Progetto DisCoPra “Disuguaglianze sociali, consumi culturali e pratiche di lettura. Cittadinanza, scuola e territorio” Incontro di presentazione e confronto.

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Transcript della presentazione:

Progetto DisCoPra “Disuguaglianze sociali, consumi culturali e pratiche di lettura. Cittadinanza, scuola e territorio” Incontro di presentazione e confronto con bibliotecari/e della Provincia di Trento

PANORAMICA della RICERCA Base teorica Contesto empirico Metodi DISCUSSIONE E CONFRONTO La ricerca I giovani e la lettura La promozione della lettura

Cittadinanza: la lettura come strumento di partecipazione sociale La lettura si configura come pratica culturale e strumento di partecipazione sociale cruciale, benché distribuito in maniera diseguale, nella società (tardo-)moderna; e come importante risorsa per la piena realizzazione della cittadinanza cognitiva (Isin e Wood 1999; Borgna 2001; Delanty 2001). L’emancipazione sociale non è una questione esclusiva di risorse, ma anche di capacità (Ranci 2007). Per una reale riduzione delle disuguaglianze, sono fondamentali le capacità fattuali necessarie ad “attivare la cittadinanza” (Paci 2005). ... Ecco perché la lettura è ancora fondamentale per la costruzione dell'individuo e per l'appianamento stesso delle disuguaglianze.

Scuola: la lettura come elemento di distinzione e mobilità sociale Con questo libro ingaggiai una vera e propria lotta. Dovevo leggerlo – perfino i miei genitori insistevano, soprattutto perché erano già evidenti le mie debolezze in ortografia e si sperava che attraverso la lettura sarei arrivato a dettati migliori, attraverso dettati migliori a voti migliori, e attraverso questi a migliori possibilità di successo, a uno stipendio migliore e una moglie più bella, a una casa più grande e forse anche a un'automobile [...] In secondo luogo, mia madre non aveva nessuna intenzione di sfigurare davanti alla sorella [...] Voleva almeno avere un figlio che leggesse tanto quanto il figlio di sua sorella. Peter Bichsel La lettura è una pratica intrisa di distinzione culturale: la ricchezza del vocabolario, la matrice di lettura e scrittura, i consumi culturali in genere sono elementi di distinzione sociale (Bourdieu 1979). La cultura scolastica come cultura capitalizzabile => risorse. Se è vero che da un alto la lettura può fungere da vettore di emancipazione, personale e sociale, è però altrettanto vero che, dall'altro lato, viene socialmente sfruttata (anche) come elemento di distinzione, dunque come elemento di rappresentazione e, per questa via, costruzione e ricostruzione quotidiana delle disuguaglianze. Questo è l'aspetto più brutto, per così dire, della lettura. Ma non facciamo gli struzzi, esiste anche questo aspetto. Inoltre, sebbene la citazione possa apparire un po' “antiquata”, occorre considerare che – a tutt’oggi – la matrice di lettura e scrittura sono elementi di distinzione sociale. Esse chiamano dunue in causa disugualianze , sia in entrata che in uscita. Gli aspetti rilevanti, dal punto di vista teorico, sono almeno due: 1) cittadinanza cognitiva e partecipazione 2) ruolo della scuola

INS: Sì, nella biblioteca pubblica si trovano molte schifezze... I dati pisa 2009, laddove si svolge analisi multilivello, confermano che la maggior parte ella varianza è spiegata dallo status socio- economico-culturale della scuola a livello aggregato (del corpo studentesco). Ancor più che a livello individuale. INT: C'è differenza secondo lei fra biblioteca scolastica e biblioteca pubblica? INS: Sì, nella biblioteca pubblica si trovano molte schifezze... (Liceo, Città)

Press divide Novembre 2009: il Censis lancia l'allarme press divide. Mentre il digital divide sta andando colmandosi piuttosto rapidamente (-19,7% dal 2006 al 2009), stanno invece aumentando coloro che non leggono libri e giornali (+5,4%). Tra questi, sono soprattutto gli uomini (+9,9%), i giovani tra i 14 e i 29 anni (+10%) e chi possiede un diploma o un titolo di studio superiore (+8,2%) ad essersi allontanati dai mezzi a stampa. Più in particolare, c'è un 28,7% di giovani sotto i 30 anni che non leggono giornali, riviste e libri, mentre utilizzano Internet, radio e televisione. La lettura di libri non sta mutando in relazione al proprio medium tecnologico, come accade per i giornali, sta più semplicemente venendo abbandonata come attività da una certa parte della popolazione italiana. Più in particolare, da una certa parte dei giovani. Come spiegare l'emergente e crescente press divide? Perché adesso anche categorie normalmente avvantaggiate, come i giovani maschi ben istruiti, si allontanano dalla lettura? Scivolando ulteriormente dal teorico verso l’empirico, c’è di più: le tendenze più recenti registrano un allontanamento dalla lettura anche e soprattutto nelle fasce normalmente avvantaggiate della popolazione. In Italia, come in Trentino, i lettori – e soprattutto i giovani lettori – sono in calo.

Età (scolarizzazione) e genere I/le giovani, soprattutto maschi, tendono ad allontanarsi dalla lettura a cavallo dei 14 anni, mentre pochi/e altri/e, soprattutto femmine, diventano invece lettori/trici più “forti”. “Alle elementari leggono molto […] poi c’è un calo quando vanno alle medie e c’è una caduta libera quando vanno alle superiori.” (bibliotecario 2) “A partire dalle medie e dalle superiori leggono per obbligo.” (bibliotecario 12) “[...] distinzione tra un lettore pre-adolescente, in cui maschio e femmina non si distinguono per il tipo di lettura […] fino alle scuole medie. Con l’adolescenza le ragazze mantengono una costanza di lettura, c’è una leggera diminuzione, ma non è così rilevante […i]l lettore adolescente maschio abbandona la pratica della lettura, a meno che non sia una lettura prescritta.” (bibliotecaria 4) Quali sono ragioni e modalità di questa progressiva divaricazione tra lettori/trici e non lettori/trici che sembra cominciare nel passaggio tra le scuole medie e quelle superiori? Ultimo dato empirico, una tendenza in questo caso di lungo corso ma che si riconferma è la seguente: … Oltre ai dati statistici, questa tendenza è stata confermata dalle parole di alcuni vostri colleghi/e che sono stati intervistati durante la prima fase del progetto.

Territorio Se è vero che in Trentino si legge tendenzialmente di più che nel resto d’Italia (Istat 2010), è però anche vero che i quindicenni trentini non superano la media nazionale relativamente al “piacere della lettura” e al tempo quotidianamente dedicato alla lettura (PISA 2009). => Il vantaggio del Trentino si spiega per lo più con variabili socio- economiche aggregate (relative cioè al territorio provinciale rispetto alla media nazionale). Il problema della bassa (e calante) propensione/motivazione alla lettura dei/lle giovani (+14 anni) permane come sul resto del territorio nazionale. Occorre inoltre considerare che il territorio provinciale si distingue internamente tra aree urbane e aree rurali, nelle quali sono diversamente presenti, ad esempio, scuole e biblioteche.

quadro di riferimento a livello aggregato Analisi statistica: quadro di riferimento a livello aggregato Interviste con bibliotecari/e del territorio: esperienze dirette con ragazzi e ragazze ed iniziative di promozione della lettura Interviste con insegnanti di italiano del biennio: culture d'insegnamento (aspettative, rappresentazioni, pregiudizi, stereotipi...) Focus group con studenti/esse del biennio: pratiche di lettura e le rappresentazioni del libro (e degli altri media) di ragazzi e ragazze adolescenti Per rispondere agli interrogativi che ho cercato di mettere in evidenza, il progetto prevede:

Domande, critiche, commenti...

Vicinanza vs. lontananza? Ci sono delle pietre miliari che secondo me vanno prese in considerazione […] questo si deve assolutamente leggere […] Quello che io ho fatto negli ultimi anni è un po’ una selezione dei materiali, perché mi sono accorta che molti testi adesso non sono più proponibili […] perché li vedono molto lontani dal loro modo di pensare, dal loro modo di essere. (Liceo, Città) […] quando un adulto cerca di imitare un adolescente fa come minimo ridere se non peggio e Moccia fa esattamente questo quindi magari cercate qualcosa di più originale, oppure cercate qualcosa scritto da un diciassettenne che magari è più vicino a voi insomma, se proprio dovete cercare qualcosa con un linguaggio che, se volete un linguaggio che è il vostro insomma. Qui la mia domanda è: sin dove bisogna spingersi per proporre qualcosa che si a “vicino”?

Basta leggere... O no? Quando mi dicono che hanno letto Moccia dico “ragazzi per favore quella lì sì è una perdita di tempo”, io mi permetto di fare dei commenti dopo che l’han letto però [risatina] cioè non è che dico all’inizio “no, non leggetelo”. (Liceo, Città) L’importante è leggere […] quello sì, poi… di inutile… i fumetti! [ride]. Ecco […] in una scuola superiore i fumetti non li vedo tanto… poi per carità ognuno ha le proprie preferenze… però… (Istituto professionale, Città) […] ci sono delle storie dei fumetti che parlano della guerra… addirittura un mio studente ne aveva portato uno sul Libano, quindi anche una cosa abbastanza impegnativa […] oppure una ragazza […] di quelle un pochino più curiose, per esempio mi ha portato “Persepolis”. Come bibliotacri, cosa ne pensate?

Come promuovere la lettura? http://youtu.be/nsravNklRes Come promuovere la lettura? Quali sono state nella vostra esperienza le iniziative di promozione della lettura più efficaci, migliori. Oppure come dovrebbe essere secondo voi una buona iniziativa, come la pensereste, in termini anche ideali.