APPUNTI DELLE LEZIONI Lezione 11 la difficoltà non sta nel credere nelle nuove idee, ma nel fuggire dalle vecchie. John Maynard Keynes 1.

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APPUNTI DELLE LEZIONI Lezione 11 la difficoltà non sta nel credere nelle nuove idee, ma nel fuggire dalle vecchie. John Maynard Keynes 1

DISTRETTO INDUSTRIALE E COMPLESSITA ’ LA RISCOPERTA DEI DISTRETTI INDUSTRIALI COINCIDE CON QUELLA DELLA COMPLESSITA’ Esaminando la struttura e la filosofia dei distretti industriali(con la riscoperta del territorio e della complessità) si evidenzia il fallimento dell’idea di modernità deterministica ereditata dal fordismo. Il Fordismo e, ancor più il taylorismo,(sua manifestazione scientifica ) aveva scomposto la complessità rinchiudendola in un ambiente artificiale (fabbrica orologio) deterministico e privo di variabilità. I distretti industriali furono considerati inizialmente un’anomalia localizzativa, una curiosità. 2

LA RISCOPERTA DEI DISTRETTI Di fatto non si comprese il legame che unisce, nella realtà, la qualità dei luoghi con quella del settore; I distretti prendono forma quando diverse imprese di una stessa filiera si addensano in un medesimo luogo assumendo valenza di un frame relazionale comunicativo; Attraverso l’interazione delle varie imprese si origina un comportamento aggregato, organizzato ed efficiente; In Italia la riscoperta dei ditretti si deve a Giacomo Becattini e a Sebastiano Bruschi. 3

IL TERRITORIO:CHI ERA COSTUI? Rullani Il territorio: sintesi di vita stratificata in un luogo era assente nel modello fordista e anche il mainstream dell’economia non lo aveva considerato ritenendolo non utilizzabile alla formazione del valore. La complessità delle società locali cui si riconosceva al massimo la qualità di centers of specialized skill era ugualmente esclusa da ogni campo di indagine. Tale approccio non considerava il fatto che un territorio privo di complessità è un luogo privo di qualità. Diversamente secondo l’approccio distrettuale il territorio assume rilievo in quanto ricco di varianti e di gradi d’indeterminazione. 4

COMPLESSITA’ AUTO-ORGANIZZATA Al distretto industriale si attribuisce la capacità di coesistenza tra organizzazione della produzione e gamma di specializzazioni (cioè l’esatto contrario del paradigma fordista) per cui si realizza di fatto una SINTESI TRA ORGANIZZAZIONE E COMPLESSITÀ. Tale peculiarità assimila la struttura distrettuale a un sistema adattivo complesso in quanto: 1. Sistema auto-organizzatore naturale; 2. Ecologia localizzata di relazioni prodottesi nel tempo in cui si modellano nuove antropologie e formae mentis; 3. Sistema vivente e in quanto tale dispositivo di problem solving. 5

IL DISTRETTO SISTEMA COGNITIVO L’esistenza di un baricentro (il settore produttivo) determina l’attrazione e l’integrazione delle esperienze; L’apprendimento assume natura localizzata in quanto dipendente da variabili personali, locali, aziendali, settoriali; Si mobilitano le intelligenze di molti attori localizzati che, nella ricerca della massimizzazione del proprio tornaconto, determinano un sistema a somma positiva capace di indurre l’interazione. Si può osservare un learning system di un’economia che ha appreso il modo più adatto per forgiare uomini e organizzazione sociale. 6

I DISTRETTI INDUSTRIALI DI FRONTE ALLA CRESCITA DELLA COMPLESSITA’ Rispetto alle disamine teoriche sinora esaminate i distretti si trovano già a dover operare in presenza di una notevole crescita della complessità dovuta : Concorrenza globale; Decentramento produttivo; Integrazione e unificazione dei mercati;. Omogeneizzazione dei processi di consumo. Tali fenomeni hanno moltiplicato il numero delle connessioni e delle interazioni incrementando la COMPLESSITÀ e DETERMINANDO UN DIVERSO MODO DI COMPETERE 7

NUOVI COMPETITORS PER I DISTRETTI Mercato decontestualizzato che non presuppone alcun tipo d’esperienza condivisa - che ha per mediatore il prezzo Gerarchia con forme di condivisione proprietaria del sapere e delle capacità all’interno dello stesso contesto aziendale - che ha per mediatore il comando proprietario Networking che alimenta interazione e condivisione luoghi diversi anche lontani il cui mediatore è rappresentato dall’efficienza delle ICT 8

PER REAGIRE ALLE NUOVE SFIDE Le caratteristiche intrinseche dei distretti industriali : contiguità territoriale, forte divisione del lavoro tra imprese gli hanno assicurato successo; Di fronte alle nuove sfide i distretti dovranno contare maggiormente sull’innovazione dei processi di produzione e di prodotto individuando bisogni di nicchia ed esigenze latenti dei consumatori. Le innovazioni che possono sviluppare i distretti sono quelle localizzate ; inclusive verso l’interno (facilmente imitate nel distretto) esclusive verso l’esterno (escludono cioè i concorrenti di altri territori) 9

QUALI INNOVAZIONI PER I DISTRETTI Seguendo le loro caratteristiche i distretti industriali dovranno concentrarsi nell’esplorazione del nuovo rigenerando la loro complessità per sviluppare nuovi prodotti e nuovi processi non facilmente replicabili, almeno nel tempo breve, da produttori extra distretto. Essi non potranno affrontare le nuove sfide sul fronte della tecnologia (ormai disponibile) né della meccanizzazione e standardizzazione (generano prodotti banalizzati, riproducibili). Dovranno invece: 1. Investire nella riproduzione ed espansione del capitale sociale (intellettuale e relazionale) 2. Mantenere una vitalità intellettuale da utilizzare nei nuovi compiti finalizzati ad esplorare possibilità nuove e inconsuete 3. Mettere in campo una società intelligente, innovativa, aperta alla sperimentazione e disponibile a rischiare 10