Markers Biochimici della Cardiopatia Ischemica

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Markers Biochimici della Cardiopatia Ischemica

La Cardiopatia Ischemica La Cardiopatia ischemica costituisce la principale causa di morte nelle nazioni industrializzate. Inoltre, determina una morbilità significativa, con disabilità e perdita di produttività. Essa è anatomicamente caratterizzata nel 90% dei casi dalle conseguenze a carico del circolo coronarico dovute alla aterosclerosi e, sotto l’aspetto fisiopatologico, dalla sua importante conseguenza, l’ischemia, cioè lo squilibrio tra la richiesta metabolica e l’apporto di O2 al miocardio .

Spettro Clinico Ischemia Silente (assenza di sintomatologia anginosa); Angina cronica stabile (restringimento delle coronarie); Angina instabile (grave e transitoria ischemia in assenza di necrosi); Infarto acuto del miocardio (ischemia protratta > 40’); Cardiomiopatia ischemica (disfunzione ventricolare sn); Morte cardiaca improvvisa (causa elettrica o meccanica);

Fattori di Rischio Fattori di rischio non modificabili Età > 65 anni Sesso maschile < 65 Storia familiare: base genetica Fattori di rischio indipendenti modificabili Ipercolesterolemia (> 240 mg/dl): placche aterosclerotiche Ipertensione: accelera l’evoluzione della placca fibrosa Diabete mellito: aumenta il rischio aterogeno Fumo: la nicotina provoca vasocostrizione e lieve ipertensione; Altri fattori di rischio Obesità: ipertensione, ipercolesterolemia, resistenza all’insulina Mancata attività fisica: accelera la progressione aterosclerotica Iperomocisteinemia: aterogena + aumenta aggregazione piastrinica Livelli elevati di lipoproteina a: interferisce con la fibrinolisi Iperfribinogenemia: eccessiva coagulabilità Ridotta attività fibrinolitica: incapacità di risolvere il trombo

Infarto Acuto del Miocardio (IMA) Diagnosi: Esame Obiettivo: nella fase acuta può essere negativo; Esami di Laboratorio: markers di precoce comparsa e di cardiospecificità; ECG: rappresenta l’esame strumentale più utile; Radiografia toracica; Diagnostica per immagini;

Markers Biochimici di Danno al Miocardio * Indicatori Precoci * Creatin chinasi (CK) (CPK): isoenzima che catalizza la fosforilazione di creatina CPK MM  muscolare (97%) cardiaca (  75%) CPK MB  muscolare (1-3%) cardiaca (25% di T) CPK BB  cervello – tratto gastrointestinale - vescica CPK mitocondriale  ubiquitaria Nel corso di IMA aumenta la CPK MB a partire da 2/6 ore dall’insorgere dell’evento con un picco tra 18/22 ore ed un ripristino dei valori normali dopo 48/72 ore Soggetto sano CPK MB / CPK Tot < 2,5 Isoforme: MM3 MM2 MM1 MB 2 MB1

Markers Biochimici di Danno al Miocardio * Indicatori Precoci * Mioglobina: proteina trasportatrice di O2 dalle membrane cellulari ai mitocondri. Essa rappresenta il I markers di danno miocellulare liberato nel torrente circolatorio. Nel corso di IMA aumenta dopo la 1a ora dall’insorgere dell’evento con un picco tra 16/18 ore ed un ripristino dei valori normali dopo 24/36 ore. Purtroppo la mioglobina scheletrica prodotta in caso di intensa attività fisica non è distinguibile da quella cardiaca. La diagnosi differenziale viene eseguita mediantre il dosaggio dell’anidrasi carbonica III che è presente soltanto nel muscolo scheletrico.

Markers Biochimici di Danno al Miocardio * Indicatori Precoci * Troponina: il complesso delle troponine (T, C, I) partecipa insieme alle molecole di actina e tropomiosina alla formazione del filamento sottile del muscolo striato. Le forme cardiache delle troponine T ed I sono distinguibili da quelle presenti nella muscolatura cardiaca grazie all’utilizzo di specifici anticorpi monoclonali. Nel corso di IMA la troponina I aumenta entro le 3/6 ore con un picco tra le 15/25 ore ed un ripristino dei valori normali dopo circa 7 giorni, associando quindi l’elevata specificità a un’ampia finestra diagnostica. Troponina I: specificità più elevata, dosaggio in 10’ Troponina T: specificità meno elevata, dosaggio in 2 h

Markers Biochimici di Danno al Miocardio * Indicatori Tardivi * Lattico deidrogenasi: enzima che catalizza la conversione del lattato in piruvato, è presente in 5 forme isoenzimatiche in funzione delle combinazioni delle sub unita H ed M. LDH1 : presente prevalentemente nel miocardio LDH4 LDH5: presente prevalentemente nel fegato e nel muscolo scheletrico Nel corso di IMA l’incremento della concentrazione sierica di LDH1 precede quella di LDH totale, aumenta dopo la 8/24 ore dall’esordio dell’evento con un picco dopo 3/6 giorni ed un ripristino dei valori normali entro 8/14 giorni, quindi un indicatore di infarto pregresso.

Markers Biochimici di Danno al Miocardio * Indicatori Tardivi * Miosina: rappresenta una delle maggiori componenti strutturali del tessuto muscolare, composta da: MHC : catene pesanti isoforme  e  nel miocardio (solo  m. scheletrico) non presentano pool citoplasmatico, aumentano in circolo soltanto dopo 48 h dall’insulto miocardico, raggiungono il picco dopo 5/6 giorni e tornano a valori normali dopo più di 10 giorni MCL1 e MCL2: catene leggere legate alla regione N terminale delle MHC. Presentano un piccolo pool citoplasmatico, sono riversati nel sangue entro 6 ore dall’insulto e persistono per circa 14 giorni

Markers Biochimici di Danno al Miocardio * Indicatori Tardivi * AST/GOT: aspartato amminotransferasi / transaminasi glutammico ossalacetica Enzima prevalente nelle cellule miocardiche, i livelli sierici aumentano dopo 8/12 h dall’inizio della sintomatologia dolorosa, raggiungono il picco dopo 24/48 ore e rientrano nella norma dopo 3/4 giorni. Non fornisce informazioni diagnostiche aggiuntive a quelle già ottenute con la determinazione delle CPK e LDH

Markers Biochimici di Danno al Miocardio Andamento sierico dei markers nell’IMA