MIGLIORARE L’ATTENZIONE

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Transcript della presentazione:

MIGLIORARE L’ATTENZIONE Dott.ssa Marta Sella Psicologa Psicoterapeuta Cognitivo-comportamentale  

L’ ATTENZIONE …definizioni… è ”…presente fin dalla nascita, si perfeziona nei suoi modi di manifestarsi insieme al progredire dello sviluppo percettivo e cognitivo.” (Canestrari, 1984) “ Processo cognitivo in grado di selezionare alcune informazioni a scapito di altre, al fine di regolare il comportamento. (Dizionario di psicoterapia cognitivo-comportamentale)

“la capacità di concentrarsi in modo prolungato su una particolare attività o stimolo. Una alterazione della attenzione si può manifestare con facile distraibilità o difficoltà a portare a termine i propri compiti o nel concentrarsi sul lavoro” (DSM IV) “una funzione che regola l’attività dei processi mentali filtrando e organizzando le informazioni provenienti dall’ambiente allo scopo di emettere una risposta adeguata”. (Làdavas)

L’attenzione sembra essere influenzata da: Fattori innati (diversi a seconda della specie) Fattori acquisiti (relativi all’ambiente) Fattori di carattere situazionale (dipendenti dal tipo e dalla qualità dello stimolo)

Gli studi sull’attenzione hanno distinto tra: ATTENZIONE FOCALIZZATA: cioè la capacità di concentrarsi su un compito ATTENZIONE SELETTIVA: selezionare stimoli importanti, ignorare informazioni irrilevanti ATTENZIONE DIVISA: seguire contemporaneamente diverse attività …

… ATTENZIONE MANTENUTA: mantenersi vigili per un periodo prolungato di tempo LIVELLI DI AROUSAL (ATTIVAZIONE): aumento dello stato di attività del SNC, generalmente accompagnato da aumento di vigilanza, desincronizzazione dei ritmi EEG e reazioni psicofisiologiche, in seguito ad una stimolazione interna o esterna sufficientemente intensa.

E’ importante conoscere quali stimoli interni, ma soprattutto, quali stimoli esterni (controllabili) permettono il livello di attivazione di ogni singola persona.

MIGLIORARE L’ATTENZIONE ADHD MIGLIORARE L’ATTENZIONE

SOTTOTIPI DDAI con disattenzione prevalente: Cognitivamente pigro Disattento a ciò che avviene intorno a lui Più apatico Più ritirato socialmente Più sottoattivato DDAI con iperattività prevalente: Agisce prima di pensare Cambia spesso attività Più aggressivo Più rifiutato dai pari Più basso livello di autostima

L’intervento con il BAMBINO con la FAMIGLIA Insegnare tecniche comportamentali e cognitive utili per l’educazione del bambino Sviluppare abilità di autoregolazione con la SCUOLA Creare un ambiente facilitante

Interventi mirati: perché? OBBLIGO: la scuola deve salvaguardare l’apprendimento di tutti gli alunni VANTAGGIO: Per “sopravvivenza” dell’insegnante

INTERVENTO CON LA SCUOLA Che cosa deve imparare un bambino con ADHD a scuola? Controllare l’impulsività e imparare ad allungare i tempi di attenzione Utilizzare dei “piani di azione” Valutare i risultati e controllare la procedura utilizzata Gestire le situazioni di fallimento Migliorare le abilità sociali

Strategie con i bambini più piccoli: la scuola dell’infanzia

Aree di intervento Organizzazione degli ambienti e della didattica Intervento individuale sul bambino Sensibilizzazione dei compagni Dialogo con i genitori e con i servizi territoriali

1. Stabilire le regole Le regole vengono stabilite con i bambini (ES. conversazione sul tema: “a cosa servono le regole?”) Le regole devono essere brevi e chiare (es.: Giochiamo senza picchiarci Parliamo a bassa voce Riordiniamo i giochi Ascoltiamo le maestre) Rappresentare le regole con disegni e appenderle in classe

2. Intervento sul bambino: rinforzo Premiare il bambino quando osserva le regole Il premio deve essere qualcosa che piace al bambino Cambiare i premi e non dare sempre il solito

3. Per ridurre l’impulsività e l’iperattività Attività di routine turni, calendario, camerieri, scambio di giochi con timer… Giochi psicomotori con comandi (es. stop, via …): giochi ritmati percorsi movimenti al rallentatore…

4. Migliorare l’attenzione Collocare il bambino vicino all’insegnante Esplicitare le consegne in tutti i passaggi con poche parole, semplici e renderle accattivanti anche nel tono della voce. Eliminare elementi di disturbo per il bambino Proporre compiti e tempi di esecuzione adatti alle sue capacità Proporre giochi per favorire l’attenzione (es. tieni lo sguardo, scoprire il rumore, l’oggetto mancante, il gioco dello specchio, …)

5. Intervento sul comportamento scorretto Bloccare l’azione scorretta Spiegare il motivo per cui il comportamento non è adeguato Suggerire il comportamento alternativo ed evidenziarne il vantaggio Analizzare i comportamenti attraverso: Drammatizzazione negativa/corretta Lettura di storie

6. Organizzazione degli spazi Organizzare gli spazi differenziando le attività: Cucina Attività espressiva Manipolazione Musica Travestimenti …

7. Confronto con la famiglia Condividere con la famiglia le linee educative Quando è necessario consigliare la consulenza specialistica

Strategie per la scuola elementare

Organizzazione della classe CREARE UN CONTESTO FACILITANTE E PREVEDIBILE Organizzazione della classe Organizzare lo spazio e gli elementi della classe (es.disposizione dei banchi) La collocazione del bambino con DDAI nella classe deve favorire la sua partecipazione ai lavori e limitare il numero delle distrazioni Ridurre gli elementi che possono distrarre il bambino

Interventi Per il comportamento Per incrementare l’attenzione: Contratto educativo Note di merito Per incrementare l’attenzione: Training sul controllo della postura Pulizia del setting (banco-classe) “interrogazioni” programmate Riformulare i concetti Promuovere consapevolezza e conoscenza dei meccanismi dell’attenzione Abitudine di pensare e riflettere prima di dare una risposta Intervento su antecedenti- conseguenze da Disturbi dell’attenzione e iperattività, Numero 3/2 aprile 2008, R.A. Fabio, Rilevazione del DDAI e intervento nella scuola, pagg.211-220

Organizzare il lavoro Stabilire e prevedere i tempi di lavoro Stabilire attività programmate e routinarie Definire i tempi necessari per svolgere le attività Organizzazione del materiale Far ripetere le consegne dei compiti, dopo la loro spiegazione Pianificare delle attività per l’intervallo che favoriscano la cooperazione con altri bambini Creare un momento per dettare i compiti per casa

La gestione delle lezioni Accorciare i tempi di lavoro Rendere le lezioni stimolanti Prestare attenzione al ritmo della voce Interagire verbalmente e fisicamente Fare in modo che gli allievi debbano partecipare alla lezione con interventi Costruire delle situazioni di gioco per favorire la comprensione delle spiegazioni, per insegnare concetti Abituare il ragazzo a controllare il proprio lavoro svolto Alternare momenti di lezione attivi e momenti passivi

La gestione del comportamento Definire semplici regole all’interno della classe Spiegare quali sono i comportamenti adeguati e quelli inappropriati Far capire le conseguenze dei comportamenti positivi e negativi Rinforzare i comportamenti positivi Non punire il bambino togliendo l’intervallo Stabilire giornalmente o settimanalmente semplici obiettivi

Contenere l’eccessiva attività Non ridurre l’attività ma utilizzarla per finalità accettabili Usare l’attività come premio … e l’impulsività Incoraggiare il bambino a tirare fuori le sue capacità positive Suggerire o rinforzare ruoli positivi Indicare quando serve un maggior autocontrollo per una specifica attività Insegnare e rinforzare le convenzioni sociali

ATTIVITA’ DA MONITORARE e… sulle quali stabilire SEMPLICI REGOLE Arrivo in classe Preparare il banco per la lezione Svolgimento del lavoro (dettato, esercitazioni di matematica, disegno, …) Comportamento durante la ricreazione (condivisione di giochi, rispetto degli spazi, rispetto dei tempi, …) Brevi momenti di pausa dopo un’attività impegnativa …

…monitoraggio… Le prime volte non avvertite che state monitorando ma potete rinforzare i minimi aspetti positivi rilevati (es. Bravo! … vedo che la matita è gia temperata)

Tabella per il monitoraggio Spiegazioni: es. abbiamo stabilito questi obiettivi: A = Attenzione con contatto oculare E = Educazione e atteggiamento R = Rispetto delle regole O = Ordine 0rario e attività 9.00 ARRIVO IN CLASSE Carla A E R O - + - + Giovanna - + + + Luigi + + - + Giacomo + + + + 9.15 inizio della lezione: correzione compiti …

Es. In corridoio si cammina Le regole La regola serve per dare indicazione su come dobbiamo comportarci nelle diverse situazioni. Es. In corridoio si cammina La regola, quindi, dovrebbe descrivere ciò che dovremmo/potremmo fare in una situazione e non solo quello che non possiamo fare. Es. se dico “in corridoio no si corre”, quando sono in corridoio posso camminare ma anche saltare, strisciare, …!!!

Come stabilire le regole Per quanto possibile le regole devono essere corte, espresse positivamente e facili da ricordare Ogni regola deve specificare un comportamento e le sue conseguenze Le regole devono essere espresse in modo da poter essere ben capite e messe in atto SI: Lavarsi le mani prima di andare a mensa NO: Non puoi mangiare se non hai lavato le mani SI: Riordina il banco prima di fare merenda NO: Devi riordinare per poter fare merenda SI: Devi riordinare il banco prima di fare la merenda. Per riordino intendo le matite nell’astuccio, i libri in cartella. NO: Non puoi mangiare se non hai riordinato decentemente!/ se non è completo!/Non dimenticare niente!

Ricordare le regole e metterle in pratica puntando sui comportamenti positivi Sono molto contenta, sei stato molto bravo a riordinare il banco, puoi fare merenda! Inserire le regole UNA PER VOLTA, UNA PER SETTIMANA O ANCHE PER DUE premiando il raggiungimento del successo

Strategie nella scuola secondaria di primo grado

ATTENZIONE! A questa età l’utilizzo di gratificazioni di tipo concreto non funzionano perché il preadolescente le percepisce come qualche cosa di molto infantile. L’intervento più adeguato è la costruzione di un rapporto personale che si basa sulla fiducia.

COSTRUIRE IL RAPPORTO DI FIDUCIA: Mostrare attenzione al ragazzo Mostrare rispetto per le sue difficoltà Fare un “contratto educativo” con pochi obiettivi che vengono verificati nel breve tempo Devono essere indicate le regole che lo studente deve seguire Le modalità che l’insegnante può attuare per aiutare il ragazzo Gli obiettivi Il tempo per raggiungere gli obiettivi La data della verifica degli obiettivi Condivisione dell’intervento con il team docente e con il dirigente scolastico (figura di supervisione e autorità che verifica come sta andando il ragazzo).

N.B.: se si considera lo studente un “delinquente” e lo si tratta da “delinquente” non si fa altro che spingerlo a riconoscersi in questa etichetta e farla propria.

Coinvolgere la famiglia: informarla di quello che si sta facendo e dei comportamenti positivi e negativi dei figli. Comunicazioni regolari con la famiglia. N.B. Le famiglie collaborano volentieri se l’intervento attuato dalla scuola non viene vissuto come una critica alle loro capacità educative.

Scuola superiore e università C. Meneghetti, Strategie di studio e di apprendimento in studenti universitari con DDAI: commento allo studio di Reaser e colleghi, in Disturbi dell’attenzione e iperattività, 3/2 aprile 2008, Ed. Erickson

Caratteristiche Scarsa concentrazione nello studio Faticano ad allontanare elementi di disturbo durante le lettura di un testo/seguire la lezione Focalizzare l’attenzione su un compito Difficoltà a selezionare le idee principali Scarse strategie di preparazione per le prove Difficoltà nella gestione del tempo di studio

Strategie per migliorare Stendere un piano settimanale Annotarsi ciò che si deve ricordare Pianificare e scrivere gli obiettivi di studio giornalieri e settimanali Sedersi nelle prime file in aula Prendere appunti per mantenere la concentrazione e utilizzare differenti strategie (domande aperte o a scelta multipla) per verificare il proprio apprendimento Lavori specifici per imparare a migliorare i tempi di concentrazione e per imparare a selezionare informazioni principali

Migliorare la motivazione Motivazione interna Obiettivi intrinseci : piacere della conoscenza, argomenti interessanti per il ragazzo, …

Migliorare lo studio… Utilizzare diverse strategie di studio, non solo sottolineare e ripetere ma: Creare analogie Mettere in relazione informazioni nuove con informazioni possedute Individuare situazioni reali, presenti nella propria esperienza

…Migliorare lo studio Collaborazione con i compagni Lavoro con tutor Gruppi di studio per ripassare

Ridurre l’ansia Rilassamento Desensibilizzazione sistematica alle situazione che generano ansia

Dove trovare informazioni sull’ADHD www.aidaiassociazione.com www.aifa.it

L’ ATTENZIONE “la capacità di concentrarsi in modo prolungato su una particolare attività o stimolo. Una alterazione della attenzione si può manifestare con facile distraibilità o difficoltà a portare a termine i propri compiti o nel concentrarsi sul lavoro” (DSM IV)   “una funzione che regola l’attività dei processi mentali filtrando e organizzando le informazioni provenienti dall’ambiente allo scopo di emettere una risposta adeguata”. (Làdavas)

Gli studi sull’attenzione hanno distinto tra: ATTENZIONE FOCALIZZATA, cioè la capacità del soggetto di prestare attenzione ad uno stimolo tra tanti presentati ATTENZIONE DISTRIBUITA, cioè la capacità del soggetto di prestare attenzione a tutti gli stimoli presentati. Si possono distinguere diversi tipi di attenzione: 1.      attenzione selettiva 2.      attenzione divisa 3.      attenzione sostenuta 4.      livelli di arousal

MIGLIORARE L’ATTENZIONE Le differenze GIOCO: I due particolari

Imparare a conoscere i propri tempi di attenzione. Suddividere i compiti in base ai propri tempi di attenzione e concedersi degli intervalli. PS. L’ATTENZIONE NON è COSTANTE MA VARIA ALL’INTERNO DI UN CICLO DI CIRCA 90’ (norma); 45’ più attenti 45’ rendiamo meno

Nella figura vengono proposte, su 2 righe, due sequenze una alfabetica ed una numerica. Siete in grado di interpretarle?

Nel processo di percezione visiva la memoria ha una notevole importanza.Cosa vedete?

Con un breve esercizio, siamo in grado di percepire ciò che la nostra attenzione sceglie di vedere. Nella figura sottostante si possono vedere 3 immagini diverse: quali?

Figura piana: un esagono con iscritta una stella a sei punte. Figura tridimensionale: tre cubi sovrapposti, due dei quali fanno da basamento Figura tridimensionale: (visone dal basso) tre cubi sovrapposti, uno dei quali fa da base

Riflettere con i ragazzi sulla concentrazione Es. presentare alcune situazioni e chiedere ai ragazzi di esprimere il loro parere

Fai un elenco di sinonimi e contrari CONCENTRARSI E’ … 1. ___________________ 2. ___________________ 3. ___________________ … CONCENTRARSI NON E’ … 1. ___________________ 2. ___________________ 3. ___________________ …

Proviamo a dare insieme una definizione di concentrazione Concentrarsi vuol dire ……

Concentrazione La concentrazione è la disciplina che permette di focalizzarsi su un lavoro stabilito ignorando gli avvenimenti esterni irrilevanti

Riflettere: Qual è l’ambiente migliore?

Qual è la posizione migliore?

Qual è la condizione migliore?

Gli ostacoli della concentrazione ESERCIZIO: Pensate a qualche occasione in cui non siete riusciti a concentravi. Perché non ci siete riusciti? Prova a elencare i motivi: 1. ________________________________________ 2. ________________________________________ 3. ________________________________________ 4. ________________________________________ 5. ________________________________________ 6. ________________________________________ 7. ________________________________________ 8. ________________________________________ 9. ________________________________________ 10. _______________________________________

Gli ostacoli più comuni Distrazioni e interruzioni Mancanza di allenamento e/o pratica Abitudine alla disattenzione e/o preoccupazione Bassa soglia di tolleranza alla frustrazione Mancanza di interesse o di motivazioni Il rinvio Obiettivi o piani non chiari Disordine e/o sovraffollamento mentale Fatica, stress, cattiva salute Emozioni irrisolte Atteggiamento negativo

COME MIGLIORARE LA CONCENTRAZIONE Stabilire una priorità tra le cose che attirano la vostra attenzione Disciplinare voi stessi ad ignorare tutto il resto

3. Attraverso il controllo delle contingenze ambientali (autocontrollo): cambiare gli ambienti di studio capire il motivo per cui perdiamo tempo riconoscere la sequenza di comportamenti e di eventi che ci portano a interrompere lo studio

4. Motivare se stessi a concentrarsi sui lavori non interessanti usare il “piano 5 minuti” per mettersi in azione: “non ho voglia di iniziare questo lavoro ma lo inizierò comunque. Se alla fine dei cinque minuti non sono ancora interessato, mi fermo”. Si basa sull’osservazione di W. James che “è più facile spingere noi stessi ad agire, piuttosto che indurci a desiderare d’agire” datevi un tempo di inizio e di fine quando vi accingete a un lavoro. Si lavora meglio (e si da il meglio) quando la nostra mente ha delle scadenze.

5. Dividi e conquista quando il compito viene percepito come troppo gravoso, lungo o difficile, la mente si rifiuta di procedere perché sembra impossibile da realizzare (paura di fallire) suddividete il compito 6. Se un lavoro annoia…rendilo più difficile! 7. Tieni ben presenti i vantaggi e focalizzati su di essi invece che sulle difficoltà (che cosa sarà successo da qui a un anno?) 8. Minimizzate verbalmente i lavori spiacevoli (talvolta le cose su cui non siamo concentrati richiedono solo pochi attimi per essere compiuti)

9. Convincete voi stessi a non rimandare! DEVO FARE QUESTO LAVORO? No si Allora non è un rinvio VOGLIO FARE QUESTA COSA? Se il motivo è valido, rimandate si No SARA’ PIU’ FACILE SE LA FACCIO PIU’ TARDI? Se il motivo non è valido, SI NO Allora non perdete altro tempo E iniziate subito a lavorare!