IL PROGETTO DI UN IMPERO – CARLO V 06/04/2017
06/04/2017
Possedeva Germania, Spagna,Sicilia, Sardegna e colonie americane Carlo V Francesco I di Valois Francia Possedeva Germania, Spagna,Sicilia, Sardegna e colonie americane 06/04/2017
Nel 1519 divenne Arciduca d’Austria ereditando i domini del nonno e si candidò alla successione imperiale Gli fu rivale in questo progetto Francesco I di Valois, Re di Francia … ma Carlo si procurò il sostegno dei 7 principi elettori, anche con il denaro Divenne così Imperatore col nome di Carlo V e regnò fino al 1556
L’Impero sul quale non tramontava mai il sole
Grandi problemi Tenere unito un Impero così vasto e composito Difendersi dal pericolo di una invasione turca Affermare una egemonia in Europa contro i Valois di Francia Arginare la Riforma Protestante e le sue conseguenze politiche
Un Impero vasto e composito Le dimensioni erano enormi: Spagna, Napoli, Sicilia, Sardegna; terre familiari degli Asburgo in Boemia e in Austria; Fiandre, Paesi Bassi e territori imperiali; territori delle colonie spagnole in America Un impero “cristiano”: la fede della tradizione cattolica doveva essere il cemento tra tutti questi popoli
La lotta coi Turchi È il periodo di Solimano il Magnifico (1520-1566) e della sua espansione In Europa conquistò Belgrado e Buda Nel 1529 i Turchi erano a Vienna, che riuscì a resistere all’assedio Intorno al ’40 l’insediamento ottomano nell’Europa Centrale e Orientale era ormai consolidato
La lotta coi Turchi Nel frattempo i pirati musulmani infestavano il Mediterraneo, capeggiati dal Barbarossa. Nel 1534 conquistarono Tunisi, appoggiati da Francesco I Valois Non vennero sconfitti neanche da una Lega (Carlo V, Papa, Venezia) Il loro predominio sarà spezzato solo con la battaglia di Lepanto del1571
I Turchi avanzavano sempre di più fino a raggiungere Venezia 06/04/2017
Lo scontro con Francesco I Diverse fasi di una lotta che durò quasi 40 anni, con alterne vicende, anche dopo la morte dei due contendenti 1521-26, 1526-30, 1535-44, 1547-56, 1557-59 (pace di Cateau Cambresis) Le ragioni: per la Francia spezzare l’accerchiamento dei territori asburgici in cui era stretta; per Carlo riaffermare l’autorità sui propri dominii.
La Riforma Protestante Minò ulteriormente la stabilità e l’unità dell’Impero sotto il profilo culturale e religioso oltre che politico Si trattò di una eresia propagandata da un monaco tedesco, Martin Lutero Molti principi tedeschi vi aderirono anche per affermare la loro autonomia nei confronti dell’Imperatore
Carlo V cercò di impedirne la diffusione con ogni mezzo Ma fu costretto infine ad accettare il fatto compiuto con la Pace di Augusta del 1555 Forse la sconfitta più cocente L’anno successivo l’Imperatore abdicò e divise il suo Impero: al figlio Filippo la Spagna e le colonie, Paesi Bassi, Franca Contea e domini italiani; al fratello Ferdinando il resto e la Corona
Il rapporto con la Chiesa Nonostante Carlo fosse sinceramente cristiano, non fu sempre facile Il momento di scontro più grave fu nel 1527, con l’episodio del sacco di Roma ad opera delle truppe imperiali (i lanzichenecchi) Nel 1529 però fecero pace e l’anno dopo Clemente VII incoronò solennemente Carlo Imperatore in San Petronio
Carlo non risedette mai all'interno del monastero, bensì in una modesta palazzina che si era fatto costruire, anni addietro, in adiacenza al muro di cinta, ma all'esterno, orientata a Sud, e ben soleggiata. Nonostante il luogo piuttosto lontano dai centri di potere, Egli continuò a mantenere rapporti con il mondo politico, senza per questo venir meno alla sua volontà di soddisfare l'aspetto ascetico della propria indole. Continuò ad essere prodigo di consigli sia alla figlia Giovanna, reggente della Spagna, e sia al figlio Filippo che governava i Paesi Bassi. Soprattutto in occasione del conflitto scoppiato con Enrico II di Francia, nel quale Carlo, dal suo eremo di Yuste e con l'aiuto della Spagna, riuscì a riorganizzare l'esercito di Filippo il quale ottenne una schiacciante vittoria sui francesi a San Quintino il 10 agosto 1557. Va ricordato che il comandante in capo dell'esercito di Filippo II era il Duca Emanuele Filiberto di Savoia, detto "Testa di Ferro".