L'analisi ICAAP: aspetti normativi e risvolti strategici per le banche Roma, 29 gennaio 2008 COSTRUIRE IL PILLAR 2: IL RUOLO DELLA VIGILANZA, DEL MANAGEMENT E DEI PROFESSIONAL Daniele Previati Università degli Studi Roma Tre, Facoltà di Economia “F. Caffè”, Dipartimento di Scienze Aziendali ed Economico-giuridiche previati@uniroma3.it
Agenda Il contesto del processo interno di determinazione dell’adeguatezza patrimoniale (ICAAP – Internal Capital Adequacy Assessment Process) Gli aspetti normativi La sostanza dell’ICAAP: strategia, rischi, capitale, organizzazione Le sfide per le banche (e non solo…)
Il contesto esterno (attuale..strutturale?) Il contesto del processo interno di determinazione dell’adeguatezza patrimoniale Il contesto esterno (attuale..strutturale?) crisi delle banche e rischi (i casi noti) gli stakeholder delle banche e gli incentivi alla gestione dei rischi (governi, autorità, soci, management, depositanti, clientela), tra regole e mercato ampliamento dei rischi (considerati) e loro misurazione e gestione adeguatezza della risposta regolamentare e di vigilanza (i tre pilastri e oltre) costi e benefici dell’assetto regolamentare e di vigilanza (i tre pilastri e oltre) better regulation, consultazione, responsabilità, incentivi
Il contesto interno (strategie, governance, organizzazione, controlli interni delle banche) grande varietà (spazio economico, dimensioni, diversificazione, cultura manageriale e proprietaria, stakeholder) diversa apertura al mercato, alla contendibilità diverso orientamento al futuro (alla sua programmazione) diverso orientamento all’innovazione (discontinuità delle scelte) diverse culture di misurazione e gestione dei rischi
Gli aspetti normativi Le radici regolamentari e di vigilanza risalgono a dieci anni fa (sono radici ormai profonde nella cultura delle banche italiane in generale?) Modello di analisi dell’organizzazione e sistema dei controlli interni Lavori iniziali per il Nuovo Accordo - estensione dei modelli interni Regole e principi alla base della regolamentazione e vigilanza Fonti sovranazionali Nuovo Accordo, giugno 2006 Direttiva 2006/48/CE 14 giugno 2006: art. 22, 123, 124, 136, allegati V e XI) CEBS, Guidelines on the application of the Supervisory Review Process under Pillar 2, 25 gennaio 2006 Fonti Nazionali D.Legge 27 dicembre 2006, n. 297 D.M. Ministro dell’Economia e delle Finanze (Presidente del CICR), 27 dicembre 2006 Nuove disposizioni di vigilanza prudenziale, Banca d’Italia, 27 dicembre 2006 (Il processo di controllo prudenziale, Titolo III, Capitolo 1)
Il principio di proporzionalità per tener conto della varietà delle banche (rischi, dimensioni, complessità di business ed operativa, rilevanza sistemica) La minimizzazione della probabilità di perdite inattese scelta di strumenti e metodologie da parte delle banche requisiti minimi, best practice, linee guida (Sound Practices)
La sostanza – differenziata - dell’ICAAP: strategia, rischi, capitale, organizzazione L’ICAAP è un sistema e un processo aziendale, al cui centro vi è la gestione rischi e la determinazione del capitale interno a fronte di essi, che necessita di pre-requisiti organizzativi e che è orientato all’oggi ed al futuro (strategia) L’ICAAP è fondato su una logica di ciclo (pianificazione – attuazione – verifica – azioni correttive), realizzata in via autonoma dalla singola banca e monitorata dalla Banca d’Italia SupervisoryReviewProcess = ICAAP + SREvaluationP L’ICAAP si svolge a livello consolidato (a livello individuale per banche autorizzate in Italia)
Elementi fondamentali da considerare Valutazione completa dei rischi assunti Processi organizzativi adeguati a fronte dei rischi Obiettivi strategici dell’azienda (per aree di business) Possibili impatti derivanti dal ciclo economico Importo, composizione e distribuzione del capitale interno
E’ un processo aziendale complesso Parte integrante della gestione aziendale Utilizzato a fini strategici Responsabilità degli organi societari, del vertice aziendale Richiede molteplici competenze (pianificazione, risk management, contabilità, internal audit, compliance) in capogruppo e nelle società di gruppo Deve essere conosciuto e condiviso Deve avere risorse adeguate sia quantitativamente sia qualitativamente Deve essere formalizzato e documentato E’ sottoposto a revisione interna E’ oggetto di informativa alla Banca d’Italia
Quattro fasi dell’ICAAP Identificazione dei rischi Misurazione / valutazione dei rischi Determinazione del capitale interno Riconciliazione tra capitale complessivo (contabile) e patrimonio di vigilanza
Tre classi di banche per l’ICAAP Banche e gruppi autorizzati a uso di modelli interni per i rischi di primo pilastro (di mercato, IRB ed AMA) Banche e gruppi che utilizzano metodologie standardizzate, con attivo superiore a € 3,5 Mld Banche e gruppi che utilizzano metodologie standardizzate, con attivo uguale o inferiore a € 3,5 Mld Banche 2. e 3. che scelgono metodi più avanzati devono motivare la scelta compiuta
Dalla classe dipendono: Metodologie di misurazione e di stress testing (esplicitato) Determinazione del capitale interno complessivo (building block e riconoscimento dell’effetto di diversificazione tra rischi (esplicitato) Implicitamente: articolazione dei sistemi di governo e controllo dei rischi, pluralità di competenze coinvolte scelte di esternalizzazione di fasi estensione dell’informativa a Banca d’Italia
Strategia Modelli di formazione endogena della strategia Oggetti: grado di programmazione del futuro grado di discontinuità delle scelte Oggetti: Combinazioni servizi – mercati – tecnologia (aree di business) Capitale finanziario, relazionale, organizzativo, umano Equilibri economico – finanziari - patrimoniali Finalità: Creazione di valore per gli shareholder / stakeholder Creazione di vantaggio competitivo sostenibile Profili finanziari e non finanziari del processo di formazione e realizzazione delle strategie nel settore dei servizi finanziari Relazione tra modalità di formulazione e realizzazione della strategia e performance aziendale
Rischi (attuali e prospettici) Rischi complessivi di credito, di controparte, di mercato, operativi (Primo Pilastro) di concentrazione, di tasso sul banking book, di liquidità, strategico, reputazionale, da cartolarizzazioni, residuo Ulteriori fattori di rischio (individuati sulla base della specifica operatività) Metodologie semplificate e linee guida per r. di concentrazione, di tasso, di liquidità Misurazione e valutazione dei rischi Metodologie adottate: quelle ritenute più appropriate, in relazione alle caratteristiche operative ed organizzative delle banche Necessità di autodiagnosi iniziale per la scelta delle metodologie
Capitale (attuale e prospettico) Misure statistiche capitale interno (singolo rischio) capitale interno complessivo (tutti i rischi) Misure contabili: capitale capitale complessivo Come B può essere utilizzato per coprire A, anche ove voci di B non siano computabili nel Patrimonio di Vigilanza (riconciliazione, vedi sopra, slide 10) Considerazione di operazioni strategiche e di mantenimento dello standing sui mercati nel determinare il capitale interno complessivo
Organizzazione (attuale e prospettica) Come insieme di strutture, meccanismi, competenze necessari per l’ICAAP (e non solo!!) Come elemento (potenzialmente negativo o positivo) della situazione del gruppo e delle banche di gruppo agli occhi della Banca d’Italia (ispezioni) governance, assetti di gruppo, capacità competitiva e politiche di sviluppo + macrostruttura (livello generale) sistemi operativi (informativi, di rilevazione e rappresentazione dei fatti aziendali) e sistema dei controlli interni (livello rischi specifici)
Responsabilità Organi societari (linee generali e adeguamento nel tempo) Organi con funzione di gestione (dà attuazione al processo) Organi con funzione di controllo (verifica conformità ai requisiti regolamentari) Funzioni operative (conoscenza dei processi) Funzioni di risk management (misurazione – valutazione) Funzione di compliance (conformità generale a norme esterne- interne) Funzioni amministrativo – contabili (sistemi di rilevazione e informativi) Internal audit (revisione del processo)
Reportistica: informativa a Banca d’Italia e autovalutazione Linee strategiche, budget annuali, piano patrimoniale Governo, assetti organizzativi e sistemi di controllo connessi con ICAAP Risk mapping, metodologie di misurazione e aggregazione, stress testing Componenti, stima e allocazione del capitale interno (per business unit) Raccordo tra capitale interno, requisiti regolamentari e patrimonio di vigilanza Autovalutazione: aree del processo suscettibili di miglioramento; pianificazione interventi patrimoniali ed organizzativi
Le sfide per le banche (e non solo….) Crescita di una cultura di pianificazione strategica “sostanziale” Crescita di una cultura di misurazione, valutazione, mitigazione dei rischi “diffusa” Governo del mix Pillar 1 – Pillar 2 – Pillar 3 la rilevanza dell’organizzazione e dei controlli la rilevanza della disclosure e del mercato Gli interessi degli stakeholder (i costi e i benefici dell’ICAAP, e non solo!!) L’equilibrio tra propensione al rischio, orizzonti temporali e sistemi di compensation (e di sanzione!), ai vari livelli Valutazione (a sistema) di strategia, organizzazione, rischi, capitale