La rinascita politica delle città 1

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Transcript della presentazione:

La rinascita politica delle città 1

L’idea di città «la più bella invenzione dell’uomo» La città uno dei grandi archetipi dell’esperienza umana «città globali» – «Europa delle città» Louis Wirth (1938): «un insediamento relativamente ampio, denso e duraturo di individui socialmente eterogenei» Mumford (1927): la città, «nel suo complesso», è tutt’insieme «un plesso geografico, un’organizzazione economica, un processo istituzionale, un teatro di azione sociale, e un simbolo estetico di unità collettiva»

L’elemento culturale nell’idea di città. È funzione di un progetto umano del vivere insieme che persegue altri aspetti: l’interazione con i propri simili, il godimento di cose belle, la conservazione della memoria e dei legami con il passato e la trasmissione di un patrimonio materiale e ideale alle future generazioni. Gli uomini non stanno nelle città semplicemente per vivere; ci stanno per convivere.

Tre coppie concettuali definiscono la città: Territorio/spazio opposizione Legale/reale tensione Urbs/civitas complementarietà

Territorio/Spazio Dal punto di vista della dimensione geografica, la città non ha come riferimento il territorio ma lo spazio. Il concetto di territorio esprime una realtà a due dimensioni: una superficie e dei confini Il concetto di spazio esprime una realtà a tre dimensioni: esso incorpora i volumi che lo definiscono e le relazioni tra i corpi che lo abitano La città non ha un proprio territorio; essa è il proprio spazio, è un «fatto sociale formato nello spazio»

Legale/Reale Dal punto di vista dello status, non esiste una definizione giuridica o comunque formale-istituzionale; l’entità che più le si avvicina è il comune. Il comune ha confini certi, ambiti di competenza degli apparati di governo, nonché gli obblighi (doveri) di chi vi risiede La città legale non coincide con la città reale, dai confini incerti e mobili e dallo spazio mutevole Tensione tra esperienza urbana e il governo urbano

Urbs/Civitas Urbs è l’organizzazione dello spazio fisico che incorpora anche l’insieme delle relazioni tra gli abitanti (il tessuto urbano) Civitas è la comunità dei cittadini, che ha elementi costitutivi nel patrimonio urbano architettonico e nelle relazioni politiche. La città è urbs e civitas, l’organizzazione dello spazio fisico e quella della comunità cittadina. Rapporto di complementarietà

Urbs e civitas definiscono solo la città occidentale che incorpora dalle origini una dimensione politica (polis la città-stato greca) La polis è la città quale insediamento umano che si autogoverna L’agorà, il centro dello spazio fisico dove i cittadini partecipano alla realizzazione del bene comune Isonomia: comunità dei cittadini eguali tra loro e capaci di autogoverno (democrazia)

La moderna teoria urbana ha privilegiato tre dimensioni: La dimensione sociale La dimensione economica La dimensione urbanistica Altri contributi allo studio delle città sono venuti dagli storici e dai geografi e da opere della letteratura Queste tre dimensioni, in origine presentavano un approccio integrato e interdisciplinare, ora sono trattate separatamente quale oggetto di competenze specialistiche

Lo studio della dimensione politica della città contemporanea si è concentrato su: Potere urbano Voto delle città Manca una vera e propria teoria politica della città e manca una teoria politica dello spazio urbano Nell’antichità l’urbanistica e il disegnare città erano considerate attività politiche prima che tecniche o amministrative Lo sviluppo delle tecnologie sembra rendere irrilevanti i luoghi e il loro assetto (il dominio del virtuale) ma in effetti stiamo assistendo ad una rinascita politica delle città

Le città nella dialettica locale-globale Due conseguenze della globalizzazione sulle città: Bisogno di localizzazione Ridefinizione del locale Giddens dà il nome di disembedding (disincorporamento) ai fenomeni di svuotamento del tempo, di separazione tra tempo e spazio, di divaricazione tra spazio e luogo Il complemento di questo processo è il re-embedding, la ricontestualizzazione delle esperienze e delle relazioni, nel loro riancoramento in luoghi definiti da uno spazio-tempo a misura d’uomo Dicotomia locale/centrale Dicotomia locale/globale

Poiché la dimensione globale non ha un centro predefinito, le città possono aspirare ad affermare una propria centralità Passaggio da un sistema gerarchico-piramidale, fondato su relazioni centro-periferia, o sulla dicotomia locale/centrale, ad un sistema reticolare, fondato su una relazione dialettica e non gerarchica tra locale e globale I luoghi-città si contrappongono al «villaggio globale» e la dicotomia locale/globale incorpora una inversione semantica che fa dei «luoghi» del locale i centri molteplici di una vasta periferia globale.