IL SUOLO DEFINIZIONE: il suolo è la parte più superficiale della crosta terrestre, dove affondano le radici delle piante e dove vivono animali, alghe, funghi e batteri.
Si distinguono quattro tipi di suolo: umifero: se contiene più del 15% di humus calcareo: se contiene più del 20% di calcare argilloso: se contiene più del 30% di argilla sabbioso: se contiene più del 65% di sabbia
IL PROFILO DEL SUOLO, ovvero gli strati che lo compongono, sono: la zona attiva formata: - dalla lettiera - dalla lettiera in decomposizione - dall'humus la zona inerte formata: - dallo strato di minerali; - dalla roccia madre;
Come si forma il suolo Una roccia compatta vi sembrerà indistruttibile, eppure, quando essa è esposta alle intemperie, man mano si sgretola. L'acqua e gli sbalzi di temperatura sono i principali responsabili del fenomeno. Molto spesso le rocce presentano piccole fessure, in cui penetra l'acqua: se, in seguito ad un improvviso sbalzo di temperatura, l'acqua gela, le fessure si allargano in quanto l'acqua, trasformandosi, aumenta di volume. Un po' alla volta, con questo meccanismo, dalla roccia si staccano dei frammenti . L'acqua piovana fa il resto: i pezzi di roccia vengono trascinati dalle montagne verso valle e urtano gli uni contro gli altri, rompendosi in pezzi sempre più piccoli. Nelle fessure che si aprono nelle rocce, cominciano intanto ad attecchire i licheni. Questi vegetali sono fra i primi organismi viventi che "colonizzano" un suolo in formazioni. Essi producono sostanze corrosive che accelerano il processo di disgregazione della roccia; quando muoiono, i batteri decompongono i loro resti, creando piccole quantità di humus. L'humus permette la crescita di altri vegetali (muschi, erba e cespugli), le cui radici contribuiscono anch'esse a sgretolare la roccia. Un po' alla volta, la roccia compatta si trasforma così in un terreno ricco di humus, sul quale potranno svilupparsi anche alberi.
Un suolo si origina dall'alterazione, per via fisica, chimica e biologica (detta, in inglese, weathering) di un substrato pedogenetico, vale a dire un accumulo di materiale disgregato e inconsolidato derivante da alterazione di qualche tipo di roccia; solo raramente un suolo si sviluppa direttamente da roccia in posto (come è il caso, ad esempio di alcuni suoli sviluppatisi direttamente su marne). Ad un certo punto del cammino di formazione di un suolo compare anche la frazione organica, originata dal lento accumularsi di resti organici (animali, piante, funghi, batteri), una parte dei quali viene complessata (attraverso l'attività dei microrganismi) fino ad essere trasformata in composti resistenti alla degradazione (humus). Il percorso di formazione di un suolo varia moltissimo in dipendenza dell'ambiente in cui si trova a svilupparsi, le cui caratteristiche dipendono dall'intensità di alcuni, ben definiti, fattori pedogenetici: il clima; la topografia; la componente biotica; la roccia madre; il tempo. Il livello di espressione di questi fattori di pedogenesi determina varie successioni di eventi aventi luogo in un suolo o che hanno effetti su di esso; queste successioni di eventi vengono chiamati processi pedogenetici.
IL SUOLO AGRARIO: COMPOSIZIONE E CARATTERISTICHE L’uomo, nel corso del tempo, ha imparato ben presto a riconoscere i tipi di suolo più adatti alle proprie coltivazioni e ha imparato anche a sfruttare i suoli secondo le proprie esigenze, perfezionando man mano le tecniche per trasformarli profondamente: arando, dissodando, irrigando e concimando, l’uomo ha modificato il suolo naturale che si è trasformato in un suolo più ricco di sostanze nutritive e più adatto alla produzione agricola. Il suolo agrario o agricolo, che è frutto dell’intervento volontario dell’uomo, raggiunge al massimo i 70 cm di profondità e ha un profilo diverso da quello del suolo naturale. E’ perciò costituito soltanto da due strati: Lo strato attivo, ricco di humus dalla superficie fino dove arriva la lavorazione dell’aratro; Lo strato inerte, già sottosuolo, compatto e povero di sostanze nutritive. La classificazione di un suolo agrario tiene conto di alcuni parametri fondamentali. I più importanti sono: v La tessitura, che è il rapporto tra i vari componenti del suolo; la condizione ottimale è che sia un suolo di medio impasto o terra franca (argilla al 10-25%, calcare al 5-12% e sabbia al 60-70%); v La porosità, cioè l’esistenza di spazi tra le particelle solide, necessari per la circolazione dell’aria e dell’acqua; v La plasticità, che è la proprietà di assumere e mantenere la forma che gli si dà; v La permeabilità, che è la proprietà di trattenere l’acqua, lasciandosi attraversare da essa; v L’imbibizione, che è invece la capacità di assorbire parte di acqua e di sostanze minerali presenti in soluzione nel terreno; v La capillarità, ossia la presenza di canalicoli tra le particelle solide del terreno. Questi piccoli canali, permettono all’acqua profonda di risalire, per capillarità appunto, fino alla radice delle piante: è una capacità indispensabile per un buon terreno, soprattutto in periodi di siccità.
Suolo e vegetazione Una pianta per crescere bene ha bisogno di tre elementi: la sabbia, perché fa si che l'acqua non ristagni e permette all'aria di circolare; l'humus, perché assicura alle piante un nutrimento abbondante; l'argilla in piccola quantità, perché trattiene la giusta quantità d'acqua. Piante come l'eucalipto vivono in terreni aridi poiché dotate di radici molto lunghe, che penetrano in profondità alla ricerca dell'acqua; oppure piante, come la patata e il fico d'india, che accumulano nei loro fusti riserve d'acqua e sostanze nutritive da usare nei periodi di siccità.
Di natura opposta sono le difficoltà che le piante incontrano in un terreno argilloso, che trattiene l'acqua troppo a lungo. L'argilla, imbevendosi d'acqua, impedisce all'aria di circolare e ciò danneggia le radici di molte piante, che hanno bisogno di essere ben "aerate". Le piante che meglio si adattano a questi terreni sono quelle dotate di radici brevi e superficiali, come le "graminacee".
Assai fertili sono, di solito, i terreni calcarei: il, calcare, infatti, assicura al terreno un giusto grado di permeabilità e fornisce alle piante il calcio, elemento indispensabile alla loro vita. Questi terreni si prestano bene alla coltivazione dei legumi, della vite e dell'ulivo. Infine, la prosperità delle piante è condizionata dall‘acidità del suolo. La maggior parte di esse si sviluppa meglio in terreni neutri. Vi sono però anche piante che prediligono i terreni acidi.
L'agricoltura ai giorni nostri Dopo la seconda guerra mondiale (1939-1945) ebbe inizio la cosiddetta rivoluzione verde. La rivoluzione verde ha avuto l'obiettivo di aumentare la produzione agricola in proporzione all'aumento della popolazione. Ciò è stato ottenuto disboscando e bonificando per creare nuove aree coltivabili, ma soprattutto utilizzando concimi chimici e pesticidi. L'uomo ha così iniziato a modificare pesantemente gli equilibri naturali, ottenendo: risultati spesso mediocri nel campo della produzione e della qualità dei vegetali; inquinando le falde acquifere e il suolo. L'attuale sistema di produzione agricola, provoca molti problemi di carattere ambientale.
Per evitare questi problemi sarebbe necessario sviluppare un'agricoltura ecocompatibile, definita come un'agricoltura che nel lungo periodo: migliora la qualità dell'ambiente e delle risorse naturali dalle quali dipende; fornisce cibo e materie prime per l'uomo; economicamente valida; migliora la qualità di vita degli agricoltori e dell'intera società. Si tratta di tornare ai metodi dell'agricoltura tradizionale fondata sul motore naturale della fotosintesi, alimentato da un carburante inesauribile, l'energia del sole sull'utilizzo dei concimi organici (letame, residui alimentari decomposti dei rifiuti urbani) e sulla lotta biologica ai parassiti.
LOTTA GUIDATA Attraverso attenti controlli eseguiti al microscopio sul numero d'insetti sulle foglie, o su quelli caduti nelle trappole, si verifica se l'insetto dannoso è presente in quantità tale da provocare un danno economico maggiore del costo dell'intervento chimico; in questo caso si procede con l'intervento altrimenti no. In ogni caso, se il ricorso ai pesticidi è inevitabile, si scelgono quelli che sono più velocemente degradabili (decomposizione in sostanze più semplici e riutilizzabili) e selettive nei confronti degli insetti utili. Selettiva è quella molecola che uccide l'insetto dannoso, ma non il suo predatore naturale che può così continuare la sua azione senza essere ucciso. Inoltre l'utilizzo di siepi, le rotazioni delle culture e le consociazioni (cioè le coltivazioni contemporanee di varie specie di piante sullo stesso terreno) consentono di ridurre il ricorso ai pesticidi e di ottenere quindi produzioni di qualità chiamate integrate.
La distruzione del suolo Il processo di formazione del suolo è lentissimo: possono occorrere molti secoli. Gli alberi svolgono un indispensabile funzione protettiva del terreno, poichè le loro fronde impediscono alla pioggia di raggiungere il suolo con troppa violenza e di trascinare via lo strato superficiale. Le radici consolidano il terreno, lo trattengono e lo rendono più poroso, quindi adatto ad assorbire l'acqua che sarà utile nei periodi di siccità. Nel corso dei secoli l'uomo, per procurarsi terreni adatti alla coltivazione e all'allevamento del bestiame, ha distrutto gran parte dei boschi che un tempo ricoprivano la superficie terrestre, con conseguente perdita di tutte le piante e gli animali che nel bosco avevano trovato il loro ambiente ideale per nutrirsi e riprodursi. Infatti, nei paesi d'agricoltura intensiva, come ad esempio gli Stati Uniti, l'erosione operata dall'acqua e dal vento porta a "perdere" annualmente 10 tonnellate di suolo fertile per ettaro, mentre se ne forma per una tonnellata per ettaro. Un terreno disboscato, specie se in pendio, è inoltre inevitabilmente soggetto all'erosione. Con il passare degli anni i terreni esposti a erosione sono diventati inadatti anche per l'agricoltura. Le alluvioni, le frane e gli smottamenti sono diventati sempre più frequenti nonostante che le piogge non siano aumentate rispetto al passato. Le cause principali sono: l'intervento dell'uomo sui corsi d'acqua e sui territorio. il disboscamento Le sponde di alcuni fiumi sono state ricoperte di cemento pensando di costruire così un argine più solido ed è stata eliminata la vegetazione che le ricopriva. In questo modo l'acqua piovana che cade su un terreno montano disboscato non viene trattenuta e si riversa subito in corsi d'acqua non più adatti a contenerla e ad assorbirla, provocando così piene e straripamenti.
L'INQUINAMENTO DEL SUOLO
L'inquinamento del suolo è un fenomeno di alterazione della composizione chimica naturale del suolo causato dall'attività umana. Fra le sue cause principali si contano: rifiuti non biodegradabili acque di scarico prodotti fitosanitari fertilizzanti idrocarburi diossine metalli pesanti solventi organici Questo tipo di inquinamento porta all'alterazione dell'equilibrio chimico-fisico e biologico del suolo, lo predispone all'erosione e agli smottamenti e può comportare l'ingresso di sostanze dannose nella catena alimentare fino all'uomo. Le sostanze che raggiungono le falde acquifere sotterranee, inoltre, possono danneggiare il loro delicato equilibrio. Le interferenze con queste ultime possono manifestarsi e, di conseguenza, causare alterazioni pericolose nelle acque potabili, e quindi in quelle utilizzabili dall'uomo.
Le fonti di inquinamento del suolo sono gli scarichi industriali, gli scarichi urbani e i prodotti chimici. A tutto questo possono essere aggiunti i rifiuti solidi, urbani e industriali, accumulati spesso in discariche a cielo aperto. Un terreno inquinato non è più adatto alla coltivazione perché veleni in esso contenuti, oltre a ridurne la fertilità possono passare nei prodotti agricoli, rendendoli dannosi per la salute di uomini e animali. Immagini di Inquinamento del Suolo
Effetti sulla salute umana I maggiori effetti sulla salute sono legati al contatto diretto delle persone con zone di terra contaminata e particolarmente frequentata. Di rilievo tossicologico sono l'assunzione di acqua contaminata, l'ingresso di sostanze tossiche nella catena alimentare (ad esempio tramite gli animali che hanno pascolato su un terreno inquinato o il consumo di ortaggi) e l'inalazione di composti vaporizzati. Esiste un'ampia gamma di effetti sulla salute, acuti e soprattutto cronici, che possono manifestarsi a livello clinico; l'entità del danno biologico è legata a diverse variabili, tra le quali: natura chimica del contaminante, modalità di esposizione, quantità di contaminante presente, durata dell'esposizione, fattori genetici individuali. Il cromo e diversi prodotti fitosanitari sono cancerogeni. Il piombo è particolarmente pericoloso per i bambini piccoli, nei quali c'è un alto rischio di sviluppare danni cerebrali e al sistema nervoso, mentre più in generale il rischio è legato a danni renali. Anche mercurio e ciclodieni sono noti per indurre una maggiore incidenza di danno renale, talvolta irreversibile. Le diossine sono noti cancerogeni nonché composti molto tossici che tendono anche a concentrarsi lungo l'avanzare della catena alimentare. L'esposizione cronica al benzene a concentrazioni sufficienti è notoriamente associata a una maggiore incidenza di leucemia. I policlorobifenili e i ciclodieni sono collegati a tossicità epatica. Gli organofosfati e i carbammati, presenti in molti prodotti fitosanitari, possono indurre una catena di effetti legati all'inattivazione dell'acetilcolinesterasi e che portano al blocco neuromuscolare. Molti solventi clorurati provocano danni epatici, renali e depressione del sistema nervoso centrale. Esiste un intero spettro di ulteriori effetti sulla salute come mal di testa, nausea, affaticamento, irritazione oculare e rash cutanei, legati alle sostanze già citate e ad altre.
Effetti sull'ecosistema L'inquinamento del suolo può avere significative conseguenze deleterie per gli ecosistemi. Possono avvenire cambiamenti radicali della chimica del suolo che possono scaturire da molte sostanze chimiche pericolose persino a basse concentrazioni delle specie inquinanti. Questi cambiamenti possono manifestarsi nell'alterazione del metabolismo dei microrganismi e artropodi che vivono in un dato ambiente terreno. Il risultato può essere l'eventuale eradicazione di una parte della catena alimentare primaria, che a sua volta ripercuote le conseguenze maggiori sui predatori o sulle specie dei consumatori. Anche se gli effetti delle sostanze chimiche sulle forme di vita inferiori possono essere di lieve entità, si può avere normalmente un bioaccumulo che tende a concentrare la quantità stessa di sostanze lungo l'avanzamento della catena alimentare. Molti di questi effetti sono ben noti, come l'accumulo di DDT in consumatori aviari che conduce all'indebolimento dei gusci d'uovo, con il conseguente incremento della mortalità dei pulcini e il rischio potenziale dell'estinzione delle specie. Gli effetti si manifestano anche sui terreni adibiti all'agricoltura e che risentono di un dato livello di inquinamento. Gli inquinanti tipicamente alterano il metabolismo delle piante, il cui risultato più comune è la diminuzione della produzione di raccolto. Questo rappresenta un effetto secondario sulla conservazione del suolo, dato che la diminuzione dei raccolti favorisce i fenomeni di erosione. Alcuni dei contaminanti chimici possiedono lunga persistenza, mentre in altri casi si formano dei composti chimici derivati in seguito a reazioni secondarie che avvengono nel suolo stesso.
COME SALVARE IL SUOLO Il suolo deve e può essere salvato dalla distruzione e dall'inquinamento in vari modi: rimboschire le zone montuose e collinari riportare gli argini e letti dei corsi d'acqua allo stato naturale ridurre gli scarichi industriali e urbani diminuire l'uso delle sostanze chimiche in agricoltura ridurre la massa di rifiuti solidi urbani e industriali tramite il recupero di tutti i materiali riciclabili realizzare discariche a norma di legge
Il rimedio principale all'inquinamento del suolo consiste nell'attuazione di corrette politiche di gestione dei rifiuti sensibili ai risvolti ambientali, nonché nell'emanazione e rispetto di specifiche normative volte alla sostenibilità ambientale e alla tutela dell'ambiente naturale. Il riciclaggio, recupero e reimpiego di materiali quali carta, vetro, plastica, metalli, svolge un ruolo importante nella prevenzione e riduzione a monte del pericolo di inquinamento. Molti prodotti chimici possono essere anch'essi recuperati e riciclati, ovvero smaltiti opportunamente dopo essere stati posti a trattamenti che ne annullano o riducono la pericolosità. L'inquinamento del suolo può essere contrastato col rimboschimento dei territori forestali o mediante procedimenti di bonifica. La porzione di terreno inquinata può essere rimossa tramite escavazione e posta in zona di confinamento in modo che non si abbiano rischi per gli esseri umani o ecosistemi sensibili. Importante è l'affermarsi dei cosiddetti biorimedi, metodiche che sfruttano la digestione microbica di particolari sostanze organiche.
IL SUOLO SIAMO NOI Serena Quinci 1° E