..Ponte Fabricio.. è un ponte di Roma, molto ben conservato e tuttavia il più antico esistente, che collega l'Isola Tiberina alla terraferma sul lato orientale,

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..Ponte Fabricio.. è un ponte di Roma, molto ben conservato e tuttavia il più antico esistente, che collega l'Isola Tiberina alla terraferma sul lato orientale, verso Campo Marzio. Misura sessantadue metri in lunghezza, e cinque metri e mezzo in larghezza. Il ponte è costituito da due arcate a sesto ribassato, con una luce di ventiquattro metri e mezzo, poggiate su un pilone mediano con una base a forma di sperone sul lato a monte, ma con forma arrotondata verso valle; sopra il pilone si apre un arco largo sei metri, con lo scopo di alleggerire la pressione delle acque durante le piene fluviali. Alle due estremità si trovavano due piccoli archi di tre metri e mezzo di larghezza, oggi però interrati. Il suo nucleo interno è composto da pietra sperone in tufo, mentre l'esterno è realizzato in travertino; la parte in mattoni si riferisce ad un restauro seicentesco. Sono collocate alcune erme quadrifronti, raffiguranti Giano quadrifronte che servivano per delle balaustre probabilmente in bronzo, e che hanno motivato la denominazione moderna. Sul lato dell'isola si trova la Torre Caetani, che ne sorvegliava l'ingresso

Il ponte fu costruito simmetricamente a quello Fabricio, dal pretore Caio Cestio nel 46 o 44 a.C. (titolare dell'omonima piramide), oppure da Lucio Cestio l'anno successivo. Subì un primo restauro nel 152, ma fu completamente ricostruito nel 370 con materiali di reimpiego, provenienti anche dal vicino Teatro di Marcello, dagli imperatori Valentiniano, Valente e Graziano; quest'ultimo diede un nuovo nome al ponte. Un altro restauro, documentato da un'epigrafe, si ebbe nel 1191-93 da parte di Benedetto Carissimi.A causa dell'ampliamento del lato destro del Tevere, viene demolito nel 1888e ricostruito nel 1892 con parte del materiale lapideo originale, soprattutto nella parte centrale.Il ponte è costituito da tre arcate, con una lunghezza complessiva di ottanta metri e quaranta. Il ponte romano misurava quarantotto metri e mezzo, con una sola grande arcata affiancata da due fornici minori.

..Ponte Sublicio.. Il ponte Aventino,anticamente chiamato sublicio,fu il primo ad essere stato costruito sul Tevere,ad opera di Anco Marzio che regno fra il 644 a.C. e il 621 a.C. Il ponte era in travi di legno unite da chiodi di bronzo e poggiava su 5 grossi piloni costituiti da numerosi pali legati insieme. Sul ponte si teneva annualmente una delle più antiche cerimonie della Roma arcaica:la processione degli Argei,che si svolgeva alla vigilia delle Idi di maggio.

..Ponte Sant’Angelo.. Questo celebre ponte,che sorge dinanzi a Castel Sant’Angelo,è lungo 130 metri e largo 9 metri. Il primo progetto risale al 136 d.C. E doveva avere la funzione di accesso alla tomba di Adriano.Realizzato in calcestruzzo e scaglie di tufo,rivestito con peperino e travertino,costituisce uno dei più grandi esempi della competenza costruttiva romana.

..PONTE MILVIO.. Il ponte Milvio fu edificato sulla città di Roma,lungo il percorso della via Flaminia e Cassia per oltrepassare il Tevere,fuori dalla città antica di Roma;vi confliovano inoltre la via Clodia e Veientana. La prima menzione del ponte risale al 207 a.C.,in relazione alla battaglia del Metauro nel corso della seconda guerra Punica;in quest’epoca la sua struttura doveva essere in legno.Nel 110-109 a.C. il censore Marco Emilio Scauro ricostrui il ponte in muratura. Nel 312 vi ebbe luogo la battaglia fra Costantino I e Massenzio,nota come battaglia di Ponte Milvio. Quin,secondo la leggenda,costintino ebbe la visione della scritta nel cielo:”In hoc signo vinces” che lo incoraggio alla battaglia. Del ponte romano restano le tre arcate centrali. Il ponte infatti fu danneggiato dalle vicende belliche medievali e fu anche noto come ponte Mollo. Nel 1429 cominciarono i primi restauri sotto Papa Martino V e i lavori furono affidati a Francesco di Gennazzano. Nel 1458 furono eliminate delle parti in legno e fu demolita la fortificazione medievale. Nel 1805 altri lavori di restauro furono affidati a Giuseppe Valadier:egli ricostruì le arcate alle estremità che erano state sostituite da ponti levatoi in legno ed edificò all’imbocco settentrionale una torre in stile neoclassico.Il ponte fu fatto saltare da Garibaldi nel 1849 per ostacolare l’avanzta delle truppe francesi e fu restaurato sotto Papa Pio IX nel 1850. In questa occasione vi fu aggiunta una statua dell’Immacolata,mentre ne esisteva una di San Giovanni Nepomuceno.

Arco di trionfo di Malborghetto ..Un pò di storia.. il Casale di Malborghetto é ricavato in un arco quadrifronte eretto probabilmente agli inizi del IV° secolo d. C. all’incrocio tra l’antica via consolare ed uno dei percorsi che collegavano Veio alla valle del Tevere, pressocchè coincidente ad ovest con l’odierna strada per Sacrofano e ad oriente con il sentiero che scende al Fosso del Drago ed alla via Tiberina. Si é proposto di riconoscervi un monumento commemorativo della battaglia tra Costantino e Massenzio ai Saxa Rubra (312 d. C.): esso sarebbe sorto sul luogo dell’accampamento di Costantino, dove la notte precedente lo scontro l’imperatore ebbe la miracolosa visione che determinò la sua vittoria ed il trionfo del Cristianesimo. Nel Medioevo l’arco, con la chiusura dei fornici, venne trasformato dapprima in una chiesa a croce greca di cui rimangono la parete nord, con due finestrine ad arco, l’arco absidale entro il fornice orientale e la parte inferiore dell’abside, all’esterno dello stesso. I più antichi documenti conservati non fanno menzione della chiesa, evidentemente già scomparsa, ma soltanto di un palatium in un piccolo borgo fortificato con doppia cinta e basse case: in una divisione dei beni degli Orsini del 1256 é ricordato col nome di Burgus S. Nicolai de Arcu Virginis, in seguito detto Borghetto e successivamente Borghettaccio o Malborghetto, per essere stato rifugio di banditi: tali denominazioni compaiono su piante del Catasto Alessandrino (secolo XVII°) ed in un’incisione riprodotta dal Martinelli (1682), che raffigura il casale inserito nelle fortificazioni dirute del Borgo.

..L’edificio.. L’arco romano, a pianta rettangolare (m. 14,86 x 11,87), é in opera laterizia con ricorsi di mattoni bipedali: in travertino sono le basi dei piloni e le fasce dell’imposta degli archi, all’altezza del fregio e sotto i blocchi angolari dell’architrave, mentre di marmo (in parte di recupero) sono gli elementi della trabeazione (alcuni in posto sui lati nord, est e sud, altri nelle adiacenze del monumento), le cui modanature trovano significativi riscontri nella basilica di Massenzio. La volta a crociera, con le nervature costituite da triplici catene di mattoni, prosegue nelle volte a botte di analoga struttura comprese tra i piloni, le quali all’esterno presentano un paramento a doppia ghiera di bipedali. Riscoprendo il monumento romano rinserrato fra le strutture medievali, Giuliano da Sangallo ne tracciò una suggestiva ma certo fantasiosa immagine, ponendo al di sopra dell’attico un coronamento conico . l’arco sarebbe stato ornato da coppie di colonne su plinti dinanzi ai lati lunghi e coppie di lesene su quelli minori. Indagini recenti hanno confermato nelle linee generali tale ricostruzione integrandole sulla base di ulteriori accertamenti e di nuovi elementi della decorazione architettonica: si sono recuperati in particolare frammenti delle colonne e della cornice superiore. Sembra che la decorazione non sia stata completata sui lati corti e che al di sopra della trabeazione la realizzazione dell’attico sia avvenuta in almeno due fasi successive con varianti del progetto originario. minori.