La potenza dei simboli: immagini, figure ed idee per conoscere il nostro tempo Per dare un senso a tutto quello che accade in natura, per soddisfare il.

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La potenza dei simboli: immagini, figure ed idee per conoscere il nostro tempo Per dare un senso a tutto quello che accade in natura, per soddisfare il bisogno di certezze, l’essere umano ricorre, oggi come ieri, all’artificio dei simboli, su cui si fondano gran parte delle spiegazioni degli eventi, unanimemente condivisi dalle società, che hanno caratterizzato le diverse epoche storiche. Oggi il simbolo è soprattutto un tipo di segno, una traccia visiva impressa nella memoria attraverso cui le diverse società si identificano. La storia, la letteratura, la scienza, l’arte del novecento sono interamente identificabili con dei simboli, che nella memoria di ognuno rappresentano un determinato periodo storico, un avvenimento, un pensiero e una corrente ideologica, che in un unico segno tramandano nel tempo il loro valore.

Dittature anni ‘20 e ‘30: uomini e simboli Il passato recente del nostro paese e di altri stati dell’Europa occidentale ed orientale è tragicamente segnato da dittature, regimi totalitari e stragi di uomini che trovano i loro simboli nelle figure di Benito Mussolini, Adolf Hitler, Stalin che dalla fine della prima guerra mondiale hanno portato avanti i loro ideali, convogliandoli in simboli di partiti e di regimi, che ancora oggi restano tristemente noti. In Italia il regime totalitario si realizzò con la dittatura di Benito Mussolini, di cui il fascio littorio resta senz’altro il simbolo più forte della sua propaganda seguito dall’aquila romana. Un altro simbolo, forse erroneamente quello più conosciuto oggi, è la Croce celtica ripresa dai movimenti neo-fascisti. In Germania la dittatura del Terzo Reich ritrova in Hitler il suo uomo simbolo. L’ideologia hitleriana ha per lungo tempo permeato il tessuto sociale delle nazioni occidentali, che nel simbolo della croce uncinata riconoscevano e riconoscono ancora oggi l’incubo del nazismo. In antitesi alla svastica nazista, resta tristemente nota nella memoria la stella di David, simbolo dell’olocausto. Anche nell’Europa orientale non sono mancati in quegli anni i regimi totalitari, di tipo comunista. L’ideologia dominante nella Russia post rivoluzionaria era quella di Stalin. Le sorti del regime russo si legarono così ad un simbolo ancora oggi noto, quello della falce e martello, che illustra l'unità delle masse contadine e della classe operaia.

Simbologia del regime fascista Il Fascio littorio era il simbolo del fascismo, deriva dalla Roma antica ed allora era emblema di autorità: era infatti il simbolo del potere dei magistrati e fu introdotto dagli etruschi durante la tarda monarchia; Il fascio è costituito da un insieme di verghe di olmo o di betulle legate tra di loro con dei nastri rossi, che rappresentava il potere dei consoli di punire con le verghe e di esercitare lo "ius necis" cioè il diritto di dare la morte ai rei; il fascio veniva portato durante le feste pubbliche dai littori, degli ufficiali che scortavano le maggiori autorità romane ed è per questo motivo che si chiama littorio, Il numero dei fasci littori che precedeva il magistrato ne indicava il grado: più erano numerosi e più alto era il grado del magistrato stesso. Anche la parola "Littorio" venne molto usata nel periodo fascista, tanto è che il littorio era diventato sinonimo di fascista, ad esempio la gioventù fascista era anche chiamata "la Gioventù del Littorio“. L’aquila romana era un altro dei numerosi simboli ripresi dal fascismo, rappresentata soprattutto con le ali aperte. Anche questo simbolo era manifestazione di grandezza e di ricordo delle vittorie di Roma antica. Capitava spesso che l’aquila tenesse il fascio nei suoi artigli come si poteva vedere all’epoca nella bandiera della repubblica sociale di Salò. Un altro simbolo, che però non ha niente a che vedere con l’antica Roma , è la Croce celtica, usato in antichità da quei popoli che gli antichi romani consideravano barbari. È costituito da una croce circondata da un cerchio. I movimenti neo-fascisti hanno deciso di riprendere in uso questo simbolo aggiungendo però, come nel caso del movimento sociale fiamma tricolore, una fiamma dai colori italiani che arde sullo sfondo della croce celtica.

Simbologia regime nazista La svastica, simbolo universalmente conosciuto e molto antico, che dal sanscrito significa “apportatore di salute”, è semplicemente una croce uncinata. Essa consiste in una croce a bracci di eguale lunghezza, che presentano un prolungamento ripiegato, ad angolo retto. In effetti la svastica fa la sua comparsa in molte culture dell’antico e del nuovo mondo, la conoscevano i Celti, gli antichi Greci, gli Etruschi, gli Egizi, i Mesopotami e gli Aztechi. Nel 1910, venne adottata come segno d’arianità da vari gruppi antisemiti. La croce gammata fu adottata da Hitler come simbolo, prima del partito nazionalsocialista, e in seguito, dal 1933 al 1945, posta al di sotto dell’aquila imperiale divenne l’emblema del Terzo Reich. Hitler scelse la svastica come simbolo del regime perché era a conoscenza delle sua antiche origini ed era affascinato dall’alone di mistero e dall’aura magica che lo circondavano. Il dittatore, inoltre, era uno studioso ed aveva conoscenze esoteriche, queste lo conducevano a credere che gli Ariani fossero superiori in quanto semidei, e a pensare che il suo popolo doveva a tutti i costi riguadagnare la sua superiorità perduta. Nei campi di concentramento, gli ebrei che venivano deportatati erano obbligati dai tedeschi a portare impresso nei loro indumenti un altro simbolo, il simbolo della loro identità che doveva farsi riconoscere, la Stella di David, a significare l’inferiorità della razza inventata da Hitler. L'obbligo di portare la Stella di Davide con la parola jude (giudeo in tedesco) scritta sopra venne esteso a tutti gli ebrei al di sopra dei 6 anni nelle zone occupate dalla Germania dal 6 settembre 1941.

Simbologia del regime sovietico Lo stemma della falce e martello è stato il simbolo della prima Repubblica Socialista del mondo, vittoriosa in Russia nell’Ottobre del 1917. La falce e martello incrociati sono il simbolo dell'unità delle masse contadine, rappresentate dalla falce, e della classe operaia e dei lavoratori, rappresentati dal martello. All'inizio, il vessillo ,che rappresenta le lotte operaie e popolari, era una bandiera rossa che simboleggiava il sangue versato dai lavoratori e dal popolo. La leggenda tramanda che la prima volta, la bandiera rossa, sia stata usata in Germania nel 1512. Nel 1917 la adottò la Russia Sovietica come bandiera nazionale. Più recente è la storia del simbolo della falce e martello. Questi due emblemi del lavoro vengono già adottati dai partiti della seconda Internazionale fondata a Parigi nel 1889. Ma appaiono per la prima volta "incrociati" nel 1917 durante la Rivoluzione d'Ottobre. Nel 1918, quando viene varata la prima Costituzione, il simbolo della falce e martello è al centro dello stemma della Repubblica federativa socialista sovietica russa. Sotto la spinta del Partito comunista e dell'Unione Sovietica prima con Lenin e in seguito con Stalin diviene il simbolo principale dei partiti comunisti e socialisti che aderiscono alla IIIª Internazionale. La falce e martello sono così diventati l'emblema della riscossa, dell'aspirazione del proletariato e delle masse sfruttate e oppresse dallo sviluppo del sistema di sfruttamento capitalistico.

L’evoluzione della specie L’origine comune con modificazioni è un’idea che Darwin elaborò durante il viaggio sul Beagle osservando le tante “varietà” di organismi presenti in natura sulle isole Galapagos, grazie a questa teoria furono chiariti molti interrogativi, ad esempio sul perché in diversi organismi esistessero strutture omologhe. Sebbene sia ancora incerta, l’influenza del Darwinismo nell’ideologia tedesca della supremazia della razza ariana, in quanto razza pura, essa ebbe sicuramente un peso notevole nella formulazione della teoria dell’eugenetica nazista. I punti chiave dell'evoluzione sono, secondo Darwin, la selezione naturale e l’origine comune con modificazioni, che portano attraverso l'ereditarietà delle variazioni individuali che nel giro di molte generazioni permettono una modificazione capace a volte di portare alla formazione di nuove specie. L’evoluzione della specie La selezione naturale è un’idea che Darwin elaborò dopo la lettura del saggio di Malthus, di cui Darwin stesso scrive nella sua autobiografia: “Mi è capitato di leggere per svago il saggio di Malthus sulla popolazione ed essendo ben preparato a cogliere tutto il valore della lotta per l’esistenza che si svolge dovunque…mi venne improvvisamente da pensare che, in tali circostanze, le modificazioni favorevoli tenderebbero ad essere conservate e quelle sfavorevoli ad essere eliminate.”

Ninteneen eighty-four: a “fanta-policy” novel Born Eric Blair in India in 1903, he adopted in his book the pseudonym of George Orwell. He chose “George” because it had an Englishness about it, suggesting plain speaking and common sense, and “Orwell”, because it was the name of a river he was fond of. Orwell’s last work, Nineteen Eighty-Four, was his most original novel. 1984 is the story of a solitary man working in the Ministry of Truth in a totalitarian world. Winston Smith is a member of the outer party in a State where only one party exists. The Party controls every aspect of the people's life. 1984 is a world of conflict where a continuous state of war exists between Oceania and one of the other two super powers, Estasia or Eurasia. In Oceania every detail conveys the idea of society where every aspect is subordinated to the State: the slogans, the posters proclaiming “Big Brother is watching you”, the telescreen in each room, the Two Minutes Hate, the official language whose lexicon is so limited that people find it impossible to express their own ideas. In this novel there are some symbolic images, for example the figure of Big Brother is clearly based on Stalin while the elusive Emmanuel Goldstein is definitively, Leon Trotsky. The oppressive nature of society cries a parallel with the development of Sovietic Russia.

Il “male di vivere” come risposta al regime fascista La dittatura, i massacri dei campi di concentramento e le atrocità della seconda guerra mondiale restano ancora oggi i simboli di un epoca, di un periodo storico letto lucidamente da Eugenio Montale, che attraverso i suoi versi mostra una presa di coscienza della contemporaneità. Di fronte alla rovina dell’uomo l’unica risposta possibile è la poesia del confronto con la fine, degli aspetti umani, della testimonianza della crisi spirituale dell’uomo moderno. Con la poesia "Spesso il male di vivere ho incontrato" nella raccolta “Ossi di seppia”, Montale cifra stilisticamente la più drammatica testimonianza della crisi spirituale dell'uomo moderno, in un mondo che pare sul punto di sgretolarsi e dissolversi. Il male di vivere del poeta ligure è il tentativo di testimoniare il malessere, lo scacco, l'impotenza dell'intellettuale e della cultura che sa di aver perso i propri punti di riferimento storico e le proprie basi conoscitive. Ma il male di vivere è anche l'incapacità dell'uomo di comunicare, è isolamento, frattura, vita strozzata. E' il male dell’essere, in quanto ci impedisce di avere delle certezze, di conoscere la realtà e noi stessi. "Ossi di seppia" rappresenta un testo di stoica resistenza passiva, a cui guarderanno vari intellettuali come a un punto di riferimento certo nelle ore dell'oscuramento e della repressione fascista. Il male del vivere degli "Ossi di seppia" deve, nella "Bufera e altro", fare i conti con l'inferno di una precisa quanto feroce realtà storica, quella della guerra; il male di vivere, che esprimeva soprattutto una condizione esistenziale, qui diviene "male storico", per la dannazione collettiva della guerra fascista e nazista.

I tre stadi dell’esistenza ed i loro simboli Kierkegaard riconduce le diverse possibilità dell'esistenza umana a tre stadi: Lo stadio estetico è quello in cui l'uomo manifesta indifferenza nei confronti dei princìpi e dei valori morali. L’esteta vive nell’istante, cioè vive per cogliere tutto ciò che vi è d’interessante nella vita. Il suo motto è la massima del poeta latino Orazio: carpe diem. Il tipo dell'esteta è per Kierkegaard il "seduttore", che trova nel personaggio di Don Giovanni, il simbolo leggendario del cavaliere spagnolo prototipo del libertino, immortalato nell'omonima opera di Mozart. Nello stadio etico, l'uomo vive conformemente a ideali morali e cerca di assumersi delle responsabilità. Sceglie fra il bene e il male e accetta i compiti seri della famiglia. La figura del "marito" è il simbolo dell’uomo che ha scelto una sola donna e ha accettato i doveri del matrimonio, è per Kierkegaard l'emblema dello stadio etico, ed è contrapposta a quello del seduttore. L'uomo etico è incarnato dal Consigliere di Stato Guglielmo. Lo stadio religioso preannuncia l'atteggiamento dell'uomo davanti alla divinità. L'uomo realizza veramente sé stesso come individuo, solo nella sfera religiosa. L’esperienza religiosa prova l’esistenza di un’interiorità nascosta nell’uomo, in cui avviene il rapporto personale con Dio. L'uomo si può avvicinare così al significato ultimo dell'esistenza abbandonandosi ai misteri di una fede che non può travalicare l'ignoto. Kierkegaard assume come uomo simbolo di questo stadio dell’esistenza religiosa Abramo.

L'infinito in matematica Nel linguaggio dei simboli matematici, quello dell'infinito è sicuramente uno dei più belli in particolare modo per il suo richiamo ad una dimensione che possiamo solo immaginare. L'infinito è alla base di quelli che sono gli asintoti orizzontali o verticali. Il termine asintoto è utilizzato in matematica per denotare una retta, o più generalmente una curva, che si avvicina indefinitamente ad una curva data. Per determinare tali asintoti vengono utilizzati i limiti. In matematica il concetto di limite serve a descrivere l'andamento di una funzione all'avvicinarsi del suo argomento a un dato valore. Un limite può presentarsi in quattro diverse tipologie, due delle quali rappresentano l’asintoto verticale e orizzontale. Gli asintoti verticali sono punti di discontinuità di seconda specie. Esistono inoltre punti di discontinuità di prima specie, quando si ha un “salto” della funzione, e di terza specie, punto di discontinuità eliminabile. Anche l’asintoto verticale della derivata prima di una funzione f’(x), cioè quando il suo valore tende a infinito, è di rilevante importanza. Infatti, si possono avere tre diversi comportamenti della funzione f(x) in un punto in cui la derivata prima è infinito, essi sono: cuspide a minimo, cuspide a massimo e flesso a tangente verticale crescente o decrescente.

Il simbolo del pi-greco nella chimica Il pi-greco π è un altro simbolo matematico di affascinante significato, di cui durante i secoli si è cercato di dare un valore sempre più preciso. Il pi-greco è utilizzato anche in chimica per indicare un tipo di legame, a forma di π, che si forma a seconda delle varie ibridazioni del carbonio. Le ibridazioni del carbonio sono di tre tipi: Ibridazione sp: in questo tipo di ibridazione si ha la combinazione di un orbitale 2s con un orbitale 2p e ciò porta alla formazione di 2 orbitali ibridi sp che danno luogo a due legami sigma σ; i rimanenti 2 orbitali 2p che restano fuori dall'ibridazione, sono responsabili della formazione poi di due legami pi-greco, p(che generano il triplo legame). Si ha questa ibridazione ad esempio nell’etino. Ibridazione sp2: nell'ibridazione sp2 si ha la combinazione di un orbitale atomico 2s con 2 orbitali 2p e ciò porta alla formazione di tre orbitali ibridi sp2 che danno luogo a legami sigma; il terzo orbitale atomico 2p che resta fuori, non è implicato nell'ibridazione ed è lui il responsabile della formazione del legame pi-greco(che genera il doppio legame). Si ha questo tipo di ibridazione ad esempio nell’etene. Ibridazione sp3: in questo tipo di ibridazione un elettrone del livello 2s passa al livello 2p che poi,ricombinandosi con l'orbitale s formano quattro orbitali ibridi isoenergetici sp3, permettendo così al carbonio la formazione di quattro legami sigma.questa ibridazione è tipica degli alcani come ad esempio il metano.

I Minerali Un minerale è una sostanza naturale formatesi attraverso processi geologici, fisici. Tutti i minerali hanno due caratteristiche fondamentali: una composizione chimica ben definita o variabile in campo ristretto; una disposizione ordinata e regolare degli atomi che la costituiscono, la quale è fissa e costante per ognuno di essi. Alle caratteristiche fondamentali di un minerale si associano anche alcune proprietà fisiche ben precise, che spesso aiutano nel loro riconoscimento e nella loro classificazione. Le proprietà fisiche più utilizzate per l'identificazione sono: durezza, lucentezza, colore, birifrangenza, sfaldatura, densità, frattura, conducibilità ed altre proprietà minori. I minerali si dividono in due grandi gruppi: minerali silicatici, che si dividono in nesolicati, inosilicati, fillosilicati e tettosilicati; minerali non silicatici, i quali comprendono i minerali carbonatici oltre al salgemma o al gesso. Dopo aver visto cosa sono i minerali rimane solo di andare ad analizzare i vari processi che portano alla loro formazione. I vari processi sono: cristallizzazione, precipitazione, sublimazione, evaporazione e per attività biologica.

Entropia: quantità media d’informazione di un simbolo I simboli sono alla base della Teoria dell’informazione elaborata da Shannon nel 1948. Con questa teoria l’ingegnere statunitense è riuscito ad analizzare il contenuto informativo contenuto in un messaggio trasmesso da una sorgente. In base a questa teoria il contenuto informativo di un messaggio è legato alla sua probabilità di mostrarsi entro un insieme di messaggi possibili: maggiore è la probabilità di realizzarsi, minore è il contenuto informativo. Nella maggior parte delle applicazioni pratiche della teoria dell'informazione bisogna operare una scelta tra i messaggi di un insieme, Shannon ha dato una definizione di entropia di tale insieme, identificandola con il contenuto informativo che la scelta di uno dei messaggi trasmetterà. L'entropia è pari alla sommatoria dei prodotti tra la probabilità che ha il simbolo (xi) di essere trasmesso e la quantità di informazione dovuta al simbolo stesso. Quando tutti i simboli hanno la stessa probabilità dsi essere trasmessi, cioè sono equiprobabili, sia ha l’entropia massima. Può accadere che il numero di simboli necessari per trasmettere e memorizzare in modo efficace l'informazione sia inferiore a quello ottenuto con la valutazione dell'entropia del sistema, in questi casi si ha la ridondanza e può quindi essere utile diminuire il numero di bit utilizzato per la codifica. A tal proposito si di rilevante importanza le compressioni lossy con perdita di informazione, e lossless senza perdita di informazione.

I simboli alla base dei circuiti elettrici Nella fisica l'applicazione più evidente e chiara del simbolo sono i circuiti elettrici. I circuiti elettrici sono caratterizzati da diversi componenti. Uno di essi è il generatore, esso può essere di due tipi a tensione continua o alternata (alternatore), ed è rappresentato da due simboli differenti a seconda del tipo. A seconda del generatore presente in un circuito si ha un passaggio di corrente continua o alternata e ciò è causa di un differente comportamento dei vari componenti che possiamo ritrovare in un circuito, rappresentabili con dei simboli precisi e universali. I vari componenti sono: la resistenza: essa si può ritrovare sia in un circuito a tensione continua che in uno a tensione alternata e il suo effetto è lo stesso; il condensatore: esso come la resistenza si ritrova in circuiti in cui può essere presente un tipo qualsiasi dei due tipi generatori. Tuttavia a differenza della resistenza ha un effetto diverso a seconda del tipo di corrente con cui lavora il circuito; l’induttore: esso è tipico dei circuiti con un alternatore, cioè in quei circuiti dove circola corrente alternata.