L’identità storica di Sassari I “segni” dell’identità rispecchiano valori e tradizioni che si affermano e stratificano nel corso dei secoli.
I caratteri dell’identità Un’agricoltura fortemente sviluppata: dalla viticoltura all’orticoltura, all’olivicoltura. Una forte impronta municipale. L’artigianato: le botteghe degli argentieri, l’industria delle conce, l’organizzazione dei gremi (arti e mestieri). Il peculiare dialetto sassarese. Gli aspetti culturali e religiosi: le confraternite, le istituzioni educative, le processioni, le feste.
Sassari città-capoluogo Sassari mantiene ancor oggi una spiccata identità urbana, espressione di lunghe sedimentazioni che caratterizzano la sua storia e la sua stessa vocazione di capoluogo territoriale della Sardegna settentrionale.
Dal 1355 la città era sede della Reale Governazione del Capo di Sassari e di Logudoro che verrà trasformata, all’indomani della “fusione” (1847) con gli ordinamenti politici degli Stati sabaudi di Terraferma, nell’omonima Provincia che sino alla nascita di quella di Nuoro nel 1929 comprenderà tutta la Sardegna centro-settentrionale. Il Comune di Sassari ottiene dalla Cancelleria regia di Madrid la Carta Real Sassari, Università Aula Magna, Mario Delitalia 1930
Le mura Per secoli l’identità sassarese è stata segnata dalla linea della sua cinta muraria che divideva la città dalla campagna circostante. I “villici” del contado e del Logudoro per inurbarsi dovevano acquisire i valori della città in cui andavano ad abitare: rispettare le leggi municipali, parlare il dialetto locale, venerare i santi cittadini – in particolare i tre martiri turritani, Gavino, Proto e Gianuario –, confrontarsi con le tradizioni artigiane e con la vita associativa urbana.