto con altri presupposti e motivazioni Fine dei convenzionamenti con enti pubblici Tensioni sulla sostenibilità di impresa e per le persone che vi lavorano Ricerca dello «svantaggiato meno svantaggiato» Competizione dura anche tra cooperative sociali

Senza senso non si va avanti… «Chi lavora nelle cooperative di inserimento lavorativo avverte con disagio queste contraddizioni: ha scelto, magari da molti anni, di lavorare per favorire l’integrazione di lavoratori svantaggiati e si ritrova a impegnare ogni energia in competizioni al ribasso e in una compressione dei costi indispensabile per non chiudere la propria impresa, ma che porta al deperimento della qualità dell’inserimento. E questo non è compatibile con la voglia di senso, di sentirsi fedeli alla mission per cui si è iniziato a lavorare in una cooperativa sociale di inserimento lavorativo»

Quindi, è tempo di proposte! Ragioniamo a partire da tre direzioni: Rispondere al bisogno formativo Investire in comunità per essere e fare territorio Cooperazione sociale e lavori utili di comunità Non si tratta di abbandonare l’attività di impresa, ma di caratterizzarsi per affiancare alla produzione altre direzioni di sviluppo

Oggi Condividere gli elementi essenziali del percorso fatto sino ad ora Approfondire in modo dettagliato due proposte specifiche Contaminare reciprocamente impresa sociale di inserimento lavorativo e agenzie formative, anche con riferimento alle esperienze di altri Paesi europei  Esaminare possibili sviluppi normativi che riconoscano alla cooperazione sociale un ruolo nella gestione dei percorsi di chi è inserito in percorsi in integrazione (es. Reddito di cittadinanza)