PROFILI DI STORIA COSTITUZIONALE ITALIANA

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Transcript della presentazione:

PROFILI DI STORIA COSTITUZIONALE ITALIANA

Lo Statuto albertino viene concesso nel 1848 da Carlo Alberto E’ una Costituzione ottriata (cioè concessa) e flessibile

Quale forma di governo intendeva introdurre lo Statuto albertino?

In origine vi è una monarchia costituzionale Secondo l’art In origine vi è una monarchia costituzionale Secondo l’art. 3 il potere legislativo è esercitato collettivamente dal Re e dal Parlamento composto di due Camere tra cui il Senato di nomina regia. Secondo l’art. 5 «al Re solo appartiene il potere esecutivo. Egli è il capo supremo dello Stato»

Art. 65: «il Re nomina e revoca i suoi ministri» Art. 67, c Art. 65: «il Re nomina e revoca i suoi ministri» Art. 67, c. 1: «I ministri sono responsabili»

La lacuna dell’art. 67 dello Statuto rende possibili due letture contrapposte anche in ragione della previsione dell’istituto della controfirma ministeriale

Questo appiglio formale consente la trasformazione in una monarchia tendenzialmente parlamentare (prima una regola convenzionale che nel tempo diviene una consuetudine interpretativa)

Si tratta di un passaggio fatto di evoluzioni e involuzioni: -20 novembre 1849 Proclama di Moncalieri - comando delle forze armate da parte di Vittorio Emanuele II - revoche di compagini ministeriali non gradite

Le ingerenze regie nel rapporto fra governo e Parlamento cessano solo con la proclamazione di Roma a capitale d’Italia nel 1871

Con l’avvento del Regno d’Italia (1861) forma di Stato e forma di governo non subiscono modificazioni. Giuridicamente il regno d’Italia non è un nuovo Stato ma una continuazione del Regno di Sardegna (no fusioni ma annessioni)

Alla fine del regno di Umberto I (in particolare con Sonnino) si tenta di tornare alla monarchia costituzionale - tentativo non riuscito di bloccare il naturale sviluppo del sistema in senso democratico e sociale. Ma la sinistra si oppone con l’ostruzionismo parlamentare

-Elezioni del1900: rafforzamento del potere della sinistra con i governi Zanardelli e Giolitti. Politiche riformiste - legge 30 giugno 1912, n. 665, riconoscimento dell’elettorato attivo a tutti i cittadini di maggiore età e di sesso maschile

Elezioni 1913: aventi diritto al voto pari al 23,2 % dei cittadini residenti Elezioni del 1919: passaggio dal sistema maggioritario a quello proporzionale tracollo del partito liberale a vantaggio di popolari e socialisti Fra il 1919 e il 1922: si succedono ben 5 governi tutti incapaci di far fronte alla crisi istituzionale e al dissesto dell’economia

28 ottobre del 1922: avvento del fascismo con la marcia su Roma 28 ottobre del 1922: avvento del fascismo con la marcia su Roma. Il Re nomina B. Mussolini a Presidente del Consiglio. Fiducia da parte delle Camere 1923: legge elettorale Acerbo. Assegna un forte premio di maggioranza (2/3 dei seggi) a chi ottenga una percentuale di voti superiore al 25% dei suffragi 1924: Il «listone» ottiene il 64,9% dei voti

1925/1926 Nascita di una vera e propria nuova forma di stato e di governo 3 gennaio 1925: discorso di Mussolini -leggi 24 dicembre 1925, n. 2263 e 31 gennaio 1926, n. 100. Nettissima supremazia del potere esecutivo

l. 2263/1925: Il potere esecutivo è esercitato dal Re per mezzo del suo governo al vertice del quale sta il Primo Ministro. L’esecutivo non risponde più alle Camere. l. 100/1926: ammissibilità di deleghe legislative e di decreti legge che rimangono in vigore anche se non convertiti in legge nel termine di due anni.

La forma di governo diviene una diarchia formata dal Capo del Governo e dal Re.

1928-1929: trasformazione del Gran Consiglio del fascismo, organo del Partito nazionale fascista, in un organo statale e di governo (forma la lista unica di candidati alle elezioni; esprime pareri obbligatori su tutte le leggi principali; propone la candidatura all’ufficio di capo del governo) - legge elettorale del 1928: introduzione di un sistema di tipo plebiscitario

La forma di governo muta La forma di governo muta. Il vertice reale dell’apparato statale diviene infatti il «capo del governo in Gran Consiglio» in antitesi al vertice formale che è costituito dal Capo dello Stato

Forma di stato: 1930: fase corporativa -Consiglio nazionale delle corporazioni 1939: la Camera dei fasci e delle corporazioni subentra alla Camera dei deputati

LE TRASFORMAZIONI DELLA FORMA DI GOVERNO DAL 1848 AL FASCISMO Monarchia costituzionale Monarchia parlamentare Diarchia Forma di governo totalitaria

24 luglio 1943: ordine del giorno votato dal Gran Consiglio del Fascismo con il quale si invita la Corona a riassumere la guida del Paese 25 luglio 1943: revoca di Mussolini da parte di Vittorio Emanuele II e nomina di Badoglio a nuovo Capo del governo NON c’è rottura della continuità dello Stato ma della legalità fascista (decreti legge adottati dal governo) 8 settembre 1943: armistizio. Formazione del Regno del sud e della Repubblica sociale italiana (governo locale di fatto)

La transizione dal periodo fascista all’ordinamento repubblicano Governo Badoglio (dal 25 luglio 1943 alla liberazione di Roma): tentativo di ritorno allo Statuto (monarchia parlamentare) e di considerare l’esperienza fascista una parentesi (d.l. 2 agosto 1943, n. 705) . Patto di SALERNO (1944): tregua istituzionale (governo Bonomi con partiti dell’esarchia) 2. Fase luogotenenziale ( V.E. III nomina il figlio Umberto «luogotenente generale del Re» - prima Costituzione provvisoria – d.l. 25 giugno 1944, n. 151) Fino a quel momento l’esecutivo aveva legiferato con decreti legge. Dopo la C. provvisoria con decreti legislativi luogotenenziali (deliberati dal Consiglio dei Ministri e sanzionati dal luogotenente). In nulla diversi dai precedenti decreti legge del governo Badoglio, non hanno base nel diritto statutario-fascista ma si giustificano solo dal punto di vista dell’ordinamento successivo come dimostra la conversione in legge del d.l.151/44 prevista dalla XV disp. transitoria della Costituzione del 1948 con la legittimazione indiretta dei d.l.l. che ne sono conseguiti

Forma di governo: regime dell’esecutivo con Capo dello Stato e Capo del Governo ma con la presenza dei partiti politici. Creazione della Consulta (organo consultivo del Governo) 3. Regno di maggio : 9 maggio del 1946: abdicazione di Vittorio Emanuele III a favore del figlio Umberto d.d.l. n. 98/1946 Rottura della tregua istituzionale 2 giugno del 1946: referendum istituzionale ed elezione dei rappresentanti all’Assemblea Costituente (12.717.923 a favore della Repubblica e 10.719.284 a favore della Monarchia)

4. Fase costituente 22 giugno del 1946: prima seduta dell’Assemblea costituente Forma di governo: l’Assemblea costituente ha una duplice veste: ha anche funzione legislativa e potere di controllo sul governo. Si ristabilisce una relazione fiduciaria regime parlamentare) MA il governo rimane titolare della legislazione tranne singole leggi ordinarie (stampa, sistemi elettorali) 28 giugno 1946: Enrico De Nicola viene eletto capo provvisorio dello Stato

15 luglio del 1946: nomina di una Commissione per la Costituzione (Commissione dei 75) presieduta da Meuccio Ruini con il compito di elaborare e proporre entro 3 mesi un progetto di Costituzione. E’ suddivisa in tre sottocommissioni: 1. Diritti e doveri dei cittadini 2. Diritti e doveri economici e sociali 3. Ordinamento della Repubblica 31 gennaio 1947 la Commissione presenta un progetto base di Costituzione 4 marzo 1947: iniziano le discussioni. Il progetto viene discusso per 9 mesi nel corso di 170 sedute. 31 maggio 1947: si forma il 4° governo De Gasperi senza socialisti e comunisti

L’assemblea Costituente viene prorogata per due volte fino al 31 dicembre 1947. Solo la prima proroga era stata prevista dal d.l.l. 98/46. 22 dicembre 1947: la discussione si conclude con la votazione finale con 453 si e 62 no (515 presenti su un totale di 556 componenti) 27 dicembre 1947: la Costituzione viene promulgata dal Capo provvisorio dello Stato 1 gennaio 1948: la Costituzione entra in vigore L’Assemblea Costituente viene prorogata una terza volta ma sulla base di quanto previsto dalla XVII disposizione transitoria

18 aprile 1948: nuovo governo De Gasperi e conclusione del periodo transitorio. Luigi Einaudi viene eletto Presidente della Repubblica E’ possibile una seconda proroga dell’Assemblea Costituente non prevista nel d.l.l. 98/46? SI, per via della necessaria soluzione al «conflitto fra doveri» che si era venuto a determinare per l’Assemblea Costituente Con la terza proroga l’A. C. non è più investita di un vero potere costituente ma è una normale Assemblea legislativa tranne per quegli oggetti che richiedono di essere approvati con legge costituzionale (Statuti regioni speciali ecc…)

Fondamentale continuità dell’ordinamento rispetto al precedente testimoniato dalla sopravvivenza della normativa pregressa che non viene automaticamente abrogata in forza dell’entrata in vigore della Costituzione ma interpretata dai giudici (interpretazione adeguatrice) o in seguito annullata dalla Corte costituzionale

La Costituzione Cos’è una Costituzione? In senso descrittivo ogni ordinamento statale ha un insieme di regole di organizzazione e funzionamento. E’ lo «scheletro» imprescindibile dell’ordinamento stesso - Quando sia però atto consapevole di volontà è l’insieme dei principi e regole formalizzate generalmente in un documento cui si attribuisce il compito di individuare l’insieme di ideali, la «visione», il «manifesto politico» dell’organizzazione sociale e della sua forma istituzionale. Sono le Costituzioni che nascono nello Stato liberale alla fine del 1700

Classificazione delle Costituzioni Costituzione concessa o votata Costituzione scritta o non scritta Costituzione breve o lunga Costituzioni flessibili e Costituzioni rigide (le prime guardano al passato ma non limitano gli sviluppi futuri. Le seconde sono tavole di valori onnicondivisi da attori politici e sociali diversi. Necessità di assicurare il mantenimento in vita del compromesso raggiunto tra le diverse forze in gioco)

Costituzione formale (il testo che racchiude l’insieme delle disposizioni) Costituzione materiale (secondo Costantino Mortati: nucleo fondamentale dei fini e delle forze che regge ogni singolo ordinamento ovvero i fini politici in vista dei quali le forze politiche ispirano l’azione statale) Costituzione vigente: quella effettivamente applicata

Potere costituente: potere libero nei fini Potere costituito: potere vincolato ai contenuti della Costituzione - con l’emanazione di una Costituzione si esaurisce il potere costituente.