Riva del Garda - 15 luglio 2011 Fabio Bagni. Alcune definizioni DIFFICOLTÀ: situazione difficile: la difficoltà di un compito, di un lavoro; ostacolo,

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Riva del Garda - 15 luglio 2011 Fabio Bagni

Alcune definizioni DIFFICOLTÀ: situazione difficile: la difficoltà di un compito, di un lavoro; ostacolo, complicazione, impedimento: avere difficoltà nel muovere un arto; difficoltà di pronuncia; fatica, sforzo: parlare, muoversi, con difficoltà DIFFERENZA: la qualità, quantità o stato per cui si differisce: differenza di carattere, di opinioni; si dice quando di due cose o persone l’una è notevolmente superiore o inferiore all’altra; diversamente da: a differenza di INTEGRAZIONE: l’integrare, l’integrarsi, l’essere integrato; aggiunta integrativa; integrazione sociale: disponibilità degli individui di una società a coordinare le proprie azioni mantenendo a un livello tollerabile i conflitti ;

Nonesistono bambini che sono “DIVERSI”, sono solo alcuni dei loro comportamenti che vengono considerati inadeguati alle sollecitazioni provenienti dall’ambiente cosiddetto “NORMALE” (Lidsley)

Le differenze e le diversità le attribuiamoarisposte motorie date in basea: Parte visibile  Ma la parte invisibile ?

Prima di affrettare giudizi abbiamo il dovere, in quanto istruttori/educatori di predisporre le attività in modo tale da favorire al massimo gli apprendimenti dei nostri bambini Prima di attribuire deficit di apprendimentoo presunte limitatezze ai nostri bambini dovremmo provare a modificare tutte le strategie didattico - operative di cui siamo a conoscenza

TIPI DI DIVERSITÀ E DIFFICOLTÀ I bambini possiedono un repertorio quanto mai ampio e disparato di comportamenti, dei quali solo alcuni sono poco funzionali, mentre i restantitutto adattativi Diversità e difficoltà biologiche ambientali fisiche sociali emotive sonosonodel

DIFFERENZE E DIFFICOLTÀ BIOLOGICHE Disfunzioni ereditarie (es. sindrome di down) Anormalità strutturalichecoinvolgonol’apparatomotorio Anormalità strutturali (vista udito, ecc) checoinvolgonol’apparatopercettivo Iperattività Disturbi dell’attenzione

Comportamenti dell’istruttore in casi di limitazioni biologiche: “Primum non nocere” Osservare e valutare i bambini per le abilità che hanno e non per i limiti che mostrano Anche se non riescono ad esprimersi con comportamenti a noi comprensibili hanno sorprendenti capacità di “memoria” ed “intuito” PASSIONE/PRENDERSI CURA – possiamo anche avere poca conoscenza delle patologie ma non possiamo giocare con loro senza passione Lavorare in piccoli gruppi o divisi Compresenza di due istruttori (o educatore, familiare,…) Trattare questi bambini con dignità e soprattutto serietà (NO falliti o disadattati)

DIFFERENZE EDIFFICOLTÀ AMBIENTALI “L’ambienteè un insegnante in più. In ambienti migliori si apprende meglio” Loris Malaguzzi La diversa ricchezza ed articolazione dello spazio fisico è uno dei fattori che produce più cospicue differenze di apprendimento. L’ambiente (anche casalingo) può infatti rendere certi comportamenti più probabili ed altri meno

Comportamenti dell’istruttore in casi di limitazioni ambientali: Evitare una posizione sbagliata durante la spiegazione Unirsi spontaneamente ai giochi dei bambini Utilizzare e dare informazioni sui materiali che utilizziamoin palestra Adattare l’ambiente per aiutare ad acquisire nuove conoscenze o esperienze Controllare i movimenti dei bambini in palestra Ordinare la disposizione del lavoro in palestra tra i bambini Indicare l’ordine e la successione dei giochi/esercizi Evitare di utilizzare una voce bassa e mal direzionata

DIFFERENZE E DIFFICOLTÀ FISICHE I bambini sono somiglianti ma unici, con specificità che influenzano il nostro insegnamento: Motorie (destrezza, mobilità, Coordinative/condizionali) Tecniche specifiche Strutturali (scheletriche, sensoriali) Sesso

Comportamenti dell’istruttore in casi di limitazioni fisiche: Introdurre gradualmente le difficoltà Richiedere un basso numero di ripetizioni controllateconsapevolmente Consolare e rassicurare sia verbalmente che non Evitare le ripetizioni meccaniche del gesto motorio Rinforzarela prestazione e non il risultato Rinforzarepiù per l’impegno che per il successo Rispettarei ritmi di apprendimento individuali

DIFFERENZE E DIFFICOLTÀ SOCIALI «Noi da un punto di vista antropologico siamo certamente disabili a vivere nel mondo e nella società in cui viviamo; la nostra psiche si è plasmata in un ambiente che è radicalmente diverso da quello in cui noi viviamo e l’evoluzione della società ha proceduto molto più rapidamente dell’evoluzione della specie». (Posa – Bottigliero) Storia della propria famiglia Ceto di appartenenza Cultura di appartenenza Scuola Esperienze personali Sesso (estetica, cura della persona)

Comportamenti dell’istruttore in casi sociali: di limitazioni Numero dei partecipanti Tipi di comunicazione, interazione (mai come sono pietre!!) inquestocaso le parole Utilizzare diverso materiale Utilizzare quando serve il rinforzare (anche se avolte non meritato) Cooperazione, contatto fisico (dove richiesto) Non mirare solo all’adeguamento dei risultati ma al perseguimento di obiettivi differenziati seppur di livello inferiore

DIFFERENZE E DIFFICOLTÀ EMOTIVE … guardiamoci bene dal sottovalutare l’unica agire personalmente e che risale alla notte solitudine e il senso di vergogna del ragazzo un mondo in cui gli altri capiscono. Solo noi cosa sulla quale possiamo dei tempi pedagogici: la che non capisce, perso in possiamo tirarlo fuori da quella prigioneformatiomeno per farlo!! (Diariodiscuola–D.D.Pennac) Emotività eccessiva Ansia, paura del giudizio Eccessiva sensibilità, timidezza Monotonia, Noia e fatica, scarsaattenzione Atteggiamento assillante o giudicante dell’istruttore o dei genitori

Comportamenti dell’istruttore in casi di limitazioni emotive: Considerato che i ritmi di apprendimento sono strettamente legati alla personalità del bambino: Adeguare la didattica ai ritmi di apprendimento individuali che sono spesso discontinui Evitare di dedicare troppo tempo alla trattazione di uno stesso gioco Concedere frequenti pause Utilizzare procedure didattiche differenziate (piccoli gruppi, singolarmente) Rinforzare l’autostima, l’autonomia, la collaborazione, ecc.. Saper motivare (creare situazioni in cui si abbiano riscontri postivi seppur forzati) Insegnare a gestire l’insuccesso

INTEGRAZIONE (partiamo da provocazioni...) Non è corretto professionalmente lasciare al caso, alla paura o alla convergenza di fatti fortuiti, il compito di modificare i comportamenti di chi mostra alcune difficoltà o diversità Le difficoltà o le diversità tendono a creare negli istruttori, educatori e genitori una carente motivazione improntata alla rassegnazione ed allarinuncia: “ …questi bambini purtroppo non sono in grado di apprendere” “ … i bambini sono comunque felici perché quindi disturbarli ?” “ …Purtroppo non possono collaborare e non sono in grado di stare attenti per più di qualche minuto” “ … …. … … … “

INTEGRAZIONE... per arrivare a condivisioni !! Se riteniamo giusto e corretto che bambini con difficoltà o diversità vengano INTEGRATI in strutture “normali” allora è necessario prevedere un loro REALE inserimento anche in palestra InInche modo programmare l’integrazione ? preparare l’ambiente sociale affinché esso si dimostri recettivo preparare l’ambiente fisico al fine di colmare determinate lacune presenti nel bambino definizione di obiettivi a breve e medio termine “realistici” predisporre interventi educativi che fattivamente si pongano il problema di agevolare il processo educativo

Avere molta pazienza e coraggio … e allora quale approccio ? Non arrabbiarsi … (questi bambini non sbagliano apposta!) Avere un atteggiamento positivo (sensibilità educativa !) Essere una risorsa e non un problema per i bambini Migliorare (aggiornare) la didattica elametodologiadiinsegnamento Conoscere la progressione didattica Utilizzare risposte appropriate … ma anche molta consapevolezza

I bambini sono stupendi, fanno mille domande, ma solo quando quando sanno che la risposta è una buona notizia. Altrimenti stanno zitti, ti guardano e si limitano a pensare. Usano l’intelligenza. Mica come gli adulti, che godono nel farti dire cose che sanno già, troppo evidenti per non essere viste. A me davano fastidio quelli che mi chiedevano come stavo. “Secondo voi, fenomeni che non siete altro?” (Stefano Borgonovo Malato di SLA dal libro Attaccante nato)