DATI STORICI, CITAZIONI

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Transcript della presentazione:

DATI STORICI, CITAZIONI LEGENDA: PROBLEMA DATI STORICI, CITAZIONI RAGIONAMENTO PUNTO CRITICO TESI

Ma che BELLISSIMO paesaggio!

Che BELLA partita! UUUUUH! STRABELLO!!!

Che BELLA sensazione…

Che BEL telefono! Che auto BELLISSIMA!

Quanti casi della nostra vita quotidiana in cui usiamo il termine “BELLO”, “bellissimo”… tutte situazioni che effettivamente non hanno nulla in comune tra loro: pensiamo a cosa hanno in comune un divertentissimo giro sulle montagne russe e l’osservazione di uno splendido paesaggio naturale... NULLA! Oppure una partita di calcio e un bacio con la persona che ci piace: anche in questo caso niente che possa accomunare le due situazioni… eppure la parola “BELLO” ricorre in continuazione. Cos’è dunque il BELLO?

Etimologia del termine BELLO: Dal latino “bellus”, diminutivo di “duenulus bonulus” ovvero “BUONO in piccolo”, “mediamente buono”. Dal greco “kalos”, ovvero bello in senso letterale; tuttavia veniva usato anche per indicare il “BUONO”. Dal giapponese “Yashi”, che significa sia “bello” che “BUONO”.

Il BELLO, quindi, coincide con il BUONO? Dallo studio della radice della parola si evince che esiste una stretta sinergia tra il BELLO e il BUONO (inteso in senso morale) sin dai tempi antichi. Il BELLO, quindi, coincide con il BUONO? Riportiamoci agli esempi precedenti: il bacio con la donna amata è indubbiamente un’azione che potrebbe definirsi buona se esternazione di un sentimento vero verso l’altro. Cosa dire invece della BONTÀ per esempio di una partita di calcio? Assegniamo un valore morale ad un gesto atletico o ad un apparecchio tecnologico nel momento in cui lo apprezziamo? Il BELLO dunque può essere associato a diversi ambiti: materiale, intellettuale ed emotivo. Evidentemente no. Il problema risiede nella caratterizzazione del concetto di BELLO: Bello può essere un gesto, un sentimento, un’azione.

Il BELLO in quanto vero può essere concepito come La ricerca del BELLO Continuiamo la nostra riflessione analizzando il pensiero Pitagorico. Secondo questa antica corrente di pensiero il mondo sensibile è basato su misure, proporzioni e rapporti matematici perfetti, il cui risultato è una realtà ordinata e anch’essa perfetta. “La misura è tutto” [Frase incisa nel Tempio di Apollo a Delfi] BELLO Ne consegue una stretta correlazione non solo tra armonia (percepita come BELLEZZA) e bontà (propria del mondo naturale), ma anche con la VERITÀ, intesa come osservazione OGGETTIVA del mondo circostante. BUONO VERO Il BELLO in quanto vero può essere concepito come una realtà OGGETTIVA?

La ricerca del BELLO ARTE: Produzione di opere adeguate ai canoni estetici del bello legati ai periodi storici e alle culture. (dizionario) Osservando le opere di due grandissimi scultori, Michelangelo e Canova, possiamo ammirare l’estremo tecnicismo, il tentativo di rappresentare la Natura in tutta la sua magnificenza ed armonia.

La ricerca del BELLO Cosa dire invece dei celeberrimi “non-finiti” di Michelangelo? La ricerca della perfezione si arresta per lasciare spazio alla riflessione sul significato dell’opera. È possibile notare come esista un aspetto più concettuale dell’arte che rompe i legami con il passato e di conseguenza RE-INVENTA il significato di BELLEZZA ogni volta che si rinnova, ogni volta che un artista trova un nuovo modo di comunicare. La realtà sensibile è troppo limitata per poter esprimere la propria infinita interiorità che desidera esprimere l’Universale.

La ricerca del BELLO Nel ‘900 la realtà sensibile non è che il “trampolino di lancio” per l’artista, che cerca di trasmettere un MESSAGGIO, un concetto difficilmente comprensibile all’esterno della formazione artistica ed intellettuale dell’autore. Eppure…

“A me non piace!” Il BELLO può essere ricercato La ricerca del BELLO “A me non piace!” A dispetto della definizione data dal dizionario del termine “arte”, ci troviamo spesso di fronte ad opere passate o contemporanee che non apprezziamo, di cui non cogliamo la BELLEZZA. Si crea dunque un distacco tra ciò che coglie l’autore dell’opera e ciò che viene invece colto dall’osservatore. L’UNIVERSALITÀ del concetto di bello (legato ovviamente all’opera d’arte), non può essere ritrovato né nella perfetta rappresentazione della natura, né sul piano concettuale dell’opera. Il BELLO può essere ricercato sul piano puramente EMOTIVO?

La ricerca del BELLO Che spettacolo! Che spreco di soldi! Che EMOZIONE unica! Osceno… Non mi dice nulla… Incredibile…

L’arte è quindi totalmente estranea all’UNIVERSALITÀ? La ricerca del BELLO L’EMOZIONE che scaturisce osservando una qualsiasi opera è DIVERSA da persona a persona in base al proprio GUSTO ARTISTICO. Esso è il frutto dell’esperienza personale, della cultura, dell’età. Persino gli stati d’animo nel momento in cui si osserva un’opera influiscono sul giudizio. L’arte è quindi totalmente estranea all’UNIVERSALITÀ? Ogni grande opera d’arte ha due facce, una per il proprio tempo e una per il futuro, per l’eternità. (Daniel Barenboim ) Il FILTRO STORICO assume quindi un’importanza decisiva per definire il carattere universale di un’opera. Il tempo consente di estendere il giudizio ad un moltitudine di persone e fa sì che il lavoro possa essere compreso in tutta la sua profondità.

Un oggetto comune è un opera d’arte? La ricerca del BELLO L’arte è la rappresentazione della società. Su questa base possiamo estendere il ragionamento filosofico sull’Universalità del concetto di bello e quindi di Opera d’Arte alla quotidianità. Un oggetto comune è un opera d’arte? Pensiamo a quanti oggetti della vita quotidiana dei storia trascorsa si possano ammirare nei musei. La risposta a questa domanda può essere data esclusivamente parlando di periodi storici conclusi, nei quali si possono individuare le opere che hanno portato la società ad una modificazione considerevole.

Al termine di questo Alla luce di queste considerazioni possiamo affermare che: Il BELLO, spogliato da qualsiasi caratterizzazione soggettiva, emotiva e concettuale determinate dalle diverse interpretazioni di ogni persona in ogni periodo storico, non è altro che il MOVIMENTO di una società che si evolve. Il movimento è inteso come la pulsione ad agire per ottenere qualcosa che riteniamo essere bello, sia un oggetto o un’attività. L’ARTE è la cronaca di questo movimento, che non può essere colto nell’accidentalità dell’immediatezza, ma solo nella riflessione filosofica posteriore. Si differenzia dagli oggetti comuni in quanto non ha una mera utilità pratica, ma tenta di fornire spunti di riflessione Dare una risposta univoca e incontrovertibile tuttavia è impossibile, almeno secondo questa riflessione.

Il compito della filosofia tuttavia non è quello di fornire una risposta a questi interrogativi, ma bensì quello di continuare a porre i quesiti che permettono l’evoluzione dell’uomo.