Psichiatra Psicoterapeuta

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Psichiatra Psicoterapeuta Glicogenosi: Muoversi con la Resistenza al Trattamento E. Munch: Il bosco incantato Dott. Luca Maggi Psichiatra Psicoterapeuta

Resistenza Resistenza al Trattamento Scarsa Motivazione Rifiuto Resistenza/resistere 1. Opporsi a un’azione, contrastandone l’attuazione e impedendone o limitandone gli effetti Vocabolario Treccani Resistenza In medicina il concetto di resistenza è principalmente correlato ai trattamenti, in psicologia nasce con Freud. Le tre prospettive: famiglia, paziente, medico (equipe) Apparente collaborazione

Attori della Resistenza MEDICO Equipe Terapeutica FAMIGLIA Resistenza Rotolarsi, muoversi con la resistenza al trattamento PAZIENTE

La Comunicazione della Diagnosi Stabilisce il legame tra equipe terapeutica e famiglia Sono possibili diverse “reazioni”: Panico Demoralizzazione Rabbia Negazione/indifferenza Accettazione La famiglia è un sistema in equilibrio: ogniqualvolta uno dei membri va in crisi anche gli altri ne risentono

Diagnosi = Transizione di Ruolo

Siamo come gli Alberi Pandora Eywa

Cosa fare? Scegliere il centro ed il professionista di riferimento sulla base: Competenza Accessibilità Empatia Capacità comunicative

OBIETTIVI Muoversi CON e NON CONTRO la resistenza Divenire TERAPEUTI DI SE STESSI Essere in grado di CHIEDERE AIUTO: Psicoterapeuta Psichiatra Gruppi (psicoeducativi, auto-mutuo-aiuto)

Importanza della comunicazione Gestione dei Pasti La gestione dei pasti è un passo fondamentale nel trattamento delle Glicogenosi L’obiettivo può essere raggiunto con maggior facilità se si riesce a creare un’atmosfera di supporto e di incoraggiamento Importanza della comunicazione

La comunicazione interpersonale Contenuto COSA CNV Relazione Paralinguistica CNV E PARALINGUISTICA DEFINISCONO CON IL 90% LA RELAZIONE in una comunicazione il contenuto ha un “peso” soltanto del 10%, il tono della voce del 30% e la gestualità del 60%. Tono della voce e gestualità definiscono con il 90% la relazione! COME Il tono della voce e la gestualità definiscono il 90% la relazione

Efficacia nella comunicazione Consapevolezza del proprio stile comunicativo: Aggressivo Passivo Assertivo “Ascolto” di ogni feedback non verbale Disponibilità a modificare il messaggio se comprendiamo di non essere stati chiari Stile Aggressivo: impone e pretende, scarica le responsabilità, non fornisce spiegazioni razionali, tende a generalizzare, interpretare, giudicare, cerca di sopraffare e condizionare, vuole acquisire potere sociale, apparire forte, mettere soggezione. Stile Passivo: cerca l’approvazione, subisce e rinuncia, evita il conflitto, non manifesta dissenso, non affronta o rimanda i problemi, tende al conformismo, è facilmente condizionabile, lascia agli altri le decisioni, non si assume rischi, dà ragione al più forte. Stile Assertivo: si assume le proprie responsabilità, rispetta i diritti altrui e propri, esprime desideri, dissenso, sentimenti, ragiona sulla base di fatti, ammette i propri errori, è cooperativo, è propositivo, mira al successo di sé assieme agli altri.

Comunicazione non efficace Interrompere l’interlocutore Saltare subito alle conclusioni Terminare le frasi al posto di un altro Cambiare spesso argomento Linguaggio corporeo inappropriato Non rispondere alle domande degli altri Incapacità a porre domande

Tipi di Relazione Relazione Fagocitante: Cancellazione della distanza abitabile Confusione dei propri bisogni con quelli dell' altro Manipolazione dell'altro Luca Petrini

Tipi di Relazione Relazione di Potere: Imposizione dei propri bisogni su quelli dell’altro Utilizzo strumentale del ruolo gerarchico Manipolazione dell'altro Luca Petrini

Tipi di Relazione Relazione Distanziante: Disinteresse Evitamento Disincanto Luca Petrini

Tipi di Relazione Relazione di Aiuto: Atteggiamento empatico Sospensione del giudizio Posizione etica Luca Petrini

Il Ruolo della Psicoeducazione Attività educativa consistente nell’esporre in modo chiaro, semplice, didattico, possibilmente interattivo e, soprattutto, concretamente utile, le informazioni e le istruzioni per prevenire ed affrontare appropriatamente disturbi mentali e disagi di natura psicologica ed interpersonale “Lo scopo principale di questo modello è il miglioramento delle capacità dei componenti della famiglia di comunicare costruttivamente e di risolvere insieme i problemi” (Falloon I.R., 1992) Nasce come intervento di supporto alle famiglie di pazienti con disturbi mentali gravi. La grande novità della psicoeducazione è considerare la famiglia come una risorsa per fronteggiare e risolvere i problemi relativi al disturbo, e affidare parte dell'intervento alle figure professionali di base dei servizi di salute mentale.

Psicoeducazione Individuale o di gruppo Deve essere svolta da operatori adeguatamente formati e, soprattutto, esperti nella materia È importante condividere un modello teorico di riferimento (es. modello bio-psico-sociale) Il destinatario dell’intervento non è solo la persona, ma anche il suo contesto relazionale, sociale ed ambientale

Suggerimenti ai pasti (1) Formate frasi brevi, costituite da poche parole Non continuate a dare indicazioni ed evidenziare ogni comportamento problematico Ogni indicazione dovrebbe essere ripetuta al massimo due volte, anche se il comportamento problematico persiste. Così si evita lo sviluppo di resistenza

Suggerimenti ai pasti (2) Date indicazioni solo 2-3 comportamenti problematici più visibili, così vostro figlio potrà iniziare a correggerli Mano a mano che i comportamenti problematici migliorano si possono dare indicazioni su quelli che persistono Di fronte a reazioni di insofferenza, cercate di mantenere un atteggiamento di comprensione e di aiuto, senza farvi condizionare da emozioni negative

Risposte adeguate e non adeguate di fronte ad atteggiamenti di sofferenza Risposta non adeguata Risposta adeguata Figlio «Me lo hai già detto di accelerare!» «Se te l’ho detto vuol dire che lo fai ancora» «Forse lo stai ancora facendo» Figlio «Non ce la faccio più, sono pieno» «Sono le solite scuse, devi seguire il piano alimentare» «Lo so che è difficile, Cerca di non fidarti delle tue sensazioni fisiche» Pz «Se continuo a mangiare così ingrasserò come una botte» «Non dire sciocchezze» «Stai seguendo una dieta che ti impedirà di perdere il controllo e aumentare di peso, fidati» Adattata da Dalle Grave, R. (2014). Disturbi dell’alimentazione: una guida pratica per i familiari. Pag. 181 Positive Press

Principali disturbi psichiatrici nella pratica clinica d’Ansia Disturbi Depressivi Disturbi Bipolari Disturbi Alimentazione DOC Disturbi Psicotici Dipendenze Patologiche

Conclusioni Non abbiate timore di fare una valutazione psicologica o psichiatrica In presenza di un disturbo psichiatrico è difficile riuscire ad esercitare la propria volontà, spesso si ha una sensazione di paralisi ed in genere non si riescono a modificare autonomamente schemi disfunzionali Anche nelle situazioni che sembrano più gravi il valore curativo della CONDIVISIONE è impressionante