In morte del fratello Giovanni Ugo Foscolo prof.ssa Elisabetta Bazzetta
prof.ssa Elisabetta Bazzetta Ne esistono due edizioni Una del 1803 e quella corretta del 1816 Echi letterari: Catullo,poeta latino”multas per gentes et multa per aequora vectus”..) Petrarca “traendo poi l’antiquo fianco” prof.ssa Elisabetta Bazzetta
prof.ssa Elisabetta Bazzetta Un dì s’io non andrò sempre fuggendo di gente in gente,mi vedrai seduto su la tua pietra, o fratel mio, gemendo il fior dei tuoi gentili anni caduto. La madre or sol,suo dì tardo traendo, parla di me col tuo cenere muto; ma io deluse a voi le palme tendo; e se da lunge i miei tetti saluto, sento gli avversi Numi,e le secrete cure che al viver tuo furon tempesta e prego anch’io nel tuo porto quiete. Questo di tanta speme oggi mi resta! Straniere genti,l’ossa mie rendete allora al petto della madre mesta. Parafrasi Un giorno se io non sarò condannato a vagare come un esiliato da una nazione all’altra,mi vedrai seduto presso la tua tomba ,o fratello mio,compiangendo la tua giovinezza ,spezzata così in anticipo. Soltanto l’anziana madre,trascinando i suoi ultimi giorni di vita,colloquia con te che sei nella tomba e non puoi risponderle;e io inutilmente porgo le mie mani verso di voi,e se da lontano saluto la mia patria,sento che il destino mi è avverso e gli dei mi sono ostili e sento le preoccupazioni che ti resero la vita difficile e prego anche io di trovare pace nella morte. Di tutte le mie aspirazioni non mi resta che questa! Popoli stranieri,presso i quali io morirò, almeno la mia salma restituite alla madre addolorata. prof.ssa Elisabetta Bazzetta
prof.ssa Elisabetta Bazzetta l’argomento e il tema L’argomento è la morte del fratello Giovanni Dionigi morto suicida a vent’anni,si dice per debiti di gioco. Il tema principale è il dolore per la morte del fratello ma ci sono altri temi : Tema della madre, vista come madre biologica, madre patria, madre poesia e madre morte. Tema dell’esilio e della consapevolezza di non poter tornare in patria Tema della commozione per gli affetti familiari Tema della solitudine angosciosa della madre Tema della lotta inutile contro il destino avverso Tema della perdita di ogni speranza Tema del presentimento della morte tra popoli stranieri prof.ssa Elisabetta Bazzetta
prof.ssa Elisabetta Bazzetta Le caratteristiche Si tratta di un SONETTO Formato da due quartine e due terzine Il verso è endecasillabo Rima alternata ABAB ABAB CDC DCD prof.ssa Elisabetta Bazzetta
Uso dell’enjambement e del gerundio Serve a dilatare il respiro dei versi e prolungare il tempo delle azioni Fuggendo Gemendo traendo prof.ssa Elisabetta Bazzetta
prof.ssa Elisabetta Bazzetta enjambement Un dì s’io non andrò sempre fuggendo di gente in gente,mi vedrai seduto su la tua pietra, o fratel mio, gemendo il fior dei tuoi gentili anni caduto. La madre or sol,suo dì tardo traendo, parla di me col tuo cenere muto; ma io deluse a voi le palme tendo; e se da lunge i miei tetti saluto, sento gli avversi Numi,e le secrete cure che al viver tuo furon tempesta e prego anch’io nel tuo porto quiete. Questo di tanta speme oggi mi resta! Straniere genti,l’ossa mie rendete allora al petto della madre mesta. prof.ssa Elisabetta Bazzetta
METAFORA o paragone abbreviato Un dì s’io non andrò sempre fuggendo di gente in gente,mi vedrai seduto su la tua pietra, o fratel mio, gemendo il fior dei tuoi gentili anni caduto. La madre or sol,suo dì tardo traendo, parla di me col tuo cenere muto; ma io deluse a voi le palme tendo; e se da lunge i miei tetti saluto, sento gli avversi Numi,e le secrete cure che al viver tuo furon tempesta e prego anch’io nel tuo porto quiete. Questo di tanta speme oggi mi resta! Straniere genti,l’ossa mie rendete allora al petto della madre mesta. Gli anni della giovinezza sono appena sbocciati come i fiori Le preoccupazioni erano talmente terribili come una tempesta La morte porta alla tranquillità come la nave trova tranquillità quando entra nel porto prof.ssa Elisabetta Bazzetta
prof.ssa Elisabetta Bazzetta metonimia Un dì s’io non andrò sempre fuggendo di gente in gente,mi vedrai seduto su la tua pietra, o fratel mio, gemendo il fior dei tuoi gentili anni caduto. La madre or sol,suo dì tardo traendo, parla di me col tuo cenere muto; ma io deluse a voi le palme tendo; e se da lunge i miei tetti saluto, sento gli avversi Numi,e le secrete cure che al viver tuo furon tempesta e prego anch’io nel tuo porto quiete. Questo di tanta speme oggi mi resta! Straniere genti,l’ossa mie rendete allora al petto della madre mesta. È una figura di trasferimento semantico in cui due termini sono in una relazione di contiguità logica o materiale Materia per l’oggetto PIETRA sta per il materiale con cui è fatta la tomba Causa effetto CENERE sta per ciò che rimane a causa del rito d’incenerizione prof.ssa Elisabetta Bazzetta
Sineddoche (parte per il tutto e viceversa) Un dì s’io non andrò sempre fuggendo di gente in gente,mi vedrai seduto su la tua pietra, o fratel mio, gemendo il fior dei tuoi gentili anni caduto. La madre or sol,suo dì tardo traendo, parla di me col tuo cenere muto; ma io deluse a voi le palme tendo; e se da lunge i miei tetti saluto, sento gli avversi Numi,e le secrete cure che al viver tuo furon tempesta e prego anch’io nel tuo porto quiete. Questo di tanta speme oggi mi resta! Straniere genti,l’ossa mie rendete allora al petto della madre mesta. Le palme Sta per porgere le mani nell’atteggiamento di chi chiede ….. Palme è una parte delle mani I miei tetti Sta per la mia città O anche per la mia patria prof.ssa Elisabetta Bazzetta
Personificazione,ipallage,sinestesia Le palme non sono deluse semmai è la persona che è delusa La cenere non parla e non è muta,semmai è la persona che è muta. ----------------------------- Palme deluse Ma potrebbe essere un ipallage (aggettivo riferito ad altro nome) ------------------------------------ Cenere muto Ma potrebbe essere Sinestesia Un dì s’io non andrò sempre fuggendo di gente in gente,mi vedrai seduto su la tua pietra, o fratel mio, gemendo il fior dei tuoi gentili anni caduto. La madre or sol,suo dì tardo traendo, parla di me col tuo cenere muto; ma io deluse a voi le palme tendo; e se da lunge i miei tetti saluto, sento gli avversi Numi,e le secrete cure che al viver tuo furon tempesta e prego anch’io nel tuo porto quiete. Questo di tanta speme oggi mi resta! Straniere genti,l’ossa mie rendete allora al petto della madre mesta. prof.ssa Elisabetta Bazzetta
prof.ssa Elisabetta Bazzetta considerazioni L’immagine della morte si presenta con insistenza anche in questo sonetto in cui il motivo autobiografico è sempre presente Qui siamo di fronte a un colloquio a tre : il fratello,la madre,il poeta. Solo la morte come benefattrice potrà riunire la famiglia. prof.ssa Elisabetta Bazzetta
I rapporti con altre opere prof.ssa Elisabetta Bazzetta
prof.ssa Elisabetta Bazzetta Morte o sepolcro? Probabilmente non si invoca la morte, ma un sepolcro,come quello del fratello,vigilato dalla pietà degli amici e dei familiari. Il poeta non invidia al fratello la morte ma il sepolcro e la quiete della patria. prof.ssa Elisabetta Bazzetta
le tombe dei morti servono ai vivi “. Foscolo ha una visione atea e non crede nella vita ultraterrena; così la tomba è un'illusione che serve al vivo per farsi ricordare dai propri cari. "Solo chi non ha eredità di affetti" non si cura della sua tomba, tutti gli altri credono nell'illusione di poter lasciare un ricordo di sé negli animi dei familiari, cercando una risposta a quell'ansia di eternità che tormenta anche Foscolo, il quale cercherà di placarla con la poesia. Nella prima strofa il Foscolo sembra di volere andare veramente a vedere "il fior de'tuoi gentili anni caduto", unito alla speranza che il suo esilio possa essere temporaneo. Ma questa speranza si poggia su qualcosa di molto vago come vediamo nell'ultima terzina ("questo di tanta speme oggi mi resta!"). Rimane l'illusione di poter essere ricordati dopo la morte, illusione che diventa lo scopo della propria vita. E' un'illusione perché non si basa su un ragionamento razionale. L'unica speranza per il vivente di sopravvivere dopo la morte è quella di essere ricordato come esempio per i posteri e di essere annoverato tra i grandi del passato. Quest'ultimo pensiero verrà perfezionato nei Sepolcri.” http://www.tuttowebitalia.com/letteratura/ugo-foscolo.html prof.ssa Elisabetta Bazzetta
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