L’ischemia miocardica.

Slides:



Advertisements
Presentazioni simili
SOPRASLIVELLAMENTO DEL SEGMENTO ST
Advertisements

IRCCS San Martino Genova
Corso monografico di elettrocardiografia (3)
Minimaster di elettrocardiografia
INTERPRETAZIONE DELL’ELETTROCARDIOGRAMMA
INTERPRETAZIONE DELL’ECG
ECG NEI DISTURBI DELLA CONDUZIONE
Dott.ssa Elisabetta Muccioli
ELETTROCARDIOGRAMMA ECG, EKG
Complesso QRS Forze elettriche della depolarizzazione ventricolare Vettore 1 Setto: sx vs dx; post vs ant Vettore 2 Ventricoli: dx vs sx; Ant vs post.
COMPLICANZE CHIRURGICHE IMA
Misericordia di Roma Appio - Tuscolano
CAUSE DI DOLORE TORACICO
Disturbi del ritmo: classificazione
ING. BARBARA GARRETT Elettricità
I markers biochimici nelle CPU
Villa Cappugi, Pistoia 16 Febbraio 2008
Trattamento in rete interospedaliera di un infarto acuto ST elevato
GLI ERRORI PIÙ COMUNI NELL’INTERPRETAZIONE DELL’ECG Caso clinico
1.
Il Registro Toscano della Miocardiopatia da stress tipo Tako-tsubo.
Trattamento in rete interospedaliera di un infarto acuto ST elevato
Terapia antitrombotica nelle Sindromi Coronariche Acute
Università degli Studi di Firenze Facoltà di Medicina e Chirurgia
ELETTROCARDIOGRAMMA: basi fisiologiche; disposizione
Lezione 2° INFARTO MIOCARDICO (caso clinico discusso in aula)
FISIOPATOLOGIA DELL’ARRESTO CARDIO RESPIRATORIO IMPROVVISO
F. Napoli, G. Picardi, A. Fiorillo, G. Vergara
Malattie dell’apparato cardiovascolare
Significato delle alterazioni elettrocardiografiche I
L’ECG nell’ipertensione arteriosa in MG
R r qR rs qs QS rS rSR’ RSr’ Rs.
XV Congresso Nazionale SICD – Sestri Levante (Ge) gennagio 2006
Definizione, classificazione e fisiopatologia Nicola Morabito Dirigente Medico Unita' Operativa Complessa MCAU Direttore: Dr. S. La Spada P.O. G.F. Ingrassia.
Corso monografico di elettrocardiografia (1)
Sindromi Coronariche Acute
FIBRILLAZIONE ATRIALE
CORSO ELETTROCARDIOGRAFIA
Definizione Spettro di malattie a diversa eziologia, in cui il fattore fisiopatologico unificante è rappresentato da uno squilibrio tra la richiesta metabolica.
IMA:localizzazione ECG
BLOCCHI ATRIO-VENTRICOLARI (BAV)
IDENTIFICAZIONE DEI PAZIENTI A RISCHIO DI MORTE CARDIACA IMPROVVISA
CLI - C. I. C4 – Infemieristica cl. appl
U.O.C. Cardiologia Pediatrica Ospedale Ferrarotto CT Corso Teorico Pratico di base di Elettrocardiografia per neonatologi parte Pratica IV Francesco De.
CRM Mastery Course Basis & Brady Le Bradiaritmie
L’ECG nella Cardiopatia Ischemica
INTERPRETAZIONE DELL’ECG
FAST STEMI RETE STEMI REGIONE PIEMONTE
Miocardiopatie, farmaci, disionie
Dr. Scaglione Dr. Bertero Dott. Sergio Agosti Cardiologo
Iter diagnosico e terapeutico delle aritmie sopraventricolari
Fisiopatologia delle Sindromi Coronariche Acute
Test Da Sforzo e/o Ecostress? This is the problem!
ELETTROCARDIOGRAMMA: basi fisiologiche; disposizione
Dr Alberto R. De Caterina Fondazione Toscana “G. Monasterio”
GENERAZIONE E CONDUZIONE DELL’ECCITAMENTO CARDIACO
INFERMIERE Dott. CALOGERO IACONA U.O. DI CARDIOLOGIA II CON EMODINAMICA AZIENDA OSPEDALIERA UNIVERSITARIA POLICLINICO “P. GIACCONE”, PALERMO 73° CONGRESSO.
L’interpretazione dell'ECG in Medicina Generale:
LE MALATTIE DELL’APPARATO CARDIOVASCOLARE RAPPRESENTANO LA PIU’ FREQUENTE CAUSA DI MORTE NEL MONDO OCCIDENTALE. In Puglia, nell’anno 2008, si sono registrati.
3. L’elettrocardiogramma nei disturbi di conduzione
36 anni, ♂ -Non copatologie -Anamnesi cardiologica: FRCV: ipertensione arteriosa, fumo, lieve dislipidemia in passato uso occasionale di stupefacenti (cocaina,
L’ECG NELLA CARDIOPATIA NON ISCHEMICA. Tra le nuove iniziative della Fondazione Angelo De Gasperis troviamo un appuntamento mensile in cui saranno presentati.
III Divisione di Chirurgia Vascolare (Primario: G. Bandiera) ISCHEMIA CRITICA DEGLI ARTI INFERIORI ESPERIENZA RETROSPETTIVA IN 337 PAZIENTI: ANALISI SULL’OUTCOME.
4. L’elettrocardiogramma nei disturbi della ripolarizzazione
Il cuore. IL CUORE Organo cavo posto al centro della gabbia toracica, occupa lo spazio fra i polmoni (mediastino) e la base del diaframma. Il peso (300.
Definizione  Malattia del muscolo cardiaco (cardio- miopatia) che interessa il ventricolo destro  Infiltrazione fibro-adiposa  Alterazione segmentale.
INFARTO MIOCARDICO ACUTO
Anatomia del Pericardio
Come interpretare un ECG
Corso di laurea in Ostetricia
Transcript della presentazione:

L’ischemia miocardica

ECG e DIAGNOSI DI SCA

ECG e DIAGNOSI DI SCA RIPERFUSIONE

ECG nella cardiopatia ischemica ECG standard: Infarto Ischemia miocardica transitoria Alterazioni postischemiche

ECG nell’ Infarto Miocardico Ischemia Lesione Necrosi Blocchi Aritmie

Infarto transmurale (ST ) prime ore

Elettropatologia del sopraslivellamento di ST

Elettropatologia dell’inversione della T (post)ischemica Normale: Rip Epi-Endo: T+ PostIschemia: Rip Endo-Epi: T-

Elettropatologia della Q di necrosi

Significato della persistenza di ST sopraslivellato

Sede dell’infarto Il sopraslivellamento di ST identifica la sede dell’infarto La comparsa di onda Q identifica la sede dell’infarto

Localizzazione dell’infarto anteriore Alterazioni nella tipica successione nelle precordiali da V1 a V4 Occlusione del ramo discendente anteriore della coronaria sinistra Una occlusione molto prossimale si associa ad estensione laterale coinvolgendo V5, V6, DI e AVL Una occlusione distale si associa ad una estensione localizzata tra V1 e V3 Le alterazioni nella tipica successione ischemia-infarto sono ben localizzabili nelle derivazioni toraciche. L’ischemia/infarto della parete anteriore è generalmente dovuta ad occlusione del ramo discendente anteriore della coronaria sinistra. L’infarto anteriore può essere schematicamente suddiviso in: Infarto della parete anteriore isolato che provoca alterazioni nella tipica successione in V3 e V4 Infarto settale che provoca alterazioni ischemiche in V1 e V2 Infarto antero-settale che coinvolge all’elettrocardiogramma di superficie le derivazioni da V1 a V4 Infarto esteso della parete anteriore con tipiche modificazioni ischemiche da V1 a V6 e in DI e AVL Infarto antero-laterale che coinvolge le derivazioni DI, AVL, V3, V4, V5 e V6

Sede dell’infarto Anteriore

Localizzazione dell’infarto laterale Alterazioni nella tipica successione nelle derivazioni DI, AVL, V5, V6 Occlusione del ramo circonflesso della coronaria sinistra Può essere associato ad una estensione posteriore L’Infarto laterale è caratterizzato da alterazioni ischemiche nelle derivazioni DI, AVL, V5 e V6. E’ generalmente causato dall’occlusione del ramo circonflesso della coronaria sinistra e può essere associato sia ad una estensione posteriore (le alterazioni si possono ritrovare in DI, DII, DIII, AVL, AVF, V5 e V6) che ad una estensione anteriore coinvolgendo in questo caso anche le precordiali V3 e V4 oltre alle derivazioni tipiche della sede laterale (DI, AVL, V5 e V6).

Sede dell’infarto Laterale

Localizzazione dell’infarto inferiore Alterazioni nella tipica successione nelle derivazioni DII, DIII, AVF Occlusione della coronaria destra Una occlusione molto prossimale si associa al coinvolgimento del ventricolo destro Nel 20% dei casi è dovuta ad occlusione del ramo circonflesso della coronaria sinistra L’Infarto posteriore è caratterizzato da alterazioni ischemiche nelle derivazioni DII, DIII e AVF. E’ causato dall’occlusione della coronaria destra o del ramo circonflesso della coronaria sinistra nel tipo di irrorazione sinistra.

Sede dell’infarto Inferiore

Localizzazione dell’infarto posteriore Alterazioni nella tipica successione nelle derivazioni posteriori (V7-V9) Immagini reciproche in V1-V4 (onde R alte, ST sotto-slivellato ed onde T alte e simmetriche) Occlusione distale del ramo circonflesso della coronaria sinistra Nell’infarto posteriore si apprezzano alterazioni nella tipica successione nelle derivazioni posteriori (V7-V9) e si riscontrano immagini reciproche in V1-V4 caratterizzate da onde R alte, ST sotto-slivellato ed onde T alte e simmetriche. E’ causato dalla occlusione distale del ramo circonflesso della coronaria sinistra. Può anche essere associato ad estensione in senso settale e laterale. Nel primo caso i segni tipici di ischemia sono apprezzabili nelle derivazioni DII, DIII, AVF, V1 e V2 mentre nell’estensione laterale verranno coinvolte le derivazioni DI, DII, DIII, AVL, AVF, V5 e V6.

Sede dell’infarto Posteriore

Localizzazione di un pregresso infarto Infarto posteriore: “alta” R in V1, V2 possibile onda Q in V6 Infarto laterale: onde Q in D1, AVL Come per le alterazioni in fase acuta, anche i segni di una pregressa necrosi in determinate derivazioni elettrocardiografiche permettono di trarre conclusioni sulla porzione del miocardio interessata e circa il vaso coronarico coinvolto. In un pregresso infarto in sede laterale si potranno reperire onde Q patologiche nelle derivazioni DI e AVL mentre nell’infarto anteriore le Q si osserveranno in V1-V4. Per la localizzazione posteriore invece, solitamente si hanno segni indiretti come la presenza di onde R particolarmente alte in V1 e V2 anche se una onda Q può essere presente in V6. Infine, la necrosi della parete inferiore è caratterizzato da onde Q patologiche in DII, DIII e AVF. Infarto anteriore: onde Q in V1, V2, V3, V4 Infarto inferiore: onde Q in DII, DIII, AVF

3

2

Algorithm for Electrocardiographic Identification of the Infarct-Related Artery in Anterior Myocardial Infarction Figure 2. Algorithm for Electrocardiographic Identification of the Infarct-Related Artery in Anterior Myocardial Infarction. Data on sensitivity, specificity, positive predictive value, and negative predictive value are from Engelen et al.6 Zimetbaum P and Josephson M. N Engl J Med 2003;348:933-940

Algorithm for Electrocardiographic Identification of the Infarct-Related Artery in Inferior Myocardial Infarction Figure 1. Algorithm for Electrocardiographic Identification of the Infarct-Related Artery in Inferior Myocardial Infarction. Data on sensitivity, specificity, positive predictive value, and negative predictive value are from Zimetbaum et al.,1 Herz et al.,2 Bairey et al.,3 Hasdai et al.,4 and Lopez-Sendon et al.5 Zimetbaum P and Josephson M. N Engl J Med 2003;348:933-940

Ischemia transmurale Transitoria

Infarto miocardico ST Dolore stenocardico prolungato Sottoslivellamento di ST Elevazione degli indici di citonecrosi

Valutazione di ST

Infarto non transmurale (prime ore)

Infarto non transmurale (evoluzione)

Sede dell’infarto/ischemia Il sottoslivellamento di ST NON identifica la sede dell’infarto o dell’ischemia L’estensione/profondità del sottoslivellamento di ST è proporzionale alla estensione dell’ischemia

TIMI III Registry mortalità a 1anno BBSx 2.8x vs ECG normale ST >0.5 mm 2.45x vs ECG normale

Conclusioni 4 Quadri Clinico ECG STEMI: ST sopra, T -, Q (se trattato non Q) NSTEMI: ST sotto-Tnegative-ECG neg (No Q) Ischemia non transmurale non infartuale con (transitorio ST sotto) Ischemia transmurale non infartuale (transitorio ST sopra o pseudonorm. T

Infarto Acuto del Miocardio in BBS

Infarto Acuto del Miocardio in BBD

2

Figure 3. Electrocardiogram Showing Inferior Myocardial Infarction Associated with Complete Heart Block with a Narrow Escape Rhythm. There is ST-segment elevation in lead III that is greater than the ST-segment elevation in lead II, marked ST-segment depression in leads I and aVL, and ST-segment elevation in lead V1 -- all consistent with the occurrence of proximal occlusion of the right coronary artery in association with right ventricular infarction. If the patient is in hemodynamically stable condition, a temporary pacemaker is not required.

1

Figure 4. Electrocardiogram Showing Anterior Myocardial Infarction Associated with Right Bundle-Branch Block with a QR Pattern and ST-Segment Elevation. Left anterior fascicular block and slight PR prolongation are also present. Together, the findings (which are new in comparison with an electrocardiogram obtained before myocardial infarction) suggest proximal occlusion of the left anterior descending artery. The patient has a substantial risk of complete heart block, and implantation of a temporary pacemaker is indicated.

Tachicardia ? 1 2 3 4 5 6 7 920 920 880 860 840 820 Tachicardia Ventricolare Lenta La tachicardia ventricolare lenta è costituita da un ritmo insorgente nei ventricoli, ad una frequenza compresa tra 50 e 100 battiti al minuto (cioè inferiore alla frequenza di 100 battiti al minuto definita convenzionalmente per una tachicardia). Questo tracciato,piuttosto complesso da un punto di vista interprettivo, evidenzia un tratto di tachicardia ventricolare lenta in cui si inseriscono fenomeni di fusione e cattura ventricolare ad opera di battiti sinusali. In dettaglio, i tracciato si caratterizza per la presenza di sette ventricologrammi a morfologia variabile. I primi tre ventricologrammi sono di origine ventricolare (in quanto larghi e non preceduti da onda P) e costituiscono la tachicardia ventricolare lenta vera e propria. Il quarto ventricologramma è un complesso di fusione tra il ventricologramma della tachicardia ventricolare ed il fronte di attivazione proveniente dalla onda P che immediatamente precede il QRS. Nel quinto ventricologramma il fronte di attivazione sinusale (onda P) riesce a depolararizzare completamente i ventricoli dando un QRS stretto (cattura). Il sesto battito è ancora un battito di fusione mentre nel settimo battito riappare il ritmo della tachicardia di fondo.

Tachicardia ? 1 2 3 4 5 6 7 P P P 920 920 880 860 840 820 Tachicardia Ventricolare Lenta La tachicardia ventricolare lenta è costituita da un ritmo insorgente nei ventricoli, ad una frequenza compresa tra 50 e 100 battiti al minuto (cioè inferiore alla frequenza di 100 battiti al minuto definita convenzionalmente per una tachicardia). Questo tracciato,piuttosto complesso da un punto di vista interprettivo, evidenzia un tratto di tachicardia ventricolare lenta in cui si inseriscono fenomeni di fusione e cattura ventricolare ad opera di battiti sinusali. In dettaglio, i tracciato si caratterizza per la presenza di sette ventricologrammi a morfologia variabile. I primi tre ventricologrammi sono di origine ventricolare (in quanto larghi e non preceduti da onda P) e costituiscono la tachicardia ventricolare lenta vera e propria. Il quarto ventricologramma è un complesso di fusione tra il ventricologramma della tachicardia ventricolare ed il fronte di attivazione proveniente dalla onda P che immediatamente precede il QRS. Nel quinto ventricologramma il fronte di attivazione sinusale (onda P) riesce a depolararizzare completamente i ventricoli dando un QRS stretto (cattura). Il sesto battito è ancora un battito di fusione mentre nel settimo battito riappare il ritmo della tachicardia di fondo.

Tachicardia ventricolare lenta 1 2 3 4 5 6 7 P P P 920 920 880 860 840 820 Tachicardia Ventricolare Lenta Fusione Cattura Fusione Tachicardia Ventricolare Lenta La tachicardia ventricolare lenta è costituita da un ritmo insorgente nei ventricoli, ad una frequenza compresa tra 50 e 100 battiti al minuto (cioè inferiore alla frequenza di 100 battiti al minuto definita convenzionalmente per una tachicardia). Questo tracciato,piuttosto complesso da un punto di vista interprettivo, evidenzia un tratto di tachicardia ventricolare lenta in cui si inseriscono fenomeni di fusione e cattura ventricolare ad opera di battiti sinusali. In dettaglio, i tracciato si caratterizza per la presenza di sette ventricologrammi a morfologia variabile. I primi tre ventricologrammi sono di origine ventricolare (in quanto larghi e non preceduti da onda P) e costituiscono la tachicardia ventricolare lenta vera e propria. Il quarto ventricologramma è un complesso di fusione tra il ventricologramma della tachicardia ventricolare ed il fronte di attivazione proveniente dalla onda P che immediatamente precede il QRS. Nel quinto ventricologramma il fronte di attivazione sinusale (onda P) riesce a depolararizzare completamente i ventricoli dando un QRS stretto (cattura). Il sesto battito è ancora un battito di fusione mentre nel settimo battito riappare il ritmo della tachicardia di fondo.

Tachicardia ventricolare lenta 1 2 3 4 5 6 7 P P P 920 920 880 860 840 820 Tachicardia Ventricolare Lenta Fusione Cattura Fusione La tachicardia ventricolare lenta è costituita da un ritmo insorgente nei ventricoli, ad una frequenza compresa tra 50 e 100 battiti al minuto (cioè inferiore alla frequenza di 100 battiti/min definita convenzionalmente per una tachicardia). Questo tracciato evidenzia un tratto di tachicardia ventricolare lenta in cui si inseriscono fenomeni di fusione e cattura ventricolare ad opera di battiti sinusali. Tachicardia Ventricolare Lenta La tachicardia ventricolare lenta è costituita da un ritmo insorgente nei ventricoli, ad una frequenza compresa tra 50 e 100 battiti al minuto (cioè inferiore alla frequenza di 100 battiti al minuto definita convenzionalmente per una tachicardia). Questo tracciato,piuttosto complesso da un punto di vista interprettivo, evidenzia un tratto di tachicardia ventricolare lenta in cui si inseriscono fenomeni di fusione e cattura ventricolare ad opera di battiti sinusali. In dettaglio, i tracciato si caratterizza per la presenza di sette ventricologrammi a morfologia variabile. I primi tre ventricologrammi sono di origine ventricolare (in quanto larghi e non preceduti da onda P) e costituiscono la tachicardia ventricolare lenta vera e propria. Il quarto ventricologramma è un complesso di fusione tra il ventricologramma della tachicardia ventricolare ed il fronte di attivazione proveniente dalla onda P che immediatamente precede il QRS. Nel quinto ventricologramma il fronte di attivazione sinusale (onda P) riesce a depolararizzare completamente i ventricoli dando un QRS stretto (cattura). Il sesto battito è ancora un battito di fusione mentre nel settimo battito riappare il ritmo della tachicardia di fondo.