Argomenti La memoria e il ricordo. Falsi ricordi, ricordi recuperati e ricordi rimossi. La modificabilità del ricordo. Neuroscienze e ricordi. I limiti. Il docente inizia la lezione in piedi e descrive gli argomenti che tratterà. Tutte le lezioni iniziano sempre con questa formula: “Sono il Prof. Nome e Cognome, in questa lezione parleremo di: argomento 1 Argomento 2 Argomento n Nella descrizione degli argomenti il docente può usare o meno la lavagna a fogli mobili. Ove opportuno, può essere utilizzato il seguente effetto di animazione: Entrata, Dissolvenza, Veloce, Al clic del mouse. Per inserire nuove diapositive, utilizzare sempre l’apposita funzione di PowerPoint: Menu Inserisci Nuova diapositiva. Scegliere, eventualmente, dal Riquadro attività, un layout diverso da quello proposto in automatico.
La memoria e il ricordo Gli studi condotti in campo neuroscientiico confermano i risultati cui da tempo era pervenuta la psicologia cognitiva, dimostrando in modo inequivocabile che la memoria è irrimediabilmente imperfetta: «i ricordi accurati, appartengono, al mondo ideale e non alla realtà della condizione umana».
La memoria e il ricordo Tratto distintivo della memoria è la sua imperfezione. I ricordi infatti sono spesso frutto di ricostruzioni e decodificazioni successive rispetto l’esperienza originaria. La memoria è soggetta quindi a distorsioni, in quanto l’evento o esperienza viene “codificato”. Per “codifica” si intende il modo in cui una nuova informazione viene inserita nel contesto di informazioni preesistenti. La codifica di un’esperienza viene influenzata da fattori individuali, di natura psicologica e sociale. Il docente può continuare a stare in piedi e usare la lavagna a fogli mobili mentre descrive gli obiettivi della lezione, oppure può sedersi e descriverli supportato dal PPT e dalle sue funzioni (puntatore pennarello rosso).
La memoria e il ricordo: il procedimento di codifica Il funzionamento della memoria e la costruzione del ricordo rappresentano l’esempio forse più significativo dello scarto che intercorre tra la percezione di una informazione e la elaborazione di essa a livello cerebrale. Già nel momento in cui si assiste ad un fatto lo si codifica secondo meccanismi psichici che ne alterano il significato: tutte le percezioni sono nel contempo traduzioni e ricostruzioni cerebrali a partire da stimoli o segni captati e codificati attraversi i sensi, cioè elaborazione soggettiva è effettuata sulla base di interessi, abitudini, preconcetti, script preesistenti dei dati offerti dagli organi di senso».
Falsi ricordi, ricordi rimossi e ricordi recuperati Nella fase di acquisizione e immagazzinamento del ricordo, si annida il rischio elevatissimo di errore, in quanto l’individuo inserisce inconsapevolmente informazioni pre-evento divergenti rispetto quelle originarie dell’accadimento. I falsi ricordi: è possibile che persone creino ricordi totalmente falsi di eventi che non sono mai accaduti. Gli inganni della memoria possono condurre nel senso opposto della dimenticanza o meglio del ricordo rimosso e poi recuperato. In questo caso i ricordi sono inaccessibili alla memoria cosciente per diverso tempo e riaffiorano solo successivamente.
La modificabilità del ricordo Inoltre anche nella fase del racconto, influiscono fattori psicologici e emotivi importanti, che incidono sulla ricostruzione dell’accadimento. Infatti i ricordi sono assai modificabili e suggestionabili dall’esposizione da fattori e informazioni post- evento ovvero nel momento in cui la rievocazione viene effettuata. Nella fase del racconto si inseriscono nuove informazioni che si aggiungono o sostituiscono l’informazione originaria che a volte viene definitivamente perduta. Ne segue che tutti i ricordi sono soggetti a modifiche distorsioni decadimenti.
Il contagio del ricordo o la conformità del ricordo Il racconto quindi, nel mettere in relazione due persone, rappresenta una delle principali fonti di misinformation: studi scientifici dimostrano che significative distorsioni dei ricordi nascono quando co-testimoni discutono insieme di un evento prima della fase della rievocazione. Il che dimostra che il raccontare inserisce fattori emozionali di grande impatto che incidono nella ri-descrizione dell’evento. Questo fenomeno è chiamato effetto di “conformità del ricordo” o di “contagio del ricordo”.
Neuroscienze e ricordi Studi empirici degli ultimi 30 anni investigano il ruolo esercitato dalle emozioni sull’attendibilità della testimonianza e sull’accuratezza del ricordo. Sussiste una relazione tra processi mnestici e processi affettivi. Tale relazione è concettualizzata secondo modelli associativi: le emozioni costituiscono dei nodi di informazioni collegate a nodi di informazioni specifici. La rievocazione di un ricordo autobiografico non si esaurisce nel richiamare alla consapevolezza un evento nascosto ma in un processo di attivazione emotiva a livello neurologico.
Il ricordo accurato e attendibile Pertanto la memoria testimoniale sarà tanto più accurata e sarà possibile il recupero del ricordo quanto più: vi è similarità tra stato affettivo all’atto della rievocazione e stato affettivo al momento dell’apprendimento dell’evento, vi è congruenza tra stato affettivo al momento della rievocazione e materiale da ricordare, si tratta di un ricordo coerente e stabile nel tempo. Le tecniche di indagine dell’Intervista Cognitiva si fondano sul principio che l’accuratezza e attendibilità di una rievocazione dipende dal grado in cui le caratteristiche del contesto in cui si è vissuta una certa esperienza sono ricreate durante l’intervista.
Le tecniche neuroscientifiche Le tecniche neuroscientifiche possono essere utilizzate, oltre che per valutare l’imputabilità, ma per stabilire la credibilità del dichiarante. Il tribunale di Cremona ha condannato l’imputato di molestie sessuali anche sulla base del c.d. IAT (Forensic - Implicit Association Test), praticato per accertare l’attendibilità delle dichiarazioni rese dalla persona offesa.
Le tecniche neuroscientifiche Il Test IAT, che ha ad oggetto la verifica dell’esistenza di una traccia di memoria autobiografica nel cervello del soggetto che vi si sottoponga (ed è quindi una metodologia di “memory detection”), si fonda sui diversi tempi di reazione del soggetto al quale è stato richiesto di classificare delle frasi che compaiono sullo schermo di un computer attraverso la pressione di due diversi tasti. Semplificando massimamente, le risposte sono raggruppate in congruenti e incongruenti: quando l’accoppiamento è “congruo” la risposta è più rapida: «Lo IAT è uno strumento di misura indiretta che, in base alla latenza delle risposte, stabilisce la forza dell’associazione tra concetti».
I limiti Il problema che pone un caso come quello descritto attiene, in primo luogo, alla ammissibilità di una perizia che abbia ad oggetto l’attendibilità del dichiarante (della persona offesa, nel caso di specie), anche considerando che l’unico accertamento “tecnico” che il codice consente sulla persona del testimone è quello volto a «verificarne l’idoneità fisica o mentale » a svolgere il ruolo (art. 196, comma 2 c.p.p.) e non certo quello diretto a verificare l’affidabilità soggettiva della fonte.