L’apprendimento come attività costruttiva e implicazioni PAS A059 Incontro 15 aprile 2014 Rosetta Zan Dipartimento di Matematica, Università di Pisa

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L’apprendimento come attività costruttiva e implicazioni PAS A059 Incontro 15 aprile 2014 Rosetta Zan Dipartimento di Matematica, Università di Pisa

Da L ’ insegnamento come attività sovversiva, di N. Postman e C. Weingartner Prologo

Il dottor Gillupsie ha chiamato molti dei suoi chirurghi interni del Blear General Hospital. Essi stanno per cominciare la loro relazione settimanale sulle varie operazioni compiute negli ultimi quattro giorni. Dopo aver ascoltato i chirurghi più anziani, Gillupsie si rivolge al dottor Carstairs. Gillupsie: E lei, Carstairs, come le vanno le cose? Carstairs: Temo di essere stato sfortunato, dottor Gillupsie. Niente operazioni questa settimana, ma solo tre pazienti morti.

Gillupsie: Bene; dovremmo parlarne un po’, non le pare? Di che cosa sono morti? Carstairs: Non lo so con certezza, dottor Gillupsie, ma comunque ho dato a ciascuno di loro un bel po’ di penicillina. Gillupsie: Ah! Il sistema tradizionale della cura “buona di per se stessa”, eh, Carstairs? Carstairs: Beh, non esattamente, capo. Pensavo solo che la penicillina li avrebbe fatti stare meglio. Gillupsie: Per che cosa li stava curando? Carstairs: Insomma, stavano proprio male, capo, e io so che la penicillina fa star meglio gli ammalati. Gillupsie: Certamente, Carstairs. Penso che lei abbia fatto bene.

Carstairs: E i morti, capo? Gillupsie: Cattivi, figlio mio, cattivi pazienti. E non c’è niente che possa fare un buon dottore quando si trova di fronte dei cattivi pazienti. E nessuna medicina può farci nulla, Carstairs. Carstairs: Eppure mi è rimasta ancora la seccante impressione che forse non avevano bisogno di penicillina, che servisse qualcos’altro. Gillupsie: Sciocchezze! La penicillina non fa mai cilecca su dei buoni pazienti. Lo sanno tutti. Al suo posto non mi preoccuperei troppo, Carstairs.

Che tipo di ragazzo è Federico? (Franta e Colasanti, 1995) Federico entra in classe e si dirige subito al suo posto. Si siede, tira fuori dallo zainetto penne e quaderni e inizia a ripassare le lezioni. I compagni lo invitano a giocare, ma si rifiuta dicendo che deve studiare. All’arrivo dell’insegnante Federico si alza, le sorride, quindi torna a sedersi.

Secondo lei, che tipo di ragazzo è Federico? 1: per niente2: un po’ 3: non so 4: abbastanza 5: molto Responsabile Secchione Diligente Socievole Studioso Indipendente Intelligente Isolato Furbo Maturo 12345

Prima riflessione...

OSSERVAZIONE Federico fa... Federico è... GIUDIZIO

Postman e Weingartner, 1973: ‘…noi trasferiamo i nostri sentimenti e le nostre valutazioni a oggetti al di fuori di noi. Per esempio, diciamo “John è stupido” o “Helen è vivace” come se la stupidità e la vivacità fossero delle caratteristiche di John e Helen. Una parafrasi letterale di “John è stupido” (ovvero, il suo significato più scientifico) può essere qualcosa del tipo: “Quando percepisco il comportamento di John, sono deluso, angustiato, frustrato o disgustato”. La proposizione che uso per esprimere le mie percezioni e valutazioni di questi fatti è “John è stupido”.

Dicendo “John è stupido”, parliamo di noi stessi molto di più che di John. Eppure, questo fatto non si riflette per nulla nell’affermazione. L’io – il segno della partecipazione di colui che percepisce – è stato rimosso mediante una peculiarità grammaticale.’

Seconda riflessione...

OSSERVAZIONE Federico fa... Federico è... GIUDIZIO Federico fa così perché… INTERPRETAZIONE

OSSERVAZIONE Federico fa... Federico fa così perché… INTERPRETAZIONE influenzata da:  le nostre esperienze  i nostri schemi interpretativi mette in gioco:  le nostre emozioni

Attività sulle scene (a gruppi)

Scena 1: Johnnie 437 – 284 = = 253 L’insegnante: “Hai dimenticato di sottrarre 1 da 4 nella colonna delle centinaia!”

Scena 2: Scenetra = = ‘La bambina è in grado di eseguire l’algoritmo della addizione, ma non è in grado di mettere in relazione fatti aritmetici’

Scena 3: Luca Luca, terza elementare, deve risolvere il problema: Problema: Ogni volta che va a trovare i nipotini Elisa e Matteo, nonna Adele porta un sacchetto di caramelle di frutta e ne offre ai bambini, richiedendo però che essi prendano le caramelle senza guardare nel pacco. Oggi è arrivata con un sacchetto contenente 3 caramelle al gusto di arancia e 2 al gusto di limone. Se Matteo prende la caramella per primo, è più facile che gli capiti al gusto di arancia o di limone? Perché? –Alla prima domanda Luca risponde: E’ più facile che gli capiti all’arancia –Alla seconda ("Perché?"): Se Matteo prendeva quella al limone ne rimaneva una sola e invece è meglio prenderla all’arancia.

Scena 4: Azzurra Trovare il perimetro di un rettangolo che ha la base di 12 cm e l’altezza di 8 cm. Azzurra: 12 x 8 Ins.: ‘Perché moltiplichi?’ Azzurra: ‘Divido?’

Scena 5: Alessandro Trovare l’area di un rettangolo, sapendo che il perimetro è 126 cm, e l’altezza è 3/4 della base. …e non conclude

Scena 6: Marco Deve moltiplicare x + 1 per x +2: x + 1  (x+2) = = x 2 + 2x + x + 2 = x 2 + 3x + 2

Scena 7: Irene Deve moltiplicare x + 1 per x +2: x + 1  (x+2) = = x 2 + 2x + x + 2 = x 2 + 3x + 2

Scena 8: Nicola Nicola, terza liceo scientifico, deve risolvere la disequazione: Moltiplica ambo i membri per –1/7, ottenendo. Poi moltiplica per 7 e porta tutto al primo membro. A questo punto si ferma.

Attività sulle scene: alcune osservazioni

GRAVI / NON GRAVI

Marco: Grave perché: non padroneggia il linguaggio Non grave perché: è solo un problema di linguaggio Azzurra: Grave perché: non ha studiato Non grave perché: non ha studiato 1. Valutazioni diverse possono rimandare a valori diversi

Azzurra: Grave perché: Studio mnemonico non ragionato Mancanza di concetto di perimetro Dimostra che non sta ragionando ma sta rispondendo a caso Dimostra chiaramente di non aver studiato 2. La stessa valutazione può poggiare su argomentazioni completamente diverse

“Grave perché l’alunna ha imparato meccanicamente il procedimento di soluzione ma non ne ha compreso il significato” “Grave perché non riesce ad astrarre” “Grave perché non ha la più pallida idea di cosa sta facendo” 3. Il giudizio poggia su un’interpretazione dell’errore

OSSERVARE INTERPRETARE - non ha fatto… - non è in grado di fare - non ha capito - non ha studiato

la valutazione della gravità degli errori QUANDO è stato commesso (prima / dopo l’azione didattica) QUANTE VOLTE POSSIBILI CAUSE POSSIBILI CONSEGUENZE IMPORTANZA DELL’ARGOMENTO DIFFICOLTA’ DELL’ARGOMENTO QUALE LIVELLO DI SCUOLA POSSIBILITA’ DI CORREGGERLO

la valutazione della gravità degli errori CONOSCENZECONOSCENZE VALORIVALORI EMOZIONI VISSUTO CONVINZIONI EPISTEMOLOGIA …dell’insegnante!

ERRORE = indicatore ‘oggettivo’? In quale contesto è stato commesso l’errore? Chi ha costruito la ‘verifica’? Chi ha stabilito gli obiettivi? Chi ha stabilito che l’esercizio proposto permette di riconoscere il raggiungimento degli obiettivi? Cosa c’è di oggettivo nei vincoli che si impongono o meno agli allievi? (tempo / numero di esercizi / uso dei testi, della calcolatrice…)

L’OGGETTIVITA’ DELLA VALUTAZIONE ASSUNZIONE DELLA RESPONSABILITÀ DELLE PROPRIE SCELTE DIDATTICHE

OSSERVARE INTERPRETARE - non ha fatto… - non è in grado di fare - non ha capito - non ha studiato

INTERPRETAZIONE Le parole più usate: -“Non riesce …” -“Non ha capito…” -“Non ha le basi…” -“Non si impegna”