Schema esemplificativo

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Transcript della presentazione:

Schema esemplificativo Studio di una funzione Schema esemplificativo

Generalità Studiare una funzione significa determinarne le proprietà ovvero Il dominio. Il segno. Gli intervalli in cui cresce o decresce. Minimi e massimi relativi. Gli intervalli in cui è concava o convessa. I flessi. Gli asintoti.

Dominio della funzione Per ricercare il dominio della funzione f(x) bisogna prima classificare la funzione stessa e in base alle sue caratteristiche ricercare il campo di esistenza.

Dominio della funzione Ad esempio, se f(x) è razionale intera il dominio è R. Se è razionale fratta occorre trovare gli zeri a, b, … del denominatore. Il dominio è allora R-{a, b, …}. Se la funzione è irrazionale algebrica per ogni radicale di indice pari bisogna imporre la non negatività del radicando. Se è logaritmica è necessario che l’argomento sia positivo.

Segno della funzione Studiare il segno della funzione significa determinare in quali intervalli il suo grafico è situato al di sopra o al di sotto dell’asse delle x.

Segno della funzione Bisogna risolvere la disequazione f(x)>0 per individuare gli intervalli di positività della funzione. Le soluzioni della disequazione f(x)<0 individuano gli intervalli di negatività della funzione.

Intersezioni con gli assi Risolvendo l’equazione f(x)=0 si individuano gli eventuali punti di intersezione del grafico con l’asse delle x (zeri della funzione f(x)).

Intersezioni con gli assi Ponendo x=0 (se f(x) è ivi definita) si trova invece l’eventuale punto di intersezione del grafico con l’asse delle y.

Minimi e massimi relativi Per trovare i minimi e i massimi relativi di una funzione f(x), derivabile nei punti interni del suo dominio, si possono utilizzare due metodi.

Minimi e massimi relativi Primo metodo Si calcola f’(x) e se ne studia il segno. Negli intervalli in cui f’(x)>0 la funzione data è crescente. Negli intervalli in cui f’(x)<0 la funzione è decrescente.

Minimi e massimi relativi Se per x<a la funzione è crescente e per x>a la funzione è decrescente, allora in x=a c’è un punto di massimo relativo. Se invece la decrescenza precede la crescenza, allora x=a è un punto di minimo relativo.

Minimi e massimi relativi Si calcola infine il valore del minimo o massimo trovato sostituendo il numero reale a alla variabile x nell’espressione della funzione.

Minimi e massimi relativi Secondo metodo Se f(x) è dotata di f’(x) e f”(x) continue in a, allora la funzione ha un minimo relativo nel punto considerato se f’(a) = 0 e f”(a)>0. Se si verifica invece f’(a)=0 e f”(a)<0 la funzione ha un massimo relativo in a.

Concavità e convessità Se si verifica f”(a)>0 la funzione è concava (ha concavità rivolta verso l’alto). Se si verifica invece f”(a)<0 la funzione è convessa (ha concavità rivolta verso il basso).

Punti di flesso Per trovare i flessi di una funzione f(x), derivabile nei punti interni del suo dominio, si procede in modo analogo a quello già visto per la determinazione di minimi e massimi relativi.

Punti di flesso Primo metodo Se in x=a si ha il passaggio dalla concavità alla convessità e a appartiene al dominio allora in tale punto si ha un flesso discendente. Se invece la convessità precede la concavità allora si ha un flesso ascendente.

Punti di flesso Secondo metodo Si determinano le radici a dell’equazione f”(x)=0. Si ha un flesso in x=a solo se la prima derivata, successiva alla seconda, che non si annulla in a è di ordine dispari. In tal caso se in a si annulla la derivata prima il flesso è a tangente orizzontale. Altrimenti è un flesso a tangente obliqua.

Asintoti Asintoti verticali Se il dominio della funzione è del tipo R-{a, b, c,…} bisogna calcolare il limite di f(x) per xa. Se questo limite è infinito allora c’è l’asintoto verticale di equazione x=a. Si ripete il calcolo per gli altri punti b, c, … nei quali la funzione non è definita.

Asintoti Si procede in modo analogo se il dominio di f(x) è un’unione di intervalli e in qualche estremo inferiore o superiore di tali intervalli la funzione non è definita.

Asintoti Asintoti orizzontali Se il limite di f(x), per x +∞, è il numero finito l, allora c’è l’asintoto orizzontale di equazione y=l. Se tale limite è invece infinito si passa all’esame dell’eventuale asintoto obliquo. Analogamente per x  -∞.

Asintoti Asintoti obliqui Se il limite di f(x)/ x, per x +∞, è infinito non c’è neppure l’asintoto obliquo. Se invece tale limite è il numero finito m allora si calcola il limite di f(x)–mx. Solo se anche questo limite è un numero finito q possiamo dire che esiste, per x +∞, un asintoto obliquo. La sua equazione è y=mx+q. Analogamente per x -∞.

Esempio di funzione Per visualizzare alcuni esempi di funzioni e relativi grafici, clicca su questo collegamento