Monica de Chiro Dottoranda di Ricerca in Human Sciences

Slides:



Advertisements
Presentazioni simili
SEZIONE PRIMAVERA a. s Istituto Scolastico Paritario  "VINCENZA  ALTAMURA“ Via David Salinieri, 5 – Roma Tel.: Fax:
Advertisements

I profili di apprendimento
IL GIOCO NELL’ASILO NIDO
Il rispetto delle regole in campo e fuori dal campo
Psicologia dell’Educazione (a-k)
Comprensione e interpretazione del testo
Unità didattica di Anfossi Mariarosa
LA DIDATTICA DELLA LINGUA ITALIANA
IMPLICAZIONI DELLA TEORIA DI VYGOTSKY NELL’EDUCAZIONE
Psicologia e Psicologia Cognitiva
La prospettiva socio-costruttivista
Lo sviluppo Cognitivo.
Processo formativo CONOSCENZA NUOVE CONOSCENZE ESPERIENZA VERIFICA.
La costruzione e lo sviluppo delle competenze a scuola
Socializzazione e integrazione un intreccio di linguaggi
Teoria trasformativa: i fondamenti
MULTICULTURALITÁ E APPRENDIMENTO LINGUISTICO (M-Z)
CdL in Scienze della Formazione nelle organizzazioni
4^ - 5^ scuola primaria 1^-2^-3^scuola secondaria di primo grado
Il metodo Metacognitivo
INDICE CONCEZIONE DI SVILUPPO FASE PRENATALE
FONDAMENTI DELLA PROSPETTIVA STORICO-CULTURALE
BRUNER VIAGGIO VERSO LA MENTE:
PROGETTARE L'AUTONOMIA L'esperienza dell'Associazione Italiana Persone Down Dott.ssa Angela Barattelli.
La motivazione nell’apprendimento della lingua straniera
Jean Piaget.
PROGETTO Progetto di senso Alcune diapositive
LA SALUTE = UN CONCETTO DINAMICO
Rilievi critici alla teoria di Piaget
La ricercazione partecipativa
Curricolo verticale Tracciare linee che…
MENTE E APPRENDIMENTO.
LE MAPPE PER INSEGNARE.
Psicologia dello Sviluppo - Prof. P. Perucchini
SVILUPPO COGNITIVO E APPRENDIMENTO IN ADOLESCENZA
INTRODUZIONE Il numero è sicuramente uno dei concetti matematici più difficili e complessi da apprendere, anche se, fin da molto piccoli, tutti si trovano.
Iniziamo a lavorare sui concetti Concetto Regolarità percepita in eventi o oggetti, o in testimonianze/simboli/rappresentazioni di eventi o di oggetti,
«Valori e regole nel vissuto del bambino della Scuola dell’Infanzia». 2.a parte E.M.Salati « IL BAMBINO E I VALORI SOCIALI: ORIENTAMENTI PER L’ EDUCAZIONE.
La teoria dello sviluppo sociocognitivo di Vygotskij
Identità e socializzazione
Jerome Seymour BRUNER.
Finalità generale della scuola: sviluppo armonico e integrale della persona all’interno dei principi della Costituzione italiana e della tradizione culturale.
1 PRIMA SCIENZA PONTEDERA 4 DICEMBRE 2014 PROGETTAZIONE E DOCUMENTAZIONE DEL PERCORSO Cristina Duranti.
L’APPRENDIMENTO DELLA LETTO-SCRITTURA CTI 6
Lo sviluppo cognitivo Jerome Bruner Il viaggio verso la mente
La psicologia dello sviluppo
Psicologia dello sviluppo
La teoria dello sviluppo socio-cognitivo di Vygotskij
LA DISLESSIA EVOLUTIVA. Normalmente l’apprendimento è un processo abbastanza facile con tempi di maturazione sufficientemente definiti e conosciuti che.
METODOLOGIA DELL'EDUCAZIONE MUSICALE
UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI MACERATA FACOLTÀ DI SCIENZE DELLA FORMAZIONE SCIENZE DELL’EDUCAZIONE E DELLA FORMAZIONE DIDATTICA GENERALE - MODULO A I SEMESTRE.
Università degli Studi di Macerata
La TRASPOSIZIONE E LA mediazione didattica
Prof. Barbara Pojaghi Psicologia sociale Prof. Barbara Pojaghi
LO SVILUPPO COGNITIVO.
ATTIVITÀ DI MICROSTAGE “ UNA GIORNATA DA EDUCATORE”
Multimedialità: uso contemporaneo e sinergico di diversi media (testo, immagini, suoni); intreccia tra loro linguaggi tradizionalmente originati da media.
Le abilità di studio Corso Neoassunti A.S
ISTITUTO COMPRENSIVO DI ALBINO
L’epistemologia genetica
Storytelling e apprendimento Giuliana DETTORI ITD CNR Genova Fumetto ed educazione sanitaria nell’era digitale Repubblica di San Marino 24 settembre 2015.
Sviluppo dei bambini ciechi (cognitivo) 2
L’APPRENDIMENTO DELLA LETTO-SCRITTURA ALLA SCUOLA DELL’INFANZIA
Lo sviluppo del gioco nel bambino
PROGETTARE PER APPRENDERE Insegnamento e acquisizione di competenza Daniela Maccario.
Indice delle lezioni Lezione n. 1. La didattica e la pedagogia speciale nei contesti della cura e della riabilitazione Lezione n. 2. Apprendere ed insegnare.
Bruner Psicologo statunitense che si è occupato di problemi educativi dagli anni 50 ad oggi Di indirizzo cognitivista, ha una dotazione culturale molto.
Catanzaro 13 febbraio Famiglia Insegnanti Contesti frequentati Allenatore Amici Interessi Individuo.
Corso di Laurea in Psicologia dinamica, clinica e di comunità Corso di Pedagogia Sociale 4 Novembre 2014 Dott.ssa Romano Alessandra
Transcript della presentazione:

Monica de Chiro Dottoranda di Ricerca in Human Sciences UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI MACERATA Apprendere giocando - giocare apprendendo: il gioco come strumento di conoscenza di sé, dell'altro e del mondo. Studio di caso Monica de Chiro Dottoranda di Ricerca in Human Sciences

Il ruolo del gioco nello sviluppo del bambino Fin dai primi mesi di vita il gioco riveste un ruolo fondamentale nello sviluppo del soggetto, offrendogli la possibilità di esercitare un ampio spettro di abilità - sensoriali, motorie, cognitive, affettive, espressive, sociali, comunicative, linguistiche e morali – in modo quasi del tutto inconsapevole. Diversi autori nel corso del tempo si sono interessati a indagare le caratteristiche e le funzioni del gioco nello sviluppo psicologico del bambino, tra questi risultano fondamentali i contributi di J.Piaget, L.P. Vygotskij e J.S.Bruner.

Il ruolo del gioco nello sviluppo del bambino: J. Piaget

Il ruolo del gioco nello sviluppo del bambino: L.P. Vygotskij Giunto alle soglie del pensiero simbolico, nello stadio definito da Piaget pre-operatorio, il bambino inizia a sciogliersi dai vincoli situazionali e ad operare con significati alienati in situazioni reali: “Nel gioco il bambino si occupa delle cose in quanto hanno un significato. I significati delle parole si sostituiscono agli oggetti, dando così luogo all’emancipazione della parola nei confronti di questi ultimi (1981)” Allo stesso tempo egli impara a seguire la linea della massima resistenza, cioè ad agire contro gli impulsi immediati, poiché l’osservanza delle regole nella struttura ludica gli promette un piacere assai maggiore di quello che potrebbe provare nel soddisfare un impulso immediato. Tale subordinazione alle norme, impossibile nella vita reale, diviene dunque possibile nel gioco che va a creare la zona di sviluppo prossima del bambino: “Nel gioco il bambino è sempre al di sopra della propria età media (…) Come il fuoco di una lente d’ingrandimento, il gioco contiene tutte le tendenze dello sviluppo umano in forma condensata; nel gioco è come se il bambino cercasse di saltare oltre il livello del proprio comportamento normale (1981)"

Il ruolo del gioco nello sviluppo del bambino: L.P. Vygotskij Vygotskij paragona il rapporto tra gioco e sviluppo al rapporto tra istruzione e sviluppo, affermando che “il gioco fornisce una base per trasformazioni di ben più vasta portata nei bisogni e nella coscienza” rispetto all’istruzione. Azioni nella sfera immaginativa in una situazione immaginaria Formazione di progetti di vita reale o di motivazioni volitive Creazione di intenzioni volontarie

Il ruolo del gioco nello sviluppo del bambino: J. S. Bruner Fase della rappresentazione attiva o operativa l’identificazione degli oggetti dipende dalle azioni evocate piuttosto che dalla loro natura effettiva: il bambino impara a conoscere un oggetto in funzione del suo utilizzo l’azione costituisce lo strumento intellettivo essenziale Fase della rappresentazione iconica il soggetto è in grado di rappresentarsi il mondo mediante un’immagine o uno schema spaziale relativamente indipendente dall’azione: l’atto intelligente si organizza attraverso l’immagine la sperimentazione degli oggetti avviene attraverso l’esperienza sensoriale Fase della rappresentazione simbolica il pensiero si organizza partendo da una forma primitiva e innata di attività simbolica e, attraverso l’acculturazione, si specializza in sistemi diversi, il più complesso dei quali è il linguaggio (ruolo essenziale svolto dal linguaggio orale e scritto)

2. Le caratteristiche del gioco Il ruolo del gioco nello sviluppo del bambino: J. S. Bruner Secondo Bruner il gioco costituisce un potente stimolo all’apprendimento in virtù delle seguenti caratteristiche: motivazione intrinseca all’azione: nell’attività ludica il bambino sperimenta e ripete qualcosa che lo diverte e lo grafica di per sé; prevalenza dei mezzi sui fini: l’azione di giocare viene percepita più importante del suo risultato; attività svolta in un contesto collocato “al di fuori del reale”: il rischio dell’insuccesso non è percepito come possibilità di fallimento ma come perdita di interesse; moratoria della frustrazione: la presenza di ostacoli può essere affrontata con leggerezza in quanto non comporta un fallimento in senso reale; disponibilità agli stimoli: durante il gioco possono essere presi in considerazione stimoli normalmente irrilevanti, sperimentando nuovi modi di guardare la realtà e costruendo nuovi significati.

Studio di caso: la Penna Leggimpara Clementoni Struttura del testo reticolare: le pagine possono essere sfogliate nell’ordine scelto dal bambino, ognuna ha senso sia presa singolarmente sia in rapporto alle altre; Differenti modalità di interazione possibili: ascoltare il racconto, scoprire i nomi degli oggetti, conoscere le parole in inglese, ascoltare le filastrocche; Libertà nell’impiego del tempo: il bambino decide quando iniziare e quando finire, non c’è qualcuno che stabilisce un limite di tempo per svolgere le attività di gioco.

Studio di caso: la Penna Leggimpara Clementoni motivazione intrinseca all’azione: l’inizio, lo svolgimento e la fine del gioco dipendono dalla volontà del soggetto; assenza di giudizio: non c’è un modo giusto o sbagliato di esplorare le pagine e di giocare, il bambino costruisce autonomamente il proprio percorso di apprendimento; moratoria della frustrazione: gli ostacoli possono essere affrontati con leggerezza in quanto fallire l’obiettivo non comporta un rischio reale di fallimento.

In Conclusione: il gioco è una cosa seria Alla luce dei contributi studiati e del caso analizzato il gioco si configura come un potente stimolo allo sviluppo umano, in quanto “è fonte di sviluppo e crea la zona di sviluppo prossimale” in ogni fase della vita umana, dai primi mesi di vita fino all’età adulta (Vigotskij, 1981) . Tali caratteristiche del gioco potrebbero essere impiegate efficacemente da educatori e insegnanti per progettare interventi significativi e motivanti, alimentando il piacere per l’apprendimento coniugato al gusto per il divertimento.

Bibliografia Bruner J.S., Studi sullo sviluppo cognitivo,1968. PIAGET J. [1945], La formazione del simbolo nel bambino. Imitazione, gioco e sogno. Immagine e rappresentazione, trad. it., La Nuova Italia, Firenze 1972. Bruner J.S., Jolly A., Sylva K. [1976], Il gioco. Il gioco in un mondo di simboli, vol. 4, Armando Editore, Roma 1981. VYGOTSKIJ L. S., Il ruolo del gioco nello sviluppo mentale del bambino, in Bruner J.S., Jolly A. e Sylva K., Il gioco. Il gioco in un mondo di simboli, vol. 4, Armando, Roma 1981. Bruner J.S. [1986], La mente a più dimensioni, trad. it., Laterza, Bari 1988. Camaioni L., Di Blasio P., Psicologia dello sviluppo, il Mulino, Manuali, Bologna 2007. VYGOTSKIJ L. S. [1972] Immaginazione e creatività nell’età infantile, trad. it., Editori Riuniti, Roma 1990. Ferreiro E., Teberosky A., La costruzione della lingua scritta nel bambino, Giunti, Firenze 1979. VYGOTSKIJ L. S. [1934], Pensiero e linguaggio, trad. it., Laterza, Bari 1990. PIAGET J. [1932], Il giudizio morale nel fanciullo, trad. it., Giunti-Barbera, Firenze 1972. WINNICOTT D. [1971], Gioco e realtà, trad. it., Armando, Roma 1974. PIAGET J. [1923], Il linguaggio e il pensiero del fanciullo, trad. it., Editrice Universitaria, Firenze 1955.