Il suono Onde meccaniche che, trasportando energia, si allontanano dalla sorgente sonora propagandosi in tutte le direzioni.

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Transcript della presentazione:

Il suono Onde meccaniche che, trasportando energia, si allontanano dalla sorgente sonora propagandosi in tutte le direzioni.

Fase di compressione e di rarefazione

Armonici Fondamentale Seconda armonica Terza armonica Quarta armonica Quinta armonica

Inviluppo di un suono

Il suono come ricerca dell’amore Il Dio Apollo un giorno gli donò una lira e le muse gli insegnarono ad usarla e divenne talmente abile che lo stesso Seneca narra: Alla musica dolce di Orfeo, cessava il fragore del rapido torrente, e l'acqua fugace, obliosa di proseguire il cammino, perdeva il suo impeto ... Le selve inerti si movevano conducendo sugli alberi gli uccelli; o se qualcuno di questi volava, commuovendosi nell'ascoltare il dolce canto, perdeva le forze e cadeva ... Le Driadi, uscendo dalle loro querce, si affrettavano verso il cantore, e perfino le belve accorrevano dalle loro tane al melodioso canto (...)".

Orfeo, impazzito dal dolore e non riuscendo a concepire la propria vita senza la sua sposa decise di scendere nell'Ade per cercare di strapparla dal regno dei morti. Convinse con la sua musica Caronte a traghettarlo sull'altra riva dello Stige; il cane Cerbero ed i giudici dei morti a farlo passare e nonostante fosse circondato da anime dannate che tentavano in tutti i modi di ghermirlo, riuscì a giungere alla presenza di Ade e Persefone

Durante il viaggio, un sospetto cominciò a farsi strada nella sua mente pensando di condurre per mano un'ombra e non Euridice. Dimenticando così la promessa fatta si voltò a guardarla ma nello stesso istante in cui i suoi occhi si posarono sul suo volto Euridice svanì, ed Orfeo assistette impotente alla sua morte per la seconda volta.

Il suono come preghiera Qui jubilat non verba dicit Qui jubilat non verba dicit, sed sonus quidem est laetitiae sine verbis... Gaudens homo in exsultatione sua ex verbis quibusdam, quae non possunt dici et intelligi, erumpit in vocem quandam exsultationis sine verbis; ita ut appareat, eum ipsa voce gaudere quidem, sed quasi repletum nimio gaudio, non posse verbis explicare quod gaudet. (Sant’Agostino)

(Il libro della Scala di Maometto) Dopo aver visto le cose di cui sopra vien riferito, io, Maometto, e Gabriele discendemmo al settimo cielo, dove c’erano gli angeli che sono chiamati Cherubini. (...) E tutti lodavano Dio, e lodandolo alzavano a tal punto le loro voci che se la gente del mondo ne udisse anche una soltanto, morirebbe per lo spavento causato da quel suono. (Il libro della Scala di Maometto)

Il suono come armonia delle sfere Secondo la tradizione Pitagora avrebbe per primo udito la sinfonia planetaria, riconoscendo la somiglianza tra i suoni delle sfere celesti e quelli dei colpi di martello sull'incudine. Servendosi di un monocordo avrebbe inoltre determinato i rapporti numerici corrispondenti alle consonanze musicali: 1/2 per l'intervallo di ottava, 2/3 per la quinta e 3/4 per la quarta. Il mondo greco assimila il cosmo ad una scala musicale ove i suoni più acuti sono assegnati a Saturno e al Cielo delle stelle fisse. Il Sole è indispensabile per la realizzazione dell'armonia poiché corrisponde alla nota centrale che congiunge due tetracordi, ossia due scale composte ognuna da quattro suoni.

"Pitagora udiva l'armonia dell'universo, cioè percepiva l'universale armonia delle sfere e degli astri muoventisi con quelle; la quale noi non udiamo, per la limitatezza della nostra natura."

L'armonia delle sfere per Cicerone quid?, hic -inquam- quis est, qui complet aures meas tantus et tam dulcis sonus?". «Hic est -inquit- ille, qui intervallis coniunctus inparibus, sed tamen pro rata parte ratione distinctis, inpulsu et motu ipsorum orbium efficitur et acuta cum gravibus temperans varios aequabiliter concentus efficit; nec enim silentio tanti motus incitari possunt, et natura fert, ut extrema ex altera parte graviter, ex altera autem acute sonent. (Somnium Scipionis, 18) ...esclamai: "Ma che suono e' questo, così intenso e armonioso, che riempie le mie orecchie?". "E' il suono- rispose- che sull'accordo di intervalli regolari, eppure distinti da una razionale proporzione, risulta dalla spinta e dal movimento delle orbite stesse e, equilibrando i i toni acuti con i gravi, crea accordi uniformemente variati; del resto, movimenti così grandiosi non potrebbero svolgersi in silenzio, e la natura richiede che le due estremità risuonino, di toni gravi l'una, acuti l'altra.

Musica Cosmica da NGC 1275 Vidit et aetherio  mundum  torquerier axe et septem aeternis sonitum dare vocibus orbes nitentes aliis alios, quae maxima divis laetitia est. at tunc longe gratissima Phoebi dextera consimiles meditatur reddere voces. E vide l’universo girare intorno all’asse celeste, e sette sfere emettere un suono con eterne melodie, sostenendosi l'un l'altra, il quale massima per gli dei è gioia . E allora, di Febo quanto mai gradita la destra cerca di riprodurre simili note.

Il suono nella divina Commedia Quando la rota, che tu sempiterni Desiderato, a sé mi fece atteso, Con l’armonia che temperi e discerni, Parvemi tanto, allor, del cielo acceso De la fiamma del sol, che pioggia o fiume Lago non fece mai tanto disteso. La novità del suono e ’l grande lume Di lor cagion m’accesero un disio Mai non sentito di cotanto acume. (Par I, 73-84)

Dante e Beatrice nel Cielo di Mercurio (Botticelli) Nel Paradiso la musica è del tutto ineffabile perché riflette l'armonia e l'ordine del cosmo: la "caeli machina".

Il suono come meditazione Oh mia gentile fingi che l'universo sia una conchiglia vuota in cui la mente scherza all'infinito. Intona un suono in modo udibile poi sempre meno udibile via via che la sensazione sprofonda in quest'armonia. Metti la sostanza della tua mente in siffatta bellezza inesprimibile al di sopra e al di sotto e nel tuo cuore. da Shiva Sutra [ dice Shiva a Shakti ] 

Il suono come onomatopea L’ onomatopea come desiderio di andare indietro nel tempo laddove la parola si libera dalle convenzioni ed il suo significato diventa una sola cosa con l’oggetto nominato. Gli esempi di questa slide e di quella successiva appartengono a: Nuova musica alla radio. Esperienze allo studio di fonologia della Rai di Milano dal 1954 al 1959 – Edizioni Rai-Eri

Esempi onomatopeici In ordine di ascolto: Charles Dickens Edgar Allan Poe Gli esempi qui proposti appartengono a: Nuova musica alla radio. Esperienze allo studio di fonologia della Rai di Milano dal 1954 al 1959 – Edizioni Rai-Eri

Il suono come vaso di Pandora

Uomo del mio tempo "Sei ancora quello della pietra e della fionda, uomo del mio tempo. Eri nella carlinga, con le ali maligne, le meridiane di morte, t’ho visto – dentro il carro di fuoco, alle forche, alle ruote di tortura. T’ho visto: eri tu, con la tua scienza esatta persuasa allo sterminio, senza amore, senza Cristo. Hai ucciso ancora, come sempre, come uccisero i padri, come uccisero gli animali che ti videro per la prima volta. E questo sangue odora come nel giorno Quando il fratello disse all’altro fratello: «Andiamo ai campi». E quell’eco fredda, tenace, è giunta fino a te, dentro la tua giornata. Dimenticate, o figli, le nuvole di sangue Salite dalla terra, dimenticate i padri: le loro tombe affondano nella cenere, gli uccelli neri, il vento, coprono il loro cuore." Salvatore Quasimodo.

la musica non fu solo un mezzo per liberare la fantasia di chi era costretto a vivere nei ghetti o nei campi di concentramento, ma venne utilizzata anche dagli aguzzini nazisti come strumento di tortura e di disumanizzazione degli internati.

Il lavoro ti rende libero Arbeit macht Frei Il lavoro ti rende libero Dachau Il voler aggrapparsi alla musica rappresenta il disperato tentativo di salvare ancora qualcosa di umano.

T’ho visto: eri tu con la tua scienza esatta persuasa allo sterminio, senza amore, senza Cristo. (Da uomo del mio tempo - S. Quasimodo)

Dimenticate, o figli, le nuvole di sangue salite dalla terra, dimenticate i padri: le loro tombe affondano nella cenere, gli uccelli neri, il vento, coprono il loro cuore

I comandanti, di certi campi di concentramento, sollecitavano la nascita di piccole orchestre, di scuole di musica, e premevano per l’acquisto di strumenti musicali, con un conseguente stemperamento dell’odio e di aggregazione sociale tra i prigionieri.

Il suono come “silenzio” di fronte alla crudeltà dell’uomo

“Secondo me, è necessario continuare a ricordare i crimini dei campi di concentramento del passato ma anche quelli del presente. Ricordarli con la speranza, la volontà e la responsabilità di vederli scomparire. Un’utopia?” (Luigi Nono) David Barlattani