VALUTAZIONE QUALITÀ E STANDARD Antonella Rissotto Laboratorio professionalizzante su “Analisi valutativa di un servizio sociale” antonella.rissotto@istc.cnr.it
Valutazione intuitiva La valutazione è una pratica naturale ed intrinseca all’agire umano. Nel nostro agire quotidiano valutiamo se gli esiti che abbiamo ottenuto rispondono alle nostre aspettative, scopi, interessi. Anche le azioni più banali vengono processate attraverso un meccanismo di “valutazione”. È una valutazione che non prevede una pratica sistematica, di cui a volte non siamo consapevoli. L’intuizione o l’impressione personale o del gruppo sono usate spesso per giustificare scelte e decisioni. Neanche la non fondatezza dei giudizi ne diminuisce l’importanza.
Valutazione intuitiva: i limiti Le valutazioni quotidiane, sono poco formalizzate o totalmente informali. Hanno diversi limiti: non sono facilmente argomentabili; non sono confrontabili; non consentono la formulazione e la verifica di nuove proposte operative. L’uso di valutazioni condotte in modo sistematico cercano di ovviare alle fragilità della valutazione quotidiana che lascia le scelte in balia degli umori o dell’interesse più forte o del punto di vista del più abile ad argomentare.
Valutazione è… (Definizioni procedurali) consiste nell’applicazione delle tecniche della ricerca sociale allo studio di programmi diretti ad ampie popolazioni (Suchman, 1967); riguarda la raccolta sistematica di informazioni circa le attività, le caratteristiche e i risultati dei programmi destinati a persone interessate a giudicare come specifici aspetti di quei programmi abbiano operato ed influito sul sistema (Patton, 1981); è l’applicazione sistematica dei metodi della ricerca sociale alla analisi dei programmi di intervento sociale. Essa deriva dalle tecniche e dai concetti di svariate discipline ed è utile in ogni stadio nella ideazione, progettazione, programmazione, implementazione dei programmi (Rossi e Freeman, 1993);
Valutazione è… è caratterizzata dallo scopo per il quale viene realizzata: per fornire informazioni su un programma o su un utente e in questo modo può sostenere l’assunzione di decisioni razionali sulla progettazione e sulla gestione dei servizi (Hudson, 1995); consiste nel giudizio sul valore di un programma o progetto in relazione a criteri espliciti e sulle basi informative specificatamente raccolte e analizzate (Means, 1999, I, 17); è un’attività cognitiva rivolta a fornire un giudizio su di una azione (o complesso di azioni coordinate) intenzionalmente svolta o che si intende svolgere, destinata a produrre effetti esterni, che si fonda su attività di ricerca delle scienze sociali e che segue procedure rigorose e codificabili (Palumbo, 2001).
In sintesi implica la raccolta sistematica di informazioni secondo le metodologie della ricerca sociale; può riguardare più aspetti delle attività di un programma sociale e non solo i risultati finali; la scelta degli oggetti della valutazione (evaluandi) è determinata dagli obiettivi ed aspettative degli stakeholder; la raccolta di informazioni deve permettere l’elaborazione di interpretazioni e giudizi utili per l’assunzione di decisioni; la ricerca valutativa spesso è anche un’azione sociale.
FONDAMENTI COGNITIVI E SOCIALI DELLA VALUTAZIONE Quelle che abbiamo esaminato sono delle definizioni di tipo procedurale, molto frequenti nei manuali di valutazione. Prima di entrare nel merito di approcci e metodologie ci focalizzeremo sulla fondazione della valutazione e di alcuni concetti chiave come qualità, standard. Ragioneremo insieme sul senso della valutazione e sul nostro bisogno di valutare e anche su come nasce uno standard. Che è, come vedremo, un concetto potente e pericoloso nello stesso tempo.
Valutare la qualità (1) Si può ricondurre l’attività valutativa ai suoi fondamenti cognitivi e sociali: La valutazione è un atto cognitivo e sociale, intrinsecamente relativo a scopi e standards o valori. Ognuno valuta in base ad un proprio sistema di scopi, interessi, valori. Non esiste una valutazione neutra, tecnica, oggettiva. Con un trucco tecnico non si possono bilanciare ed armonizzare gli scopi e gli interessi strutturalmente diversi dei vari attori sociali.
Che cosa vuol dire valutare? Solo gli organismi che hanno un fine valutano Il primo passo della valutazione consiste nel vedere se un dato stato o fatto del mondo è conforme ad un mio scopo “Buono… per…” scopo intrinseco nel concetto (un buon coltello) o deducibile dal contesto (una buona montagna)
Qualità e standard Giudizi impliciti di valore Che cosa è una qualità? È quella caratteristica di X che lo rende buono per… Che cosa è un difetto? Quella caratteristica di X che non lo rende buono per… Cosa è uno standard? È la qualità che una data classe di oggetti deve avere; è la qualità che qualsiasi oggetto di quella classe deve avere (per essere buono per…) Gli standard sono importanti perché permettono di fare previsioni.
Valutazioni negative Questa entità non è buona, non va bene non è in grado di, non ha le qualità per… Questa entità è cattiva: ha delle capacità e dei poteri nocivi. È in grado di produrre l’opposto del mio scopo cioè è in grado di produrre un danno.
Ancora standard Sono caratteristiche (qualità) del servizio es. n. di utenti in un mese; costo del servizio in un anno; numero operatori; orario di apertura… Sono obiettivi, ossia caratteristiche verso cui tendere Sono obiettivi condivisi tra i diversi attori (comunicazione, negoziazione, confronto; riconoscimento del diritto alla qualità dell’utente). Problemi: devono essere costruiti;
Valori Un valore è una valutazione di cui si è perso il fatto finale (per…) che è stata troncata. Non occorre spiegare per cosa è buono perché non è più un mezzo. È fine a se stesso è un fine ultimo. Chi educa non spiega a cosa serve un valore perché intende passare una “cosa” che ha un valore non strumentale, che non deve essere giustificata, che non deve essere discussa e che non ha necessariamente una base razionale. I valori sono fondamentali nell’interazione umana per poter discutere, argomentare e convincersi.