Pittore e patriota italiano Bianchi Giulia 5 A Gioacchino Toma Pittore e patriota italiano
Autodidatta, nato a Galatina il 24 gennaio 1836 morto a Napoli il 12 gennaio 1891. Nel 1855 si stabilì a Napoli dove, attivo come ornamentista, esordì dipingendo alcune nature morte. In contatto dal 1857 con i gruppi di cospirazione antiborbonica, combatté nel 1860 a fianco di Garibaldi.
Gioacchino: un artista“triste” Egregio artista, Gioacchino nell’unica opera letteraria pubblicata nel corso della sua vita: ‘Ricordi di un orfano’, descrive la sua infanzia come priva di affetti. Questa tristezza di fondo fu un elemento caratterizzante delle sue opere, infatti fu chiamato: ‘il pittore del grigio’.
Adesso analizziamo le opere più note dell’artista galatinese…
Donna che legge sdraiata
E’ un quadro a olio. La protagonista è una donna che sulla poltrona sta leggendo un libro. Il dipinto si basa su contrasti di tinte e di luminosità. La mantellina nera della donna, che copre una veste rosata contrasta lo sfondo rosso della tappezzeria. In tutto il dipinto si ripercuote una triade cromatica: bianco, rosso, nero, una gamma cromatica utilizzata sin dal neolitico. E’ stata rispettata la prospettiva, ma la figura appare decentrata a sinistra. La luce, sebbene soffusa, sembra arrivare da destra, probabilmente da una finestra posta frontalmente alla donna, che è ritratta di profilo. Quest’opera ha colorazioni simili all’opera di Federico Faruffini, In chiesa, quindi riprende elementi che provengono dalla Scapigliatura. L’opera ha un impianto realista e la luce è l’elemento essenziale.
Donna che cuce. Fu pubblicato nel 1954 da Maltese che lo colloca nel 1861, insieme a un altro quadro del pittore, “Fanciulla che schiude una porta”, presentato nella stessa occasione. Il tema, ricorrente nelle opere di Toma, è l’intimità domestica. C’è uno studio accurato dei colori e della luce.
Luisa Sanfelice in carcere.
Il dipinto eseguito nel 1874 raffigura Luisa Sanfelice entro una cella Il dipinto eseguito nel 1874 raffigura Luisa Sanfelice entro una cella. La raffigurazione mostra un episodio della rivoluzione napoletana del 1799, quando, restaurato il regno borbonico, la nobildonna fu condannata a morte con l’accusa di aver svelato la congiura contro la Repubblica Napoletana, organizzata dai fratelli Baccher. L’esecuzione venne rinviata più volte per una presunta maternità fino all’undici settembre del 1800 quando la Sanfelice fu decapitata in Piazza del Mercato a Napoli. L’artista, prima di dipingere il soggetto prescelto, visitò le carceri di Castel Sant’Elmo per lavorare ad un studio preparatorio al dipinto. La cella, raffigurata nella sua povertà, accentua la drammaticità dell’episodio sottolineando il dramma psicologico della donna intenta a cucire un abitino per il presunto bimbo da lei atteso. A questa opera è legata la fama di Gioacchino Toma come pittore d’interni, che interpreta il soggetto storico in chiave umana e sentimentale con una composizione chiara ed essenziale utilizzando colori tenui e delicati nella resa degli spazi scarni della rocca napoletana.
Piccoli eroi. I bambini che giocano con dei piccoli soldatini sembrano quasi i garibaldini che combattono contro gli stranieri. Infatti uno di loro ha un fucile e fa finta di sparare ad altri soldatini, posti su una sedia di fronte a lui.
La guardia alla ruota dei trovatelli. In quest'opera di intensa commozione, condotta con grande sobrietà e finezza di mezzi pittorici Toma ritrae due donne, abbigliate semplicemente, che riposano durante la guardia notturna in attesa dell'arrivo di qualche neonato abbandonato. La ruota dei trovatelli campeggia sulla parete di fondo della stanza, come due occhi vigili che guardano verso di noi. La profonda tristezza e la miseria che connotano l'ambientazione in cui i trovatelli venivano raccolti, rappresentano il tema dell’abbandono. Tutto conferisce un senso complessivo di profonda desolazione.
Scuola delle merlettaie cieche.
L'interno, nel quale domina un severo controllo della gestualità, presenta una serie di figure femminili sedute, impegnate a ricamare "a filet", a lavorare a tombolo e ai ferri mentre altre due donne, un'anziana maestra ed una giovane fanciulla cieca aiutano il lavoro manuale di un'apprendista. L'ambiente nel quale si svolge la scena è essenziale nei particolari dell'arredo: quattro tipologie di merletto sono sotto cornice e vetro appese alla parete accanto ad un almanacco in codice braille. Nella stanza, con pavimento in cotto napoletano che presenta un lieve dislivello strutturale, c'è una luminosità intensa che direttamente dalla fonte della finestra si riflette sui punti-chiave dei battenti e pervade i volti e le vesti delle fanciulle sedute.
Ma ci sono anche altre opere meno note…
La confessione del prete. I figli del popolo.
La premiazione.
Esaminando le varie opere di Toma, i personaggi delle sue opere appartengono alla categoria delle vittime del destino. Ma nel suo intimo malinconico e triste, che si riflette in quello dei protagonisti dei suoi dipinti, esiste una forza che si rivela a tratti, una volontà che non muore, un orgoglio che non si uccide, una dignità che non si piega neanche di fronte al martirio, un misticismo che nessuna volontà umana riuscirà mai a soffocare. Egli non sfiora il vero, ma lo penetra e lo spoglia del suo velo perché la visione sia completa e coinvolgente.