ALESSANDRO MAGNO.

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ALESSANDRO MAGNO

Figlio di Filippo II - re di Macedonia dal 359 a. C Figlio di Filippo II - re di Macedonia dal 359 a. C. e conquistatore della Grecia nel 338 a.C.- e di Olimpiade, a cui Alessandro Magno fu molto legato, ebbe come prime figure di riferimento Achille, da cui discendeva per parte di madre, ed Eracle, illustre antenato del padre Filippo. Politicamente e militarmente fu istruito dal padre. Suo maestro intellettuale fu invece il filosofo greco Aristotele, che lo avvicinò alla lettura dei grandi poemi omerici e lo fece appassionare alla cultura greca trasmettendogli l'idea della superiorità dei Greci sui popoli barbari e in particolare sui Persiani.

A soli 16 anni, in seguito a un'assenza del padre, Alessandro Magno ottenne la reggenza del Regno. A 18 offrì la sua prima grande prova militare, combattendo valorosamente nella battaglia di Cheronea del 338 a.C., nella quale i Macedoni sconfissero le truppe dei Greci. Nel 336 a.C. Alessandro Magno divenne re di Macedonia dopo l'assassinio di suo padre Filippo per mano di Pausania, una delle sue guardie del corpo. L'ascesa al trono di Alessandro non fu facile. La morte di Filippo creò problemi di governo e riaccese le speranze di indipendenza delle città greche meno disposte ad accettare il dominio della Macedonia, come ad esempio Tebe. Bloccò inoltre la spedizione che il re macedone stava allestendo per invadere l'Asia e sconfiggere i Persiani.

Dopo aver stroncato con forza i nemici interni che avevano comandato l'uccisione di Filippo e dopo aver ottenuto l'appoggio dell'esercito macedone, Alessandro Magno decise per prima cosa di consolidare le posizioni macedoni in Grecia: Nel 336 a.C. ottenne dalla Lega di Corinto il titolo di comandante supremo militare della Lega. Si racconta che a Corinto Alessandro incontrò il famoso filosofo Diogene. Sembra che lo stravagante filosofo vivesse dentro una botte e che Alessandro, stupito da questo tipo di vita, gli chiese di esprimere un desiderio. Diogene gli chiese di spostarsi perché la sua ombra gli impediva di prendere il sole. Rimasto sorpreso dalla risposta del filosofo, Alessandro disse: "se non fossi Alessandro, vorrei essere Diogene". Nel 335 a.C. distrusse la città ribelle di Tebe e ne rese schiava l’intera popolazione.

Consolidato il dominio in Grecia, Alessandro Magno decise di riprendere i piani di suo padre Filippo per liberare i Greci d'Asia finiti sotto il regno dei Persiani: Nel 334 a.C. Alessandro sbarcò in Asia con una grande flotta e un grande esercito per attaccare i Persiani. Si racconta che si recò a Troia per omaggiare la tomba di Achille e che nello stesso anno, a Gordio, riuscì a tagliare con la spada il nodo gordiano. Secondo la leggenda, chiunque fosse riuscito a tagliare questo nodo che univa un giogo dorato a un carro, sarebbe stato il padrone dell'Asia. Un bel segnale per Alessandro, che vide la sua figura fondersi sempre di più con la leggenda.

Nel 333 a.C. Alessandro sconfisse a Isso le truppe del re persiano Dario III e liberò tutte le città greche che lo salutarono come un liberatore. In parallelo alla volontà di consolidare le sue vittorie nacque in Alessandro il desiderio di sconfiggere definitivamente i barbari per eccellenza, i Persiani, e di creare un impero macedone. Furono questi due desideri che tra il 332 a.C. ed il 325 a.C. lo spinsero a intraprendere una serie di conquiste in Asia e in Africa del Nord grazie alle quali riuscì a porre fine all'impero persiano e a creare un nuovo e vasto impero macedone che si estendeva dalla Macedonia all'India. 

Nel 332 a.C. Alessandro Magno conquistò la Fenicia, la Siria e l’ Egitto, dove fu salutato come figlio di Amon, titolo solitamente riservato ai faraoni. Nel 331 a.C. sconfisse di nuovo Dario sulle sponde del fiume Tigri e iniziò la conquista delle capitali dell'impero persiano: Babilonia, Susa, Persepoli, Pasargade. Dopo l'uccisione di Dario per mano di Besso, uno dei comandanti del re persiano, Alessandro continuò la conquista della Persia che venne completata nel 327 a.C. Tra 327 a.C. e 325 a.C. giunse sino in India per rafforzare i confini e intraprendere nuove conquiste.

Curiosità Alessandro Magno ebbe relazioni sia con donne e sia con uomini e si sposò tre volte: la prima volta fu con la principessa Rossane, figlia del satrapo Ossiarte; in seguito sposò la principessa Statira II, figlia del re Dario III di Persia; infine con Parisatide, una nobile persiana figlia di Artaserse III.

Cosa fa Alessandro Magno per mantenere saldo il suo potere? A soli 33 anni Alessandro Magno aveva raggiunto il culmine della sua gloria Cosa fa Alessandro Magno per mantenere saldo il suo potere?   Per mantenere saldo il controllo, appena conquistato un territorio vi fonda una città militare dove lascia il controllo a uomini di fiducia. Queste città militari prendono quasi tutte il suo nome. Fra le più famose ricorderete senz'altro Alessandria d'Egitto Reprime con violenza ogni rivolta che mette in discussione il suo potere.  Spostò la sede di governo dalla Macedonia alle città imperiali persiane di Susa e Babilonia che erano poste al centro del nuovo impero e dove rientrò nel 325 a.C. dopo la spedizione in India Per mettere pace tra Macedoni, Greci e Persiani sposò la figlia del persiano Dario, Statira, e costrinse 80 suoi ufficiali a sposare altrettante donne persiane

Quali eredità lasciò Alessandro Magno? Alla vigilia di una nuova spedizione verso l'Arabia, il 10 giugno del 323 a.C. Alessandro Magno morì nella città di Babilonia. Forse avvelenato da alcuni nemici, forse per via della malaria, forse a causa di una cirrosi epatica: le circostanze della morte di Alessandro Magno sono ancora oggi ignote. Quali eredità lasciò Alessandro Magno? Le condizioni per un'enorme espansione della cultura greca, che fornì le basi di quella che è stata definita la civiltà ellenistica La creazione dell'impero macedone-greco-persiano Un episodio più delle parole illustra cosa rese Alessandro, il Grande.Si racconta che Dario III nel 331 a.C., pur di non scontrarsi con il re macedone gli offrì un accordo di pace. Ma a Parmenione, uno dei generali macedoni che suggerì di accettare la proposta, Alessandro rispose: «Anch'io accetterei se fossi Parmenione, ma io sono Alessandro». Questo era, dopotutto, Aless ndro Magno.