COME REDIGERE UN COMMENTO A SENTENZA

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Transcript della presentazione:

COME REDIGERE UN COMMENTO A SENTENZA Indicazioni di metodo e sviluppo

FASI Leggere più volte la sentenza per comprendere il fatto e ricercare le fattispecie giuridiche. Ricercare le fonti normative, giurisprudenziali, dottrinali; Preparare uno schema (scaletta/mappa mentale) Stendere il commento in 4 pagine (massimo); Rileggere l’elaborato per accertare la coerenza logica e la correttezza sintattica e ortografica.

LETTURA, COMPRENSIONE, RACCOLTA Leggere più volte la sentenza, concentrandosi per ogni lettura su un aspetto diverso. In prima battuta, sarà indispensabile comprendere il fatto di reato così come materialmente accaduto, per poi passare ad analizzare i singoli profili problematici.

RICERCA DELLE FONTI Per la preparazione di un buon elaborato è necessario consultare più fonti: Normative Giurisprudenziali Dottrinali

RICERCA DELLE FONTI Reperimento delle fonti (in biblioteca): manuali; voci enciclopediche articoli/ note a sentenza da riviste; articoli/ note a sentenza pubblicati su siti internet accreditati (si consiglia la lettura di www.dirittopenalecontemporaneo.it); .

SCHEMA Lo schema va impostato con una principale separazione tra la parte in fatto (ossia il riassunto in una decina di righe del fatto concreto di reato) e quella in diritto (le restanti due o tre pagine)

STENDERE IL COMMENTO… Premettere la trattazione del fatto, spiegando in modo chiaro i singoli passaggi che poi assumono importanza nella decisione (ad esempio: se si è di fronte ad un reato di evento, si dovrà evidenziare perché nella dinamica dei fatti, la condotta dellagente è stata o meno causa dellevento); Nella trattazione di diritto, non ripetere le parole del giudice;

…STENDERE IL COMMENTO 3. Riprendere i concetti di teoria generale e spiegare come sono stati applicati e perché: argomentare servendosi dei passaggi logici svolti nella motivazione dal giudice, ma non limitarsi al ‘copia / incolla’; 4. Inserire i collegamenti con la giurisprudenza, sia conforme che difforme, nonché con altre tematiche che si prestano ad essere richiamate; 5. Terminare la tesina, confrontandosi con le conclusione del giudice nel caso concreto.